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Pubblicato in data: 03/09/2007

Riccardo Paterni

IL VOLTO DI UNA SICILIA POCO CONOSCIUTA

recensione di:
Rosario Crocetta

Io ci credo. Gela, città della legalità

Diple Edizioni, 2006.


Cattolico praticante, gay dichiarato e comunista; all'apparenza una persona che si identifica pubblicamente in questo modo sembrerebbe avere le idee non troppo chiare. In realtà Rosario Crocetta, recentemente rieletto al primo turno Sindaco di Gela con quasi il 65 % delle preferenze, le idee le ha chiarissime ed è molto bravo ad articolarle. Questo libro ne è l’ennesima dimostrazione. E’ un libro appassionato ed appassionante che fra passato, presente e futuro trasmette un contagioso senso di progettualità, di fare, di costruire concretamente per il bene comune mettendo da parte sterili e servili egoismi che in realtà finiscono sempre per fare comodo e tornaconto solo ai pochi.
La legalità per la rinascita
La legalità è la missione e la bandiera di Crocetta per creare un vero sviluppo a beneficio di tutta la collettività. Il titolo del libro “Io ci credo. Gela, città della legalità” è al tempo stesso eloquente e una coraggiosa sfida ad un presente e futuro della città che da tempo la mancanza di legalità ha compromesso. Crocetta è il primo a ‘metterci la faccia’ in questa missione con atti coraggiosi volti a scardinare un sistema di clientelismo e omertà. Nel libro Saro (come confidenzialmente lo chiamano tutti in città) stimola un giustificato senso di dignità e orgoglio collettivo facendo riferimento a più riprese al fastoso passato commerciale e culturale dell’antica città; radici di operosità che possono e devono essere portate di nuovo in vita. Scrive Crocetta: “Insomma, fra sogni nel cassetto e realtà dei fatti, credo che Gela e i Gelesi si siano sempre fatti da se e non devono dire grazie a nessuno. Siamo quelli che la storia ha voluto che diventassimo, anche nell’analisi delle vicende più recenti.
La città, quella sana e operosa, ha capito che il mio urlare contro la mafia, la criminalità e il racket, ha contribuito a farli sentire meno soli. Il fatto che io finisca spesso sui media sia nazionali che esteri, ha fatto cadere il tabù dell’isolamento e ci rende un po’ più parte integrante dell’Italia e dell’Europa. La scommessa dei prossimi anni è proprio questa: essere ancora una volta, dopo 2600 anni, un po’ protagonisti. E, in questo, il mare ci aiuta a partire con un gran vantaggio rispetto agli altri”. Questo è un messaggio forte: non isolarsi, affermare la propria identità sana ed integrarsi con l’esterno, rivalutare la natura e l’essenza della ricchezza storica culturale e commerciale che una privilegiata posizione geografica può rappresentare quando gestita sulle basi di una visione concretamente proiettata nel futuro a beneficio della collettività. Su queste basi Crocetta crede in una ‘rinascita’ di Gela (come lui stesso la definisce).
La politica vera e concreta: quella dei sogni e delle visioni...
Proprio su questa prospettiva è interessante mettere in evidenza il punto di vista di Crocetta sul ruolo del politico “La politica è una cosa seria e non va certo lasciata all’improvvisazione. Ma un politico deve anche rappresentare il sogno. Questa idea tutta manageriale che si è imposta la politica negli ultimi anni è profondamente errata. Gramsci, nelle note su Machiavelli scrive che ‘il novello Principe è l’architetto della costituzione della nuova società. Il politico non è solo quello che risolve i problemi spiccioli dei singoli, per questo basta un ufficio Urp, ma è la persona che riesce ad inquadrare il piccolo caso, anche personale, all’interno di una visione globale affrontando strutturalmente la questione che ne sta alla base. Il politico non può essere un tecnocrate, ma uno che studia la società, ci vive dentro, la rappresenta, condivide la tensione che la attraversa.”
In tempi in cui a livello nazionale e internazionale la politica e le figure dei politici sono messe in forte discussione é bello rilevare che proprio dalla Sicilia (terra ricca di idee e tradizioni radicate in tante culture che sono mischiate e contagiate nel corso dei secoli) emerga una visione della politica al tempo stesso più illuminante e pragmatica. Crocetta è una persona concreta, che fa quello che dice, che crede veramente in ciò che afferma e lo dimostra con i fatti (la sua recente rielezione ne è la testimonianza).
La ‘questione sociale’; dalla parte dei poveri nel nome del cristianesimo e del comunismo
C’è in lui una forte e coinvolgente carica umana che lo rende veramente vicino alle persone e alle loro vite, siano essi bambini, adulti o anziani. Una carica umana che trae la sua forza da una visione del mondo e delle persone che non si lascia limitare o ingabbiare da schemi o preconcetti che tendono ad etichettare e separare cose, persone ed idee. In questo senso Crocetta esprime molto chiaramente come sia possibile essere contemporaneamente cattolico e comunista: “Ritorno, quindi, a vedere il cristianesimo come un modo di vivere intensamente il grande mistero delle relazioni umane non come sopraffazione degli altri, ma come un porsi al servizio degli altri. Abbiamo un Cristo che non è solo un simbolo della non violenza, a cui mi ricollego totalmente, ma è al tempo steso opportuno comprendere che il regno della necessità non è certo il regno della perfezione.
La questione sociale è un motivo dominante per tutti i comunisti credenti che non conduce assolutamente verso la strada dell’ateismo come la propaganda Dc aveva sempre inculcato. Anzi, con tutto il rispetto per le opinioni altrui sono io che, oggi, non riesco a vedere nei partiti dei cattolici l’espressione del mio cristianesimo”. E’ la ‘questione sociale’ che fa da cardine alla spinta che Crocetta ispira al cambiamento, alla legalità, alla ‘rinascita’. Un cardine che, nella sua prospettiva, è supportato contemporaneamente dalla colonna del comunismo e da quella del cristianesimo.
“Credo che il comunismo non sarebbe mai nato se non ci fosse stato il cristianesimo. Se noi pensiamo che la società in cui Cristo va a inserirsi ha la necessità di fargli affermare ‘gli ultimi saranno i primi’, vuol dire che il valore degli esclusi, degli emarginati, nasce da una grandezza che sovrasta ogni ricchezza. Allora io penso che questo Dio mette in discussione le cose esistenti e che la storia dell’umanità non sarebbe mai arrivata all’idea di uguaglianza e solidarietà senza un’elaborazione filosofica così alta come quella del cristianesimo. Non trovo, quindi, anomalo l’incontro fra enunciazione religiosa e comunismo: è vero che l’analisi delle classi che fa Marx è bellissima, perché ci permette di comprendere il mondo contemporaneo, però è anche vero che ciò che decide che io sto dalla parte dei poveri non è solo la storia o l’analisi delle classi, ma una scelta etica e dietro l’essere comunista non può che esserci una scelta etica e una selezione di valori che ti può pure condurre a Dio”.
Un anticoformismo che coinvolge e unisce...
Crocetta è senza dubbio un personaggio che affascina per la sua chiarezza e schiettezza; schiettezza che è resa ancora più pungente e sostanziosa grazie al suo notevole bagaglio culturale e di esperienze professionali ben lontane dai contesti politici. Per tanti aspetti Saro è un anticonformista del tutto particolare: il suo non è un anticonformismo semplicemente ribelle che separa, che mira ad affermare una propria identità; bensì si tratta di un anticonformismo che unisce: unisce ideologie, unisce persone, unisce culture, in altre parole un anticoformismo che spinge a capire, ad interessarsi, ad agire in una dimensione etica e unificatrice, che coinvolge sia il cuore che la testa.
Che bello realizzare che proprio nella tanto maltrattata Sicilia (che tante forze passate e attuali tendono a isolare e marginalizzare), nascano e si sviluppino idee e pratiche che potrebbero e dovrebbero essere prese a modello del vivere etico e civile anche nel resto del Paese. Bello perché ci mostra il volto di una Sicilia poco conosciuta dai media ma che indubbiamente ha sempre fatto parte della ricchezza sociale e umana dell’isola: la voglia e la gioia di vivere nel rispetto della vita propria ma soprattutto di quella altrui.

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