LA
CONCRETEZZA ESIGE IL LIBERARSI DA SCHEMI MENTALI RIGIDI
Nel mondo del pratico attuale è la dinamicità di pensiero e azione
che conta!
Essere concreti. Cosa vuol dire? Aldilà della facile retorica che associa concretezza ad un senso di affidabilità e costanza, qual è il fattore cardine che da a questo termine un senso di solidità, di forza? La risposta è semplice ma non banale: la capacità di rapportarsi con azioni tangibili al contesto in cui ci troviamo. In altre parole il concreto è la persona che riesce a rendere reale un progetto, un piano, un’idea; una persona che fa quello che dice senza necessariamente dire quello che fa, anzi lasciando che siano i fatti a parlare più delle parole.
Schemi mentali
Il concreto è una persona che utilizza al meglio le risorse
ed il contesto in cui agisce. In altre parole, prendendo a presto
un termine che ha radici neuroscientifiche (studio del funzionamento
celebrale e del sistema nervoso), il concreto è una persona
che utilizza efficacemente i propri schemi mentali. Infatti,
il concreto prima definisce ciò che vuol fare, lo articola
dentro di se e magari lo trasmette anche agli altri, poi riesce
a rendere tutto questo realtà. Questo processo viene
delineato appunto da uno schema mentale: da un modo di procedere,
di associare pensieri ad azioni. Spesso si parla di schemi mentali
in modo negativo: “Quello è fissato con quel modo
di fare!”. In realtà dobbiamo renderci conto che
gli schemi mentali sono la fonte di qualsiasi tipo di professionalità.
Grazie alla formazione e all’esperienza creiamo e perfezioniamo
schemi mentali che ci portano ad eseguire determinati compiti
in modo rapido, valorizzando il nostro intuito e un senso di
identità professionale e personale.
Per questo gli schemi mentali di per se hanno soprattutto una
valenza positiva; anzi, è fondamentale identificare consapevolmente
gli schemi mentali che ci portano ad utilizzare le nostre percezioni
e, di conseguenza, ad agire in un determinato modo. Le dinamiche
di qualsiasi schema mentale si basano su due fattori: il sapere
ed il fare. Sono fattori che si alimentano a vicenda e che permettono
di agire con un forte senso di radicamento alla realtà
in cui ci troviamo. E’ su queste radici che si sviluppa
la concretezza!
Schemi mentali
rigidi
Quando associamo al termine "schema mentale" una sensazione
di negatività, di resistenza, lo facciamo perché
siamo abituati a pensare a schemi mentali rigidi. Quel modo
di fare e di pensare (nostro e degli altri) che ci da fastidio
in quanto rappresenta una barriera rispetto a ciò che
vorremmo fare o che dovremmo fare. In tal senso uno schema mentale
diventa rigido quando i due fattori (sapere e fare) continuano
ad alimentarsi secondo una prestabilita e invariata routine
andando a formare un sistema chiuso e amorfo. In questo sistema
chiuso ben presto il fattore sapere perde gran parte della sua
importanza (c’è ben poco da sapere in quanto quella
determinata azione l’ho già fatta centinaia di
volte!) ed un fare operativo e meccanico si impadronisce del
modo di pensare e di agire (“Ho sempre fatto così
e continuerò a fare così!”).
Da un punto di vista psicologico l’assottigliarsi del
sapere e il crescere di un fare meccanizzato sminuiscono il
nostro senso di identità professionale e personale. Da
qui hanno origine tante lamentele (“Non mi sento realizzato
nel mio lavoro!”, “Ma il tempo non passa mai!…”)
che di per se spesso non fanno che rafforzare il perfido meccanismo
del fare operativo che sovrasta il sapere.
Schemi mentali
dinamici
Quando invece a lavoro ci sentiamo realizzati, motivati, pieni
di energia invariabilmente siamo coinvolti in un contesto che
da il giusto equilibrio e valore al sapere ed al fare. Sentiamo
allora parlare di lavori che danno il giusto grado di varietà
operativa, che non sono ripetitivi e che ci portano costantemente
ad utilizzare “la testa”. Questo senso di energia
proviene dall’impiego di schemi mentali dinamici. Questi
sono schemi in cui le dinamiche fra il fare ed il sapere sono
equilibrate e aperte: si espande la sfera del sapere stimolando
lo sviluppo della sfera del fare che a sua volta invita ad approfondire
il sapere e così via; gli schemi mentali che formiamo
e che utilizziamo sono molteplici e il nostro grado di professionalità
viene evidenziato dalla capacità che abbiamo nello scegliere
rapidamente lo schema mentale più adeguato al contesto
in cui ci troviamo.
In qualsiasi campo professionale, quando si arriva (per merito!)
ai massimi livelli del settore, si può star certi che
per scelta (magari anche inconsapevole) abbiamo formato un'ampia
gamma di schemi mentali da utilizzare e sappiamo scegliere prontamente
quelli più adeguati allo scopo di concretizzare ciò
che vogliamo fare. In un conteso sociale ed economico in continuo
cambiamento è evidente che chi sceglie di ampliare la
gamma dei propri schemi mentali ha una marcia in più
rispetto a chi vuole a tutti i costi continuare a utilizzare
quelli che ha sempre usato (ancora una volta, magari anche inconsapevolmente).
Per questo la concretezza (un senso dinamico di forte radicamento
con la realtà) ci porta a valorizzare la creazione e
l’utilizzo di schemi mentali dinamici.
Sapere Per
Fare e Fare Per Sapere!
Ho voluto raccogliere sinteticamente queste riflessioni in occasione
della presentazione della rivista on-line www.SaperePerFare.it
proprio perché la rivista è nata per permetterci
(a noi tutti, collaboratori e lettori) di ampliare la gamma
dei nostri schemi mentali allo scopo di portare un senso di
innovazione pratica e concreta in azienda e nel mondo del lavoro.
Attraverso la lettura e la riflessione di esperienze di vita
altrui (senza confini geografici, sociologici o culturali) possiamo
arricchire la nostra gamma di schemi mentali e metterla alla
prova nel nostro quotidiano lavorativo o personale (Sapere per
Fare).
Possiamo far questo con la consapevolezza di mantenere aperte
le nostre associazioni fra pensiero e azione, traendo insegnamento
dai risultati che otteniamo (Fare per Sapere). All'interno di
questo contesto (proprio nello spirito progettuale che può
essere qua consultato www.sapereperfare.it/progetto.htm
) la rivista ambisce a divenire un laboratorio virtuale di idee
ed azioni. Un laboratorio di tutti e per tutti basato sulla
considerazione che più idee ed esperienze facciamo circolare
costruttivamente, più diamo forza a quella fonte di Sapere
che alimenta un Fare serenamente e naturalmente innovativo nella
sua praticità e concretezza!