Conversazioni

Chi dobbiamo ringraziare per lo sciopero

di Francesco Varanini 23 Marzo 2013

Il senso di responsabilità, ma anche un sincero orientamento allo scopo, dovrebbe spingere i ferrotranvieri a continuare ad offrire il servizio, distribuendo ai cittadini-utenti del servizio un volantino in cui si spiegano le proprie ragioni, magari anche scegliendo per quell’arco di tempo di non farsi pagare. Si chiama ‘sciopero di zelo’, ‘sciopero bianco’, ‘work to rule’: applicazione rigida dei regolamenti, ma senza interruzione del servizio. 

E poi, oltre a danneggiare i cittadini-utenti, ricordiamo che paradossalmente lo sciopero finisce per essere un favore per l’azienda contro la quale si vorrebbe protestare: l’azienda tiene i mezzi fermi, risparmia carburante, risparmia gli stipendi del giorno di sciopero. A pagare sono i cittadini.

Lo sciopero è un rito che non serve ai lavoratori, serve ai sindacati, ai sindacalisti di professione – che affermano così il loro potere. Sindacati e sindacalisti che -si deve dire, con dispiacere- sono fuori dal tempo. 

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