L'IMPRENDITORE, IL MARE E UN TRAM AFFOLLATO
di Aleph V°
Fare impresa nel terzo millennio deve significare andare al di là di competitività, qualità efficienza che sono valori
noiosi ed un po’ ipocriti.
Occorre vivere imprenditorialità, praticare progettualità e costruire significato!
Noi insegniamo queste cose agli imprenditori. E lo facciamo
in un week end di poesia, musica e progettualità
Vi racconto come perché, forse, potreste cominciare anche
voi a farlo …
Prima
di cominciare vi invito a rileggere i versi di un poeta,
scritti trecento anni prima del mio tempo e cento del vostro …
Certamente
li conoscete, …. ma posso chiedervi perché non avete
capito che rivelavano i comportamenti tipici dell’imprenditore di successo?
Viandante son le tue orme
la
via, e nulla più;
viandante,
non c’è via,
la
via si fa con l’andare.
Con l’andare si fa la via
e nel voltare indietro la
vista
si
vede il sentiero che mai
si
tornerà a calcare.
Viandante, non c’è via
ma
scie nel mare.
(Antonio
Machado)
Noi
mettiamo questi versi ne frontespizio di un volantino
a due facce che distribuiamo via agli angoli delle strade …
Sì
davvero! Mi immagino la vostra perplessità: ma noi
abbiamo internet e voi siate ancora la volantinaggio? Ebbene
sì! Perché nel tempo che ci separa la mancanza di progettualità
imprenditoriale ha portato ad un mondo …. Ma non è
ancora il tempo di rivelarvi la nostra condizione.
Lasciatemi
raccontavi come stiamo facendo noi per riattivare progettualità
imprenditoriale. Ah ho cercato di riscrivere il volantino come se fosse scritto
nella vostra epoca. I nostri usano riferimenti della nostra epoca che per voi
non avrebbero senso.
Le
ragioni per partecipare al week end
DIFFICOLTA’ CRESCENTI
Non
ci vuole molto a indicarle, dal punto di vista dell’imprenditore:
Il peso della competizione sta
diventando insopportabile,
l’organizzazione sembra sorda e ribelle,
il sistema informativo divora risorse e
non fornisce informazioni,
il controllo controlla tutto tranne le cose
utili,
internet sembra solo una vetrina folcloristica
la
liquidità sta peggiorando…
VALORI che non intrigano come i vizi. Valori
un po’ IPOCRITI
Per
affrontare i problemi crescenti si dice che occorra perseguire competitività. Cioè
innovazione tecnologica
qualità
efficienza
e flessibilità
Ma questi valori più sembrano utili, più sembra difficile perseguirli.
Sono come le buone virtù…che sono solo dichiarazioni
pubbliche e che non intrigano come i vizi privati.
Sul
mercato si cerca potere e non innovazione e qualità.
All’interno
dell’organizzazione…si cerca pure potere e non efficienza e flessibilità.
Una CULTURA di GESTIONE che da quasi un secolo
non si rinnova
La
cultura manageriale, al di là di restyling, è la stessa
da quasi un secolo! Che differenza c’è tra l’organizzazione
scientifica del lavoro ed il moderno reengineering? Solo il fatto che la prima
ha funzionato e il secondo no!
Sarà
ben difficile che questi tre problemi non siano legati.
E’
molto probabile che i tre problemi che abbiamo citato siano legati: una vecchia
cultura permette di esprimere solo vecchi valori che non hanno più alcuna capacità
di risolvere le difficoltà.
Anzi,
forse sono proprio la vecchia cultura
ed i vecchi valori che generano le difficoltà. E
trasformano la gestione d’impresa da una navigazione in mari sconfinati in un
triste pendolare su tram puzzolenti ed affollati. Infatti
….
storia
del mare che diventa un tram…
Ogni
imprenditore si sente un navigatore solitario di mari inesplorati. Che osa l’inosabile. Che trascina
l’organizzazione verso l’inosabile e che davvero costruisce la sua via che neppure
lui mai più tornerà a calcare!
Nei
mari inesplorati non si incontrano i chioschi della
grattachecca. E non si incontrano neppure i concorrenti.
Altrimenti sono inesplorati solo per gli imprenditori
della domenica che durante la settimana fanno l’impiegato al catasto.
Quando,
dopo la guerra, è stato creato il sistema industriale
italiano gli imprenditori hanno trasformato le macerie delle bombe in un mare
immenso dove tutti costruivano nuove rotte…
E’ affascinante guardare gli altri veleggiare
liberi e avventurosi per il mare. Viene voglia di tentare anche noi. Ma
solo un po’!
Correre per nuove rotte si rischiano secche, scogli e brutti incontri. Ed
allora è meglio percorre vie già battute…
Ecco che il mare, lungo le rotte battute,
è andato affollandosi! Guardandosi intorno l’imprenditore
non vede più le onde, ma altri imprenditori. Che diventano
sempre più numerosi. Tutti hanno lo stesso problema: il fatto che ci
siano gli altri. Per non soccombere tutti cercano di farsi largo con lo stesso
sgomitare: qualità, efficienza e flessibilità. I più deboli vengono
calpestati, ma i più forti si trovano a combattersi sempre più duramente. Menando
botte da orbi gli imprenditori si sono arenati tutti insieme
sul bagnasciuga.
Dalle caravelle di Colombo
al tram dei pendolari che si contendono, sudati e puzzolenti, i sedili ed i
finestrini. Ad aumentare
la confusione sul tram è salito anche il venditore della grattachecca che pure
lui ha abbandonato le onde di un mare che è tornato ad essere infinito, ma che
nessuno percorre più.
C’è chi è più oppresso, chi ha trovato posto
vicino ad un finestrino. Ma anche lui sente il puzzo
di tutti e rischia che l’insistente venditore di grattachecca gliela versi sui
pantaloni. Mentre il mare è sempre là fuori: da guardare
e non navigare… Oggi vi sono anche dolci sirene che promettono paradisi fantastici.
I colpevoli che ammassano gli imprenditori
nel tram della competizione sono certamente fuori.
Due
sono notissimi e da tutti additati: la globalizzazione e la deregulation dei
mercati che pigiano tutti insieme a tutti.
Ma se è così non possiamo far nulla. Se non invocare la clemenza di Giove Pluvio o maledire il governo
ladro che, insieme a Giove, è l’altro colpevole della pioggia, della fanghiglia…che
ci aspetta caso mai il tram si dovesse fermare…
La competizione si
fa con l’andare, cioè con il competere!
Una
volta il mare era davvero infinito, poi è stato trasformato
in uno stagno…
Il
periodo in cui è nato il sistema industriale italiano
è stato completamente dimenticato!
In
quel periodo gli imprenditori sono riusciti in una grande
opera di ricostruzione perché avevano proposte imprenditoriali forti.
Il frigorifero, appunto. Era un prodotto che rappresentava non certo una
innovazione tecnologica, ma molto di più: una nuova civiltà!
Era
una innovazione esistenziale: di quelle che costano
cuore e speranza, ma non soldi!
Poi
abbiamo perso il coraggio del futuro. Abbiamo abbandonato le innovazioni esistenziali
e ci siamo rifugiati nelle innovazioni tecnologiche. Alle quali non siamo riusciti a dare significato.
Lo
dimostra il caso di Internet che vediamo solo come
uno strumento per rendere più efficiente la compravendita di prodotti che un
tempo avevano un forte significato esistenziale, ma che oggi sono banalotti
banalotti. E solo il fatto di comprarli attraverso un nuovo strumento riesce
a dare loro una verniciata di innovazione.
Ora
la banalità si copia facilmente: da parte di moltissimi. Ed
interessa sempre meno…
E,
quindi, costringe i produttori di banalità a guerre sempre più aspre per…cercare
di guadagnare un finestrino sempre più lontano dal
mare.
Ma davvero non riusciamo a provare ad immaginare il nuovo tipo
di civiltà che è possibile creare attraverso la rete?
Anche in questo caso la via si fa con l’andare.
Troveremo una risposta quando cominceremo a cercarla!
Ma
ce lo impedisce il linguaggio. Se
parliamo di qualità di un prodotto/servizio immaginiamo che esso non possa essere
rivoluzionato, ma solo migliorato. La qualità tanto più
è eccelsa tanto più blocca l’innovazione profonda. Rimane solo il restyling
Se
parliamo di efficienza ci ritroviamo a costruire burocrazia
perché per far diventare più efficiente una organizzazione occorre burocratizzarla.
E se costruiamo burocrazia poi non riusciamo ad avere
flessibilità.
Se
parliamo di qualità ed efficienza intendiamo una macchina…
Il
linguaggio del management tayloristico (e, come abbiamo anticipato, nel management
tayloristico includiamo anche le proposte più recenti come il reengineering
o la learning organization) è assolutamente monolitico. Semplicissimo, senza
dialetti né eccezioni. Un linguaggio burocratico.
Un
linguaggio burocratico non differenzia, ma omologa. Se anche in qualcuno esiste
la nostalgia del frigorifero, cioè la voglia di proporre
l’inosabile, l’utilizzo del linguaggio del management impedisce di parlare di
questa nostalgia. Costringe a cercare nelle tasche il biglietto del tram. Perché
non arrivi un controllore che ci butti fuori anche dal tram.
La
macchina è la metafora predominante del secolo scorso. E’ la metafora che ha
generato la rivoluzione industriale. Ma nel corso di
questo secolo si è piano piano andata formando una nuova metafora per parlare
di quei sistemi che non sono macchine. Intendiamo parlare della metafora della
complessità che è assolutamente estranea a tutto il mondo del management.
La
conoscenza non è una nuova rotta che abbiamo la voglia
di costruire. Forse perché non si trovano i chioschi della
grattachecca. Che sono il richiamo più forte
per gli impiegati del catasto.
La proposta
che facciamo agli imprenditori è molto semplice: piantiamola di parlare come
il benemerito Taylor (anche se insaporito di post-industrialità) ed iniziamo
ad usare il linguaggio della complessità.
Così facendo
non riusciremo più a dire le vecchie cose e saremo costretti ad inventarne altre!
Sarà come smontare
il tram!
Ferro che diventa
ferraglia! E che viene voglia di buttare. Insieme a
valori ipocriti che nessuno ama perseguire: la competitività e tutto quanto
ne consegue.
Una volta che
abbiamo buttato la ferraglia ci ritroveremo liberi.
E la corsa verso
il mare non sarà più impedita. Si proprio quel mare
che i più bravi oggi riescono a vedere solo dai finestrini del tram!
Il programma del week end sarà il seguente”
La prima serata sarà dedicata al “Management
Cabaret”
Il
management cabaret proporrà una sintesi originale della metafora della complessità
raccontata attraverso immagini, suoni, danza e poesia.
Mattino
Le metafore della complessità: le stelle, i quark
e il dito opponibile del panda
La
metafora della complessità diverrà viva prosa ed esclusiva. Viva perché nessuno
si dimenticherà l’obiettivo di fondo: che il mare torni
ad essere grande e profondo. Esclusiva perché nessuno aveva mai pensato, prima
di allora, di trovare cosa accomuna le stelle, i quark e il dito opponibile
del panda con la capacità di produrre valore delle imprese.
Pomeriggio
Dalla competitività alla imprenditorialità.
Utilizzando
la metafora della complessità si coinvolgeranno gli imprenditori in un percorso
.. imprenditoriale.
La
ricerca della competitività permette una innovazione
banale come l’innovazione tecnologica. Permette di aprire un sito Internet.
Non di inventare il frigorifero.
L’utilizzo
della metafora della complessità permette di scoprire
la storia del ciclo di vita del valore.
Cioè il percorso attraverso il quale il mare
si inaridisce in rotte sempre uguali. Ed il percorso attraverso il quale si
può tornare ad essere pirati dell’impossibile. Cioè evitare la trappola della competizione che inaridisce
la capacità di produrre valore di una impresa.
L’imprenditore potrà misurare a che stadio del
ciclo di vita del valore si trova l’impresa.
Serata
La seconda serata sarà dedicata
al cielo.
Il
cielo racconta la storia di tutte le storie. Attraverso immagini racconteremo la cosmogonia e la cosmologia moderne: per capire
la storia all’interno della quale avvengono tutte le altre storie.
Mattino
Dalla qualità al significato.
L’imprenditorialità
significa…significato. La capacità di uscire dalla trappola di un significato
del passato che pretende di condizionare il futuro… Scopriremo
certamente il significato della rete. E il nuovo mondo che
la rete permette di costruire. Se non si spaventa troppo ad essere una
rete di uomini.
L’imprenditore esplorerà
le ulteriori potenzialità di significato dell’impresa.
Pomeriggio
Dalla efficienza
alla progettualità.
Significato...significa
una organizzazione che impara a gestire il proprio
cambiamento. E che viene controllata non attraverso
obiettivi, ma attraverso il controllo del processo progettuale.
Racconteremo
come, così facendo, i cambiamenti tanto più sono globali
tanto più sono rapidi ed economici.
L’imprenditore immaginerà
nelle sue linee essenziali un progetto di cambiamento radicale.
I
risultati che otteniamo? Entusiasmanti. Soprattutto
perché il week end che organizziamo non ha obiettivi di insegnamento,
ma è un momento di una strategia completamente rivoluzionaria di partecipazione
sociale.
Forse
ve ne parlerò …