Contributi

Politicamente (molto) scorretto

di Maria Cristina Koch 20 Dicembre 2013

Dunque: sono una donna, ho una figlia e una nipote femmine, oltre a figlio e nipoti maschi, convivo da quasi cinquant’anni con lo stesso uomo, faccio la psicoterapeuta, lavoro da tempo a favore della donna, per la sua dignità e per le professioni libere ho dato vita alla Casa di Vetro in Milano. Premetto questo solo perché vorrei dire qui qualcosa di estremamente impopolare: che agli uomini non sono concesse le pari opportunità.
Mi si obietta: ma dai, se loro le hanno tutte, le opportunità, se siamo noi donne che dobbiamo arrabattarci per ottenere un po’ di potere … ma dai!
Allora, parlando di pari opportunità si intende, credo, che ciascuno, garantito dalla Costituzione, senza “distinzione di sesso”, ha diritto ad accedere alle opportunità disponibili alla pari con gli altri. Però, signori, una bambina può indossare tranquillamente i pantaloni (sono più comodi, coprono dal freddo …) ma un maschietto che si presentasse con la gonna sarebbe sbeffeggiato e deriso a vita. E come sbeffeggiato? Chiamandolo “femminuccia”, come vengono chiamati i bambini che piangono. Questo modo di deridere non aumenta la stima delle bambine che, anzi, possono portare anche i pantaloni tanto femmine sono e femmine restano. Però una bambina che picchia, che fa la ganassa, è un “maschiaccio” non un maschietto.
E allora? E’ che a noi donne non piace neanche un po’ che ci si derida definendoci mascolinizzate se occupiamo dei posti di rilievo e, chissà mai!, di potere. Non ci va che ci dicano, come complimento, che ragioniamo con “gli attributi”, che mostriamo di averceli. Non ci va: è un nostro pieno diritto, rivendichiamo, di trascorrere da un ruolo all’altro, da un apice all’intera scala gerarchica senza perdere per nulla la nostra caratteristica peculiare dell’esser donne. Pantaloni o gonne, sempre donne (mi torna in mente una deliziosa pubblicità di tempo fa: né puttana né Madonna finalmente solo … gonna!) e a testa ben alta. E perché mai agli uomini non è concesso di attraversare i confini degli abiti? Perché un uomo che porta abiti (sciarpa, pantaloni, camicia) di una certa sfumatura di rosa, di quel tal verdino trasparente viene comunque sogguardato di striscio con un sorrisetto o un pensiero volante? Perché naturalmente siamo tutti moderni, colti e civilizzati, è ovvio che essere gay è un diritto, andiamo, dov’è il problema? Però, quel sorrisetto …
Molte donne si lamentano perché fanno fatica a trovare posto negli istituti di bellezza perché già occupati dagli uomini che, udite udite, si fanno pure depilare! e non entro qui nel dettaglio delle parti più pregiate che devono essere ben depilate!
Ma come, ci si sconcerta, ma così si femminilizzano! E, notare, non viene detto con ammirazione, come sarebbe ovvio (della serie: essere donna è un pregio), no, con un certo disappunto. E perché mai noi donne dovremmo detenere l’unico diritto a curare il nostro aspetto proprio mentre rivendichiamo di non essere considerate solamente per la nostra bellezza? A me Michele Santoro imbiondito non piace, ma è questione di gusti, a me quelli brizzolati piacciono e io i capelli li porto bianchi, dunque non c’è gioco, ma non vedo proprio perché per lui (e per i tantissimi uomini che si tingono i capelli) si debba avere sempre quella tolleranza compiacente come verso un bambino che vuole giocare con le cose degli altri.
Mi si dice: pensa che ci sono degli uomini che amano i tessuti di seta e che, pur essendo di abitudini eterosessuali, indossano volentieri i fruscianti e avvolgenti abiti femminili. E, credi, ci vanno anche con le mogli, ci sono dei posti in cui le coppie vanno a vestirsi con abiti femminili ma non sono gay, ma pensa te!
Ora, a me non divertirebbe, non so, non ci ho mai pensato prima sul serio, spesso si è giocato nella vita ai travestimenti ma perché se una donna porta lo smoking è elegantissima e se un uomo indossa abiti femminili è un po’ patetico se non ridicolo?
Che vado cercando? Che le pari opportunità sono una cosa troppo seria per non giocarle a tutto campo, non ci saranno mai donne libere e piene di dignità senza che ci siano anche uomini liberi e dignitosi: che tutti possiamo esplorare, curiosare, provare e definire per noi, persone uniche e sessuate, come vogliamo apparire nella nostra esistenza, come vogliamo aggirarci nel mondo.

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libera professionista, psicoterapeuta, saggista, counselor, formatrice. mcristina@mckoch.fastwebnet.it, www.lacasadivetro.com, www.sistemanet.com, www.sicolombardia.it

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