PERCHE' UN'IMPRESA DOVREBBE 'INVESTIRE IN ETICA'?
Perché è
pronta a mettersi in discussione per stabilire, o ristabilire, un rapporto di
qualità col pubblico.
Nessun imprenditore profit oriented è immune da azioni mirate a favorire
il suo tornaconto o quello di una minoranza, e quindi “anche” a
discapito degli altri, che sono poi la maggioranza. Ma non per questo il suo
operato deve collidere con l’etica, e infatti si va imponendo all’attenzione
delle aziende non solo la tutela della proprietà e quella del CdA ma
la tutela degli azionisti, degli stakeholders e di tutti i ‘portatori
di interessi’.
Si tratta di confrontarsi sul senso della misura –la misura del margine
operativo, l’orientamento al reinvestimento– e sulla legittimità
del diritto altrui-cioè della comunità- a condividere, e non solo
simbolicamente, i benefici dell’iniziativa privata.
Chi “entra nel mio orizzonte” anche per breve tempo o del tutto
casualmente, ha un suo progetto di vita che necessariamente incrocia il mio:
dobbiamo essere entrambi disponibili, per quanto possibile, a tenerne conto
e a modificare i rispettivi progetti per renderli compatibili. Ciascuno difende
la propria unicità ma accetta e condivide quella del suo prossimo, e
questo è ciò che ci rende simili, appartenenti tutti all’umanità.
Ma l’impegno etico nel mondo degli affari è anche una leva di marketing
ormai ineludibile, motivo di simpatia, generatore di consenso e quindi di preferenza
d’acquisto. Una USP, “unique selling proposition” direbbe
Ogilvy, capace di dare alla comunicazione il tanto agognato plus decisivo.
Mentre sul fronte interno la Direzione Personale deve impegnarsi a valorizzare
l’originalità, le unicità di ciascun individuo le cui conoscenze
sono il fondamentale asset intangibile dell’impresa. Così il ‘principio
etico’ si sposa con gli obiettivi del business e rende conveniente l’investimento.
1 - Presidente Assoetica