Le famiglie
NoTv: la qualità dell'anti audience
di Bruno Bonsignore
La garbage-TV sta allevando
generazioni-audience allucinate, alienate e rintronate da assurdi livelli di
decibel, senza modelli di valori morali ed etici e bombardate di suggestioni
negative o violente.
E' l'audience che fa la qualità? Sappiamo tutti che non è così,
al contrario! Tuttavia gli inserzionisti puntano inesorabilmente i gettoni dei
loro budget miliardari in funzione del livello dell'audience: più telespettatori,
(presunti tali) più spazi pubblicitari pianificati. E funziona, certo.
Ma potrebbe funzionare anche il contrario: meno audience, più qualità
del contatto, migliore e più duraturo rapporto con lo spettatore, nella
direzione del lifetime customer.
Come funzionerebbe questo mondo rovesciato?
La dimostrazione della qualità sta sempre nell'audience, ma nel senso
che tanto più è bassa tanto migliore è il programma.
Gli spazi pubblicitari, in un programma di qualità, sono ovviamente ridotti
e di conseguenza molto ricercati da parte degli inserzionisti, che pesano ancora
il valore di un bene in funzione della sua scarsità anziché dell'abbondanza.
Pochi spazi non consentono di puntare sulla frequenza né sulla sovrapposizione
e duplicazione del messaggio ma sulla qualità, e quindi in linea col
presupposto iniziale.
Gli inserzionisti pianificheranno i pochi spazi pubblicitari previsti nei programmi
di qualità, destinati ad un pubblico televisivo degno di tale nome, e
quindi non finalizzati a produrre audience ma a trasmettere qualità.
I creatori di contenuti per questi programmi non saranno script writers, sceneggiatori,
producers, pseudo intellettuali ma semplicemente artisti, poiché i nuovi
programmi di successo saranno quelli con contenuti culturali.
La nuova chiave per il successo dunque è inversamente proporzionale all'audience.
L'educazione è inesistente o impotente e allora l'arma da adottare è
la stessa usata con cinismo dalle Corporazioni Globali: intrattenimento, ma
culturalmente ricco, e vantaggio economico.
Lo spettatore della NoTv family, con un desk top box collegato al suo televisore,
deciderà se restare nel gregge o staccarsene per accedere ai programmi
culturali. In pratica gli inserzionisti pagheranno per contattare una contro-audience,
e tanto più questa sarà ridotta tanto più costoso sarà
il contatto.
Il marchingegno che rende possibile tutto questo è un banale "noTVmeter"
installato presso un campione rappresentativo di famiglie, sul modello Auditel,
che rileverà le abitudini non televisive delle famiglie.
Il funzionamento è semplice: nelle case del panel ci sarà un apparecchio
TV (ed uno solo, soggetto a verifiche rigidissime) con una scatola nera che
rileverà le ore d'accesione, il programma sintonizzato e la durata di
visione, proprio come nel meter normale.
Oltre alla rilevazione dei programmi visti, le famiglie del panel compileranno
un report sul "tempo non-tv" e quindi su cosa fanno quando NON guardano
la televisione, utilizzando un modulo standard che prevede le varie possibili
attività (conversare, uscire per
, mangiare, leggere libri-quotidiani-riviste,
giochi di società, internet, discutere, studiare, stare con amici, amore-sesso
ecc.).
Gli inserzionisti interessati alle NoTv family potranno contattarle -previo
autorizzazione degli interessati- con altri media di direct marketing, corrispondendo
un determinato costo-contatto.
In base alle risultanze del meter sarà possibile determinare diversi
livelli NoTv delle famiglie, attribuendo loro una valenza-contatto inversamente
proporzionale al tempo passato davanti allo schermo: minore il tempo, maggiore
il coefficiente qualitativo della famiglia!
Le famiglie NoTv saranno premiate con dei credit di valore sociale ed economico,
con bonus sugli abbonamenti ai quotidiani, ai concerti, al teatro, con biglietti
per viaggi di turismo etico, libri e musica di qualità
.Organizzazioni
etiche non profit provvederanno a stilare le categorie merceologiche e i prodotti
degni delle famiglie NoTv per le valenze culturali, biologiche, ambientalistiche
ecc.
Essere una famiglia NoTv sarà un marchio di qualità generatore
di vantaggi culturali ed economici, e obbligherà le aziende a riposizionare
le proprie strategie non solo per il comportamento etico ma per nuovi approcci
culturali.