BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 16/03/2009

Gianfrancesco Prandato

UN ROMANZO CONSIGLIATO ALLE DONNE
Ovvero: bere, amare e il senso della vita

recensione di:
Gianfrancesco Turano,
Remedia amoris, Cairo editore, Milano, 2009

L’ultimo libro di Turano è finalmente in libreria.
Lo dico perché è l’ennesima prova che qualche cosa si muove nella letteratura italiana.
Io ho la fortuna di avere due amici scrittori dotati di talento superiore.
Uno è un saggista, con il dono di scrivere saggi dal profilo autobiografico ed è una persona nota a tutti noi: Francesco Varanini.
I suoi libri, anche i suoi articoli, specie quelli  che parlano di letteratura , sono in realtà pezzi di della sua biografia, della sua vita.
Turano è meno noto credo alle persone che navigano in questo sito, anche se ha scritto vari i libri e un capolavoro come Catenaccio.(1)
Questo suo ultimo Remedia Amoris, è un libro molto interessante, secondo me dopo il sopraccitato Catenaccio il migliore della sua pur vigorosa produzione.

La trama  è quella di poliziesco. In un condominio abita una pubblico ministero donna con l’abitudine di rimorchiare ragazzi più giovani di lei nei bar. Sotto di lei  abita una coppia ricca composta da un marito che crede agli alieni e ai complotti,  e al primo piano un notaio ossessionato dai ladri con moglie.
Improvvisamente dopo una serie di eventi premonitori sparisce la moglie avvenente  del ricco che crede agli alieni, e da lì comincia una indagine della pubblico ministero esautorata dal suo capo, ma aiutata da un sotto ufficiale dei carabinieri innamorato di lei.
 Il romanzo è un giallo,  se dovessimo fare dei paragoni alla Simenon, con una trama inizialmente esile, che si costruisce sui personaggi, pagina per pagina, parte lenta e poi si ingrossa in un vero mistero.
 Ma il libro brilla per altri aspetti. Il primo è lo sprofondare continuo nell’alcol della protagonista, che notte dopo notte e pagina dopo pagina beve quantità crescenti di Gin. la descrizione del bere ossessivo, stordente, deformante è davvero notevole. Il bere come ricerca;  la ricerca del malessere, come la  esasperata voglia  di fuga del giudice Mara Mattei è davvero toccante.
Poi c’è l’amore. altro tema del libro.

 Bere e amare sono entrambi vizi che danno dipendenza in modo  sottile e irresistibile.

Il libro ha altri aspetti interessanti. Come sempre la scrittura di Turano è piegata alla trama in maniera superba. Il libro è a tratti confuso, quasi onirico, mescola realtà e sogni che diventano desideri. Rispecchia il clima alcolico,  la visionaria malinconica della protagonista.
C’è poi in ogni capitolo un cambio di punti vista una zoomata su un personaggio, tutti hanno un amore che li lascia in pena e tutti desiderano un sentimento che non avranno mai compiutamente, ma solo a tratti, a sprazzi. L’intensità di questi sprazzi , di questi istanti è il senso della vita.
Ma oltre alla consueta abilità linguistica, al sapiente mescolarsi dei piani narrativi, quello che più colpisce in questo non facile romanzo è il continuo ricorso all’aforisma  dell’autore, che specie nella seconda parte, trasfigura il romanzo in un qualcosa di diverso, una specie di raccolta filosofica. E’ come se ad un certo punto Emil Cioran (2) e la sua caustica visione della vita si introducessero nel romanzo.  E le pagine assumono un valore erga omnes, diventano quasi una parabola, riflessioni sull’essere umano e sul senso della vita.
Apro a caso una pagina e trascrivo frasi a caso.

“Chi commette un omicidio è di rado un omicida. Voi umani avete poco in comune con le vostre azioni, siete banali e responsabili a intermittenza.”

“E tu sei lì con le mie carezze , la mie offese. Più schiacciante della morte è il numero di cose che non potrò’ mai dirti perché il ponte si è spezzato.”

“Il grande amatore, cioè il grande amato, non sottilizza. Il numero vale più della qualità, che è una illusione.”

Caustico e pungente  questo  giallo contiene un libro di filosofia, un trattato sui postumi della sbornia (3) e un inno alla speranza dell’amore.


1 - Vedi www.bloom.it/prandato16.htm

2 - Emil Cioran, Squartamento, Adelphi, 1982

3 - Juan Bass, Trattato sui postumi della sbornia, Castelvecchi, 2007

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