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Il cocco dell’analista finanziario. Sette tipi di manager: 4

di Francesco Varanini 10 Marzo 2014

L’analista finanziario studia e analizza l’azienda al fine di stabilirne lo stato di salute, definirne la struttura, la redditività e valutare le prospettive economiche. Gli indirizzi strategici, le scelte organizzative, investimenti e priorità, tutto dipende dalla voce dell’analista-oracolo.
Forse tutto nasce da una reciproca comprensione: meschino e ingrato il ruolo dell’analista: fare le pulci in casa altrui, decidere altrui destini in base a miseri e poveri, semplificanti indicatori; meschino e ingrato il ruolo del manager che deve chiedere all’analista il permesso per fare ciò che ritiene giusto fare in casa propria. Di qui, può darsi, la reciproca indulgenza. Di qui la disponibilità a tener conto dell’altrui punto di vista.
Forse tutto nasce dalla reale o apparente debolezza del manager – che l’analista pensa di far su come vuole. O forse è sta tutto nell’abilità del manager: apparire debole e accondiscendente. Forse tutto dipende da coincidenze, comuni hobby o vicinanze culturali.
Forse dipende al fatto che l’analista riconosce a quel manager il tocco magico: la capacità di uscire comunque dalle impasse, l’intuito o la fortuna o il coraggio.
Fatto sta che il-cocco-dell’analista è baciato dalla sorte. Va a genio all’analista, che è quindi disposto ad ascoltarlo. I bilanci ed i conti talvolta non parlano chiaro o non buttano bene. Ma il-cocco-dell’analista ha buon gioco, perché le sue ragioni e le sue dichiarazioni –anche se scarsamente documentate, anche se per nulla evidenti rispetto alle universali metriche della finanza– vengono prese in considerazione.
Non si pensi che si tratti di una situazione rara: nonostante tutti i tentativi di normalizzare e di raffinare, gli strumenti di cui dispone l’analista sono poveri e e imprecisi; e si prestano ad un uso discrezionale. Perciò il vantaggio competitivo di cui gode il Cocco-dell’analista rispetto ad ogni altro manager, sia una correttissimo Manager-come-si-deve, sia un Complice o un Miracolato, il vantaggio competitivo è enorme.
Il Cocco-dell’analista può permettersi di sbagliare, e quindi di rischiare. Il Cocco-dell’analista può permettersi di andare oltre gli obiettivi che interessano immediatamente alla Finanza. Se la Finanza bada non solo alle chiusure trimestrali, ai bilanci e agli indicatori fondamentali, se la Finanza si fida del manager, il manager può tornare a svolgere il suo ruolo più pieno, può investire, può cercare lo sviluppo, può valorizzare nel tempo le risorse dell’azienda.
Triste dover osservare come il manager debba essere Cocco-dell’analista per agire con libertà. Triste pensare che gli altri stakeholder debbano sperare che al vertice dell’azienda cui sono interessati sieda un Cocco-dell’analista. Triste anche osservare che spesso i manager baciati da simile fortuna non usano il vantaggio per agire con libertà e coraggio – ma usano invece la circostanza per un garantirsi un un più facile e confortevole quieto vivere.
Figura particolarmente ricercata dagli Head Hunter, il Cocco-dell’analista è una figura a rischio: il tocco magico può essere perso, e gli analisti possono cambiare. Il successo può rapidamente trasformarsi in cattiva fama. La carriera è soggetta al volubile giudizio dell’analista, ma intanto, con un po’ di attenzione, può essere colto in momento di vacche grasse, e può essere sfruttata la buona fama. Cosicché il sogno proibito del Manager-come-si-deve –il ‘paracadute’– è invece pienamente alla portata del Cocco-dell’analista. Il ‘paracadute’: se verrà rimosso dall’incarico, a prescindere dal motivo e dai risultati raggiunti, avrà in ogni caso diritto ad un lauto compenso. Tanto si sa: a pagare il compenso dei manager, in forma più o meno esplicita, diretta o indiretta, è sempre il suo vero datare di lavoro, lo shareholder, il fondo di investimento, il puro investitore finanziario.
Si capisce che la relativa debolezza del Manager-come-si-deve faccia comodo a tutti, e lasci tutti tranquilli. Un Miracolato non può essere cercato, può essere solo trovato per strada; ed entrato nel ruolo diventa inamovibile, un peso spesso troppo pesante. Il Complice è pericoloso; gioca la propria partita contro tutti. Ma pericoloso, in modo più subdolo, può risultare il Cocco-dell’analista.
Perché un ultimo, inquietante risvolto deve essere tenuto in considerazione. La Finanza non è in grado di vedere, e non è interessata a vedere, i risultati che l’azienda potrebbe ottenere. E invece si fida della persona, del Cocco-dell’analista. Se il Cocco-dell’analista volesse, potrebbe spostare i capitali necessari a comprare l’impresa di cui cui è Amministratore Delegato, o Direttore Finanziario.
Qualcuno credeva di possedere il controllo dell’azienda – ma il Cocco-dell’analista può soffiargliela da sotto il naso.

Tratto da Francesco Varanini, Contro il manager. La vanità del controllo, gli inganni della finanza e la speranza di una costruzione comune, Guerini e Associati, 2010. 

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