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Ferie, feste, vacanze

di Francesco Varanini 14 Agosto 2013

Ogni settimana comprende, per ancestrale consuetudine, un ‘giorno santo’, dedicato al riposo. Stando alla tradizione ebraica, il giorno sacro è il sabato. L’ebraico shabbath, infatti, sta esattamente per ‘cessazione del lavoro’.
La nostra domenica un tempo non era che il solis dies, il ‘giorno del sole’ -da cui il tedesco Sonntag e l’inglese sunday-. Divenne dies dominicus, ‘giorno del Signore’, solo con Costantino, l’imperatore romano che nel 313 legalizzò il cristianesimo.
Il latino conosceva due parole connesse tra di loro, discendenti da una unica radice indoeuropea, -dhes, riguardante la sfera religiosa: feria e festum. Feria era  in latino ogni giorno dedicato ad un culto pubblico o privato: in quel giorno era proibito esercitare il potere giudiziario e  convocare pubbliche riunioni. Dies festa era’giorno festivo’. Il significato si precisa nella liturgia cristiana: al dies dominicus, ‘giorno del Signore’, seguono le feriae: feria secunda, ‘lunedì’, feria tertia, ‘martedì’, e così via, sono i giorni della settimana in cui si festeggia un santo.
Si arriva così anche alla fiera (spagnolo feria, francese foire, inglese fair): mercato che si svolge in occasione della festa di un santo, e che da quella festa (feria) prende il nome.
Nel calendario -così dal 1300 nella lingua italiana- è feriale ogni giorno della settimana non festivo. Ma sempre dal 1300 -lo attesta il Boccaccio- le ferie sono nella nostra lingua anche i ‘periodi di riposo a cui ha diritto il lavoratore’.
Apparente contraddizione che porta a sottilissime distinzioni: in spagnolo días feriados sono i ‘giorni festivi’, ‘giorni in cui gli uffici sono chiusi’; mentre días feriales sono ‘giorni lavorativi’: non deve meravigliare che ad evitare confusione si tenda ad usare in luogo di día ferial, día laborable o día de trabajo, ‘giorno di lavoro’.
In inglese feria (e l’aggettivo ferial) contraddistinguono come in italiano dal 1300 i giorni della settimana diversi dall’holiday. Ma fino al 1400 con ferial si indicava anche l’holiday. E cioè dal giorno holy, ‘sacro’, ‘consacrato’, ‘santo’, mantenuto a parte per motivi religiosi. C’è però anche una religiosità laica: si celebrano in questo caso ricorrenze civili importanti: in italiano feste nazionali. Che però sono in Gran Bretagna bank holiday: nell’Inghilterra vittoriana i giorni in cui la Banca d’Inghilterra, e quindi tutte le altre banche, sono chiuse.
Se il sacro ‘giorno del riposo’, shabbath o dies dominicus, scandisce con certezza ogni settimana, gli altri giorni festivi si distribuiscono lungo l’anno, secondo un calendario diverso da luogo a luogo, da azienda a azienda, da persona a persona. In tutti questi giorni, in forza di consuetudine o di legge, abbiamo il diritto di stare in vacanza, di lasciare cioè vacante, ‘vuoto’, il posto di lavoro.

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