L'IMPERATIVO MOBILE
Svegliarsi, prepararsi,
recarsi al nostro "posto".
Arrivare e lavorare sul posto. Incontrar gente, mangiare, parlare, faticare
in quel posto.
Lasciare il posto a posto a fine giornata, tornare sul posto domani
Combattere, litigare, negoziare e scioperare per il "posto" è
nel nostro DNA. Vogliamo un posto fisso perché ci dà sicurezza
nell'affrontare le situazioni della vita. Ma questo " posto" di lavoro
esiste ancora?
Nell'economia sempre più di servizi e sempre meno di prodotti possiamo
lavorare ovunque, seduti e in piedi, in treno o in barca a vela, sulla terrazza
di casa o in riva al mare
ci sono tanti "posti" di lavoro che
possiamo scegliere in base alle circostanze del momento. E' chiaro ormai che
"un posto" non ci basta. E infatti milioni di persone stanno lottando
per non dover più lavorare in "un posto" e tanto meno se fisso.
Lo stesso posto fisso si è messo in movimento, spinto dalle unioni politiche
ed economiche sovranazionali che impongono inediti requisiti di flessibilità,
adattamento, trasferimenti e spesso brevi permanenze.
Ancora tollerata la "postazione", però col desk virtuale sul
computer cosa ce ne facciamo della scrivania? Non serve nemmeno più per
il posacenere in quest'epoca di Vietato Fumare ormai ubiquo.
Per la net generation (mezzo miliardo oggi) il "posto di lavoro" sta
perdendo di significato e fra soli tre anni ci sarà almeno un miliardo
di persone che per lavorare non penseranno più a un posto e a un orario
ma a un insieme di funzionalità sviluppabili ovunque e in qualsiasi momento.
Non avremo più un posto da difendere ma una mobilità da mantenere.
Si prospetta a breve la lotta sindacale a difesa della mobilità, l'unica
forma unanimemente riconosciuta per accettare di lavorare le fatidiche otto
ore o anche più purché non inchiodati "sul posto".
Il flusso di informazioni costante renderà azzardato staccarsi dall'online
e imporrà a tutti di sapere, intercettare, proporre, spedire, sorvegliare,
memorizzare
Chi ci darà la forza per alimentare questa mobilità
perpetua?
I manager e gli operai e la maggioranza degli imprenditori saranno finalmente
uniti nella lotta contro l'Imperativo Mobile, imposto da un'oligarchia di fibrillati
ottici
Dovremo salvaguardare la Terza Età dall'indottrinamento informatico e
sabotare qualsiasi programma di alfabetizzazione! I semplici ci salveranno:
i Pensionati, la prossima classe dominante perchè non computerizzata
e col privilegio di custodire e poter tramandare oralmente la Tradizione genuina,
proprio com'era nell' AC (AnteComputer).
I figli dei nostri figli brameranno il posto fisso con Accesso Limitato a internet,
pillole computer-repellenti e auto "vintage" senza chip, da guidare
con gli occhi, con le mani e con i piedi.
Noi mezzo miliardo di internettiani nascondiamo molti esseri umani che sono
già tentati di tornare al posto fisso, ma ce n'é un altro mezzo
miliardo in arrivo sulla Rete, 2 miliardi che non vedono l'ora di poterlo fare
e ancora 3 miliardi che almeno una volta vorrebbero provare a usare il telefono,
facili e felici prede dell'Imperativo Mobile.
Il "posto" di lavoro era il nostro Eden e l'abbiamo perduto un'altra
volta.