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Donne in musica 1

di Davide Storni 22 Gennaio 2017

Le donne hanno fatto da sempre parte del mondo della musica anche se discriminate e limitate nella loro capacità espressiva. Come esecutrici, cantanti o strumentiste, le donne sono sempre riuscite ad avere un ruolo nel mondo della classica. Nell’elenco dei compositori più importanti non vi sono invece donne fino al XX secolo.

Perché? Ritengo per pregiudizio: pensate che il padre di Fanny e Felix Mendelssohn disse a sua figlia “la musica diverrà forse un lavoro per Felix, per te deve essere solo un ornamento”. Questo atteggiamento era molto diffuso all’epoca, tanto che lo stesso Felix, pur apprezzando il lavoro della sorella, ritenne di dover pubblicare a suo nome alcune delle sue canzoni in quanto riteneva che non fosse opportuno che fossero pubblicate a nome di Fanny.

È come se alle donne fosse concesso esibirsi, ma venisse loro negata la possibilità di essere creative, generatrici, il che è paradossale considerando che sono le generatrici dell’intera umanità.

Malgrado questi pregiudizi, Fanny Mendelssohn compose 460 pezzi musicali, prevalentemente per piano.

Nell’800 si distinse anche  Clara Wieck Schumann sia come pianista che come compositrice, lasciandoci 23 opere pubblicate più un certo numero di composizioni non numerate.

Facendo un passo indietro nel tempo troviamo un’altra donna che ebbe delle difficoltà: Antonia Padoani Bembo (1640-1720), veneziana, ebbe supporto dalla famiglia nella sua passione per la musica. I problemi nacquero dopo essersi sposata: il marito, il nobile Antonio Bembo,  arrivò a rinchiudere lei e i figli nella casa di famiglia per evitare che Antonia si esibisse come cantante e proponesse le proprie composizioni.

Antonia non si arrese, fuggi da Venezia e si trasferì a Parigi dove ebbe la possibilità di esibirsi davanti a Luigi XIV nel 1677. Quest’unica esibizione le valse una rendita che le permise di ritirasi in una comunità di semi-clausura. Di Antonia Padoani Bembo rimangon0 sei raccolte di composizioni  conservate presso la Bibliotheque Nationale de France.

Di Antonia Padoani Bembo possiamo ascoltare 3 arie cantate da Roberta Invernizzi.

La vita di Antonia si incrocia con quella di altre due compositrici Barbara Strozzi (1619-77) e Elisabeth-Claude Jaquet de la Guerre (1665-1729) . Con al prima, veneziana come lei, condivise il maestro, Roberto Cavalli; incrocerà invece la seconda alla corte di Francia.

Barbara  Strozzi visse in un ambiente sociale dove la musica ricopriva un ruolo importante. Il padre ne assecondò l’abilità musicale fino a fondare una accademia dove Barbara potesse esibirsi e proporre le proprie composizioni. Pubblicò diverse opere tanto da essere considerata il compositore più prolifico di Venezia alla metà del ‘600.

Possiamo trovare diverse cantate su youtube tra le quali “Sino alla morte” che vale sicuramente un attento ascolto.

Di poco più giovane, Elisabeth-Claude Jaquet de la Guerre  nacque e sviluppò la sua carriera musicale a Parigi, dove si distinse come musicista di corte e incrociò i propri passi con Antonia Padoani Bembo.  Possiamo ascoltare una sua sonata a questo link: Sonata n 1

Di Elisabeth-Claude rimane un numero cospicuo di opere, tra cui cantate, opere per clavicembalo, violino e viola da gamba.

Opere di Bembo, Strozzi e Jaquet de la Guerre sono raccolte in un notevole CD del 2004, “Armonie barocche, tre donne in musica” di Roberta Invernizzi (soprano) con Bizzarrie Armoniche e Elena Russo (edizioni Amadeus).

Fine prima parte

 

a questo link il database delle opere aggiornato

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Consulente e facilitatore, lavoro per primarie aziende del settore dei servizi. Socio fondatore di Bloom

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