Sicuramente disponiamo, chi più e chi meno, di tempo ed energie. Quanto e come impieghiamo tali risorse?
C’è infatti chi riesce a diventare presenza costruttiva. L’esserci diventa un valore sociale: costoro fanno accadere le cose, sono riferimento per gli altri, mettono insieme ciò che hanno attorno; sono onesti e capaci di attivare processi fiduciari. Insomma sono capaci di metabolizzare, trasformare e costruire; utilizzando la terminologia di Wilfred Bion, riescono a svolgere una funzione alfa, cioè trasformare l’esistente informe producendo istanze essenziali per la memoria e l’apprendimento, e quindi per il pensiero e l’azione.
Una società è sana quando facilita e sostiene processi di buon utilizzo delle risorse disponibili, arginando al meglio le inevitabili entropie. Disporre di criteri chiari circa le modalità di impiego delle risorse è importante per orientare i comportamenti sociali.
Ecco che è un valore la generazione, l’ascolto e il confronto, lo sviluppo e l’apprendimento, la circolazione delle informazioni, la selezione fondata sulla meritocrazia, la redistribuzione secondo le capacità. La trasparenza, l’onestà, la sinergia, il riciclo, la disponibilità, l’impegno sono tutti sintomi di un sistema funzionante.
All’opposto si pongono le risorse sociali non impiegate o mal impiegate. In questo senso non è un segnale incoraggiante ogni forma di eccesso: l’evasione, la collusione, l’abuso, la menzogna, la manipolazione, lo spreco, l’esasperazione e ogni forma di ossessione.Foto: Smoke °2