BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 30/07/2007

Alessandro Jannucci

LA VOLPE E L'UVA. OVVERO: GLI OBIETTIVI TROPPO AMBIZIOSI E LA FRUSTRAZIONE

recensione di:
David Noonan, Aesop & The Ceo: Powerful Business Insights from Aesop and America's Best Leaders, Thomas Nelson Publishers, 2005; trad. it. Esopo e il manager. Brevi favole per vivere meglio in azienda, Etas, 2007

Una volpe disdegna come acerbo il grappolo d’uva fuori portata che non è riuscita ad afferrare: la morale nota è che si disprezza ciò che non si può ottenere. Declinato nelle competenze di un manager l’antico apologo di Esopo può significare che imporre obiettivi troppo ambiziosi ingenera frustrazione ovvero può rappresentare un pretesto per non impegnarsi a fondo nel conseguirli. Ancora, la formica che si prepara all’inverno facendo scorta di viveri,  in contrapposizione alla cicala che trascorre la bella stagione a cantare salvo poi ritrovarsi senza cibo, può rappresentare il core del pensiero manageriale: la necessità di pianificare, anche a lungo termine, la proattività come risorsa per affrontare la continue sfida al cambiamento. È quest’ultimo il principio cardine della fortunata strategia manageriale di E.W. Deming: una pianificazione (plan) cui seguano azioni (do), verifiche (check) e un consolidamento (act), a sua volta punto di partenza per un successivo plan. I manager conoscono bene queste e altre teorie e l’importanza di saperle tradurre ai propri collaboratori attraverso racconti o esempi in grado di universalizzare i problemi e modellare stili e comportamenti.

David Nooman, manager e formatore, è risalito alla fonte più antica del racconto paradigmatico, Esopo; così in questo leggibile libretto (Esopo e il manager. Brevi favole per vivere meglio in azienda, Milano, Etas libri 2007, 245 pp., 16 €) una selezione di alcuni tra i più noti apologhi dello scrittore greco del VI sec. a.C. è abilmente sfruttata per tradurre l’antica morale della favola nella morale del manager. Una versione accessibile del testo originale è il punto di partenza per una prima massima, come «i comportamenti non collaborativi portano con sé la propria punizione» a proposito del cavallo riluttante a gravarsi di parte della soma di un asino, ma costretto ad accollarsene l’intero alla morte di questi.
Dopo una breve esemplificazione di comportamenti non collaborativi in concrete situazioni aziendali, ne consegue la morale del manager: «le mansioni eccessivamente onerose devono essere ridefinite, suddivise fra più persone, oppure eliminate». È il caso delle cosiddette widow-maker, le mansioni impossibili che minano l’integrità di un’azienda e come tali vanno eliminate secondo quanto scrive il guru del management P. Druker in Il management, l’individuo e la società (Milano, Franco Angeli, 2002).
Ed è in effetti quanto sosteneva già Esopo duemilaseicento anni prima nella favola L’asino e il cavallo, ricordata ben a proposito in questo azzeccato e gradevole libretto. Se è vero che i classici rappresentano la nostra, contemporanea visione del mondo (Calvino), è merito di Nooman aver contribuito a questa ulteriore riscoperta della loro presenza in un ambito in cui certo non i manager né i classicisti li avrebbero mai pensati.

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