BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 17/10/2005

Luisa Pogliana

Una lettura femminile o femminista dell'economia globale

recensione di:
SaskiaSassen, Globalizzati e scontenti, Il destino delle minoranze nel nuovo ordine mondiale, il Saggiatore, Milano, 2002.

Il libro è una raccolta di saggi riguardanti gli effetti della globalizzazione sull'organizzazione territoriale dell'attività economica e del potere politico. Con una notevole e originale sintesi di sociologia, economia politica e analisi culturale, esamina i fattori all'origine di questi processi e gli effetti sull'organizzazione dell'economia urbana, del processo lavorativo, e sulle strutture di riproduzione sociale.

Sassen parte da alcuni interrogativi centrali: perché un sistema transnazionale così esteso ha bisogno di strumenti di direzione e finanza così concentrati? Che relazione c'è tra la concentrazione nelle stesse aree dei due poli estremi della forza lavoro, qualificata e non? Come si collegano i grandi flussi migratori e gli spostamenti di capitale, entrambi funzionali all'economia odierna?

Come primo punto strategico dell'organizzazione economica globalizzata viene individuato il nuovo sistema di 'città globali', da New York e Londra a Bombay o Hong Kong, cittànecessarie per connettere i punti remoti di produzione, consumo e finanza in cui si concentra il potere finanziario e direzionale, e quindianche il ristretto cerchio di professionisti specializzati con altissime retribuzioni. Ma contemporaneamente anche lavasta offerta di manodopera a bassa remunerazione, integrata in attività di servizio per il settore strategico.

"Nelle attività di routine del complesso dei servizi di punta, dominato dalla finanza, prevalgono lavori manuali, scarsamente retribuiti, svolti spesso da donne e immigrati. Benché questi tipi di lavoratori e di mansioni non vengano mai rappresentati come una componente dell'economia globale, in realtà fanno parte dell'infrastruttura di posti di lavoro essenziale per la gestione e la concretizzazione del sistema economico globale.

Qui possiamo constatare che una dinamica della valorizzazione ha accresciuto nettamente la distanza fra i settori svalorizzati e quelli valorizzati, anzi, ipervalorizzati, dell'economia.

La disuguaglianza fra le potenzialità di profitto di diversi settori esiste da sempre. Ma ciò a cui assistiamo oggi ha assunto un diverso ordine di grandezza e va generando massicce distorsioni nel funzionamento di vari mercati, da quello degli alloggi a quello del lavoro."

Il cambiamento nella struttura del lavoro riguarda soprattutto del passaggio diuna serie crescente di attività ad un'economia 'informale': le imprese con possibilità di profitto scarso, in un contesto dove un significativo settore realizza sovraprofitti, vengono via via tagliate fuori dalla concorrenza e possono sopravvivere solo operando 'informalmente'.

Questo rilancia la famiglia come importante spazio economico, in quanto si verifica un indebolimento del ruolo dell'impresa nelle relazioni di impiego, e il passaggio di funzioni del mercato del lavoro alla famiglia. Fatto che riconfigura anche le relazioni economiche tra uomini e donne.

A questa svalutazione di settori di lavoro corrisponde infatti una maggior richiesta di manodopera femminile, dato che sono i servizi a basso valore aggiunto e l'industria manifatturiera urbana a subire il processo di svalorizzazione, settori dove predomina la presenza di donne e di immigrati.

"L'espansione di forze di lavoro ad alto redditoha portato ad un processo di 'signorilizzazione' che si fonda su una vasta disponibilità di manodopera a basso salario. Questa circostanza ha reintrodotto, in una misura da molto tempo sconosciuta, l'idea di una 'classe di servitori'. L'immigrata che serve la professionista bianca ha sostituito la tradizionale immagine della donna nera che serve il padrone bianco. Vi è la congiunzione di due dinamiche nella condizione femminile testè descritta. Da un lato le donne formano una classe invisibile, priva di potere, di lavoratrici al servizio di settori strategici costitutivi dell'economia globale, senza possibilità di avanzamento aziendale.

D'altro canto l'accesso a salari e stipendi (ancorché bassi), la crescente femminilizzazione dell'offerta di lavoro e delle opportunità economiche determinate dall'informalizzazione alterano le gerarchie di genere in cui si collocano le donne. Ciò è particolarmente evidente nel caso delle immigrate. Le donne vedono crescere la loro autonomia e indipendenza, acquisiscono un maggior potere decisionale sul bilancio domestico e su altre questioni familiari e legittimano le loro richieste di aiuto agli uomini nelle faccende domestiche."

Oltre alla trasformazione dell'organizzazione dell'attività economica la globalizzazione economica comporta anche una trasformazione nell'organizzazione del potere politico, e specificamente della forma della sovranità. Il secondo luogo strategico dell'organizzazione economica attuale, infatti, è individuato dall'autrice nella "frammentazione della sovranità".

Lo Stato-nazione cessa di essere il soggetto esclusivo di diritto internazionale nonché l'attore esclusivo di rappresentanza dei cittadini nelle relazioni internazionali. Si affermano come soggetti di diritto e attori nelle relazioni internazionali anche istituzioni sovranazionali non governative, alle quali è possibile trasferire alcune funzioni di regolamentazione di questi nuovi processi economici e sociali. Tra le organizzazioni sviluppatesi in questo modo appaiono oggi cruciali, come forma di affiliazione transnazionale, proprio le organizzazioni delle donne.

Tenendo conto delle conseguenze portate dalla nuova struttura economica nell'organizzazione sociale, nei rapporti tra uomini e donne in famiglia, del nuovo tipo dipresenza delle donne sul mercato del lavoro, questo fatto non appare casuale.

Ma soprattutto non è casuale che questi aspetti siano stati colti come nodi rilevanti dall'autrice.

Al centro del libro infatti si colloca uno dei saggi più interessanti, "Verso un'analitica femminista dell'economia globale". Nessun ideologismo si trova sotto questo titolo -come si può vedere dai brani citati-, ma un'analisi molto acuta e nuova della centralità del genere nella caratterizzazione dei flussi migratori, nella transnazionalizzazione della produzione e delle nuove forme di disuguaglianza che ne derivano. A conferma che una diversità di pensiero, di modo di leggere i fenomeni, come è nel caso di Sassen una lettura femminile o femminista, consente di cogliere aspetti nuovi e più illuminanti della realtà.


SaskiaSassen, Globalization and Its Discontents: Essays on the New Mobility of People and Money,New York: The New Press, 1999.

Pagina precedente

Indice delle recensioni