BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 18/06/2007

LA MIA VITA IN ITALIA
di Ewa Piotrowiak

 

La mia vita in Italia inizia nel 2000. A settembre arrivo a Ferrara, a 30 minuti di viaggio in treno da Bologna, dove frequento gli studi universitari presso la facoltà di Lettere e Filosofia.
Vengo iscritta al 3° anno e mi vengono convalidati alcuni esami conseguiti all’Università di Poznan, la ma città natale, alla facoltà di Lingua e Letteratura Italiana – la mia passione fin dalle scuole medie.
E lì che inizio a studiare l’italiano, “la lingua straniera molto melodica e bella”- sento dire più volte dagli altri. E così decido di impararla, seguendo lezioni a distanza presso una scuola di lingue (ESKK) a corrispondenza. Mi impegno al massimo: studio i vocaboli a memoria (chiesa, casa, amare e guardare – sono le prime a essere memorizzate), ascolto le cassette, faccio compiti che successivamente invio alla scuola dove vengono corretti e rispediti. Mi faccio interrogare perfino da mia mamma. Ci tengo tantissimo a imparare più cose possibili. Nel mio diario scrivo: a 18 anni voglio parlare fluentemente l’italiano. Guardo i programmi italiani trasmessi dalla satellite, compro riviste e giornali. È uno dei miei passatempi preferiti durante il liceo. All’esame di maturità scelgo la lingua italiana come lingua straniera, materia obbligatoria (anche se nel mio liceo non viene insegnata, mi faccio seguire all’esame da un’insegnante di un’altra scuola).
Terminata la scuola superiore, supero l’esame di ammissione all’Università – Lingua e Letteratura Italiana e a settembre del 1997 ne divento la studentessa.
Dopo tre anni inizio a sognare un’Università Italiana e mi immagino tra i suoi banchi. Mi informo presso l’Istituto di Cultura Italiana di Varsavia, sulle pratiche e condizioni del trasferimento. E dopo mesi di preparativi e disbrigo di pratiche burocratiche, arrivo con il pullman in Italia. Tutta la mia famiglia rimane in Polonia ma io sento che la mia vita è altrove.
Letteratura latina 1 e 2, Metrica latina, Grammatica latina, Didattica del latino, “mi metto le mani nei capelli” e tra l’entusiasmo e la paura intraprendo il mio cammino nella grande Università di via Zamboni. Dispersa e insicura ma determinata e affascinata ne respiro la cultura e la storia. Ore di studio nella biblioteca del dipartimento di Italianistica, accompagnata una volta dal vocabolario latino - italiano, un’altra da quello italiano antico per capire Dante. Tra soddisfazioni e bocciature arrivo alla laurea.
Come tesi di laurea scelgo Didattica Italiana di cui il professore rimarrà per me un maestro di vita.
Nel giorno della discussione l’emozione è grande. Festeggio con i miei genitori a cui dedico la mia tesi. Mi faccio scattare da mio papà la foto con il busto di Copernico (situata presso la facoltà di Storia dell’Arte). Me lo sono promessa ogni volta passandogli vicino, che il giorno della mia laurea verrò a salutarlo.
Dopo la laurea mi trasferisco a Milano dove inizio a frequentare il corso in Ricerca e Selezione del Personale. La mia paura di non trovare lavoro è tanta e penso sempre: un datore di lavoro di fronte a un curriculum vitae mio e di un’altra persona italiana opterà di sicuro per il secondo. Ma non voglio arrendermi e penso seriamente dove poter indirizzare le mie conoscenze acquisite durante gli studi, le mie passioni e i miei interessi.  Scelgo di lavorare con le persone. Tutte le mie energie e il tempo dedico a capire come faccio ad arrivarci. Seguo il colloquio di orientamento presso l’Informa Giovani, leggo il libro “Ce l’hai il paracadute” di R.N Bolles consigliato a chi cerca o desidera cambiare lavoro.
Compro il catalogo Career Book della Somedia per conoscere le aziende e il modo in cui si possa inviare la propria candidatura. Non perdo l’energia ma ho sempre nei pensieri la considerazione di me stessa non all’altezza della situazione. Il mio pensiero è la convinzione che le aziende non hanno bisogno di una polacca. Che magari non conosce sufficientemente bene la loro cultura, le tradizioni, l’economia, il modo di lavorare ecc. Come faccio quindi io? Non immagino quindi assolutamente di poter farne parte. Ma nonostante tutto non mi perdo d’animo.
Il corso in Ricerca e Selezione del Personale mi aiuta molto nell’iniziare a credere nella possibilità di trovare lavoro. Anche perché al termine del corso è previsto uno stage obbligatorio presso un’azienda. Ricordo bene un episodio che successe alla fine del corso e che vorrei raccontare. Durante l’ultima lezione ognuno dei partecipanti al corso doveva fare un colloquio di selezione a un candidato vero, affiancato dal Titolare della scuola nonché la persona con una grossa esperienza nell’ambito del Personale. Dopo il colloquio il Responsabile ci doveva dire che cosa è andato bene e quali sono i punti di miglioramento. Dopo il mio colloquio ho detto al Responsabile che ero preoccupata e mi sentivo non all’altezza del ruolo, perché avevo paura di sbagliare qualche parola e la persona che intervistavo avrebbe potuto dire: “ma cosa ci fa questa straniera qui, a farmi il colloquio?” .
Il mio Responsabile invece mi ha detto che non era assolutamente vero e che la persona, quando capiva che non ero italiana avrebbe potuto invece dire: “brava questa ragazza, anche se straniera è arrivata a fare questo lavoro”. Mi hanno illuminato e rincuorato tanto le sue parole. E gliene sono molto grata.
Dopo il corso ho iniziato lo stage in una Società di Consulenza in Ricerca e Selezione del Personale di Milano dove lavoro tutt’ora. Dopo 6 mesi di stage sono stata assunta con il contratto di apprendistato. Vi ho trovato un ambiente molto accogliente, aperto e curioso nei miei confronti. Sicuramente l’atteggiamento di questo tipo da parte della persone con cui lavoro mi ha aiutato molto a credere in me.  Non ho comunque smesso di aggiornarmi su tutto quello che riguarda l’Italia, dall’economia alla politica e all’attualità.
Per sentirmi sempre più preparata e all’altezza delle situazioni che vivo, continuo ad aggiornarmi e incuriosirmi, non rinunciando alla persona che sono, una polacca che ha nel cuore l’Italia.

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