BLOOM! frammenti di organizzazione

Emanuele Fontana

recensione di:
Francesco Varanini
Romanzi per i manager
Marsilio, Venezia 2000

Francesco, Thomas e e le vite parallele.

Dopo cena io e Francesco ci incamminammo verso la macchina; lo dovevo accompagnare all’albergo che avevamo prenotato per lui il giorno prima.

Durante il tragitto a piedi gli consegnai un mio libro di poesie, il primo e ancora unico, pregandolo di accettarlo come ricordo della sua visita in quella città. Lui lo prese volentieri e promise, come ha poi mantenuto, di leggerlo.

Prendendo spunto dal libro mi espose poi un concetto basilare della sua formazione: il considerare il lavoro dello scrittore, del poeta, al pari di quello del consulente, del manager, del formatore, come un continuum della personalità di noi uomini applicati all’impresa. La nostra esperienza professionale, osservò, non può fare a meno delle contaminazioni di altri aspetti della nostra personalità.

Il mio scrivere poesie era visto come un percorso contemporaneo al mio operare quotidiano fra budget, processi di formazione applicati, analisi organizzative, ecc. Non un passatempo divertente ma un modo per prolungare l’esperienza del giovane consulente con i versi, in maniera orizzontale.

A distanza di anni, leggendo il suo libro "Romanzi per i manager", edito da Marsilio nel 2000, ritrovo il significato della continua interazione fra realtà-vite che non hanno un parallelismo solo formale ma sono il divenire della stessa partecipata esistenza.

Così i gusti letterari e le insonni notti spese a leggere classici e meno classici della nostra e di altre letterature diventano spunti interpretativi per leggere le organizzazioni. Modellando il continuum fra vite parallele sulla linea del vivere fino in fondo il percorso professionale dentro e fuori l’organizzazione.

I gusti letterari diventano la misura di dati aziendali non facili da razionalizzare con i consueti strumenti di analisi. Ma non solo: vedere l’azienda attraverso gli occhi di grandi scrittori diventa anche un esercizio di stile, un’estetica applicata che gratifica il lettore.

Nel libro di Varanini non c’è solo la gustosità dei parallelismi fra Tolstoj e la leadership o fra Conrad e la turbolenza. C’è anche la rivalutazione di un profondo metodo di indagine: la lettura del sistema organizzativo con la sensibilità dell’analisi qualitativa. Dove il termine assume indubbiamente una doppia valenza, come paradigma metodologico, noto, e come processo di selezione estetico, per vivere l’emozione di leggere per "leggere" una realtà.

Come paradigma metodologico ci ridà il senso del processo onnicomprensivo di interpretazione scemando i contorni deterministici ma proponendo una visione.

In questo l’indagine di Varanini è acuta e sferzante, propone temi, traiettorie, visioni dell’organizzazione come un sistema complesso e difficilmente riducibile. Con la sensibilità dell’umanista compie un’operazione così sofisticata che, metaforizzando, grafici e bilanci divengono metodi di lettura limitati.

Come processo estetico permette al lettore di scoprire e riscoprire la valenza del pensiero di grandi scrittori anche in funzione della interpretazione di momenti storici, realtà che possono sfuggire per complessità all’analisi sociologica o antropologica.

Così la sensibilità estetica di un Thomas Mann nel suo capolavoro I Buddenbrook diviene un modello antropologico di lettura della realtà commerciale di Lubecca a fine ottocento e della famiglia borghese di quel tempo mediato nel contempo dal gusto per vivere quelle esperienza direttamente, senza intermediazione, grazie all’aiuto dell’arte. Il raffinato senso estetico dell’interprete garantisce la ripetizione di questo processo applicato su altri piccoli e grandi capolavori.

Esistono diversi percorsi nel libro. Si va dall’analisi delle leve del marketing con Zola, Campanile, Aleichem e Harabal, alle illustrazioni di crisi e cambiamento con Conrad, Cendras e altri.

In un continuo rimando ai testi originali Varanini astrae da pagine prese arbitrariamente concetti e proposizioni adattabili all’organizzazione in un percorso che non può non essere bidirezionale. Da un lato viene illuminata l’organizzazione con una luce nova, dall’altro i momenti di vita delle organizzazioni eleggono le pagine dei capolavori a loro stereotipi. In un gioco che forma e realizza percorsi di lettura della realtà organizzativa con le lenti del gusto estetico e il rigore dell’indagine antropologica; parallelamente.

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