Contributi

Zingari, accattoni, disabili, clandestini … presenze scomode abilitanti l’evoluzione

di Alessandro Bolzonello 11 Giugno 2013

La nascita conferisce una condizione ‘partigiana’.

Nasciamo e cresciamo appartenenti ad una identità definita. Ciò è tanto rassicurante quanto limitante. Io ne ho colto più la mancanza che il valore. Per questo ho provato a mettere i piedi ‘fuori’.

Osservando i miei trascorsi intravedo il bivio che mi si è posto dinnanzi: accogliere lo statu quo percorrendo la strada dispiegata, senza guardare oltre e senza porre troppe domande, oppure volgere lo sguardo altrove provando a far entrare ciò che c’è ‘fuori’.

Ho provato a muovermi in questa seconda direzione: mettere i piedi ‘dove non si può’ ma sempre con cautela e attenzione, cioè rassicurando e facendo capire che nonostante tutto mai avrei usato ciò che era ‘fuori’ per contaminare il ‘dentro’. Talvolta ci sono riuscito, altre volte meno.

Ho così fatto sosta tra coloro che sono considerati ‘sbagliati’: zingari e disabili, sia fisici e psichici, ma sarebbe stato lo stesso se avessi fatto capolino tra clandestini, accattoni, malviventi, anche militanti di religioni non istituzionali.
Soprattutto, ho provato a dar credito che la vita di costoro avesse un senso e un significato, cercando di cogliere ragioni e logiche del loro essere e del loro fare. È stata una immersione nella diversità, che è altra cosa dal
‘turismo del diverso’ dove l”altro’ è e rimane distaccato, dall’altra parte come visitatori allo zoo.

Ciò che siamo, ciò che facciamo e anche ciò che diciamo non è mai un assoluto. Esiste sempre qualcos”altro’ che lo rende relativo. Anzi è questo ‘altro’ che abilità l’evoluzione. Gli individui e le società possono pensare di svilupparsi solo guardando ‘oltre’, ‘fuori’, mentre stando ‘dentro’, in modo autoreferenziale, si attua una mera perpetuazione dell’esistente, destinandoci irreversibilmente ad uno scollamento.

Già pubblicato su Invito a … 

Foto: gli zingari

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Economista e psicosocioanalista. Si occupa di personale in una azienda informatica. Cultore dell’essere umano e delle sue vicende. Ha avuto la possibilità di aprire naso, occhi ed orecchi di fronte alla vita, ancor più in un contesto, quello attuale, in piena mutazione, con-fusione, dove alla degenerazione si intreccia la rigenerazione, alla barbarie la genialità. Fin dove può, prova a 'tenere dentro' tutto quello che c'è, con la convinzione che l'esistenza di una 'cosa' oppure di un 'fenomeno' non sia mai un caso. Ritiene questa posizione liberante: elimina la categoria dell' 'assurdo', del 'non senso' ed apre al 'possibile', al 'nuovo'.

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