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Pubblicato in data: 12/09/2011

Giulio Scaccia

LE VIRTU' PER LA REALIZZAZIONE DELLA PERSONA

recensione di:
Charles Hackney
Le virtù guerriere
Ponte alle grazie, 2010

                                                                                                                       
Lo psicologo americano Charles Hackney, parte dall'analisi di una pratica sempre diffusa nel nostro paese, che è quella delle arti marziali. L’autore tralascia gli aspetti tecnici e si concentra soprattutto su quelli etici, individuando le virtù basilari del guerriero, il buon guerriero, che raggiunge i propri obiettivi senza calpestare gli altri.
Lungi dall'essere una persona violenta, il vero guerriero, nel combattimento come nella vita, è colui che sintetizza in sé l'istanza etica e le doti marziali, proprio come insegnano i guerrieri di ogni epoca come, ad esempio Leonida con i suoi spartani alle Termopili ed i Samurai con la loro disciplina e le loro regole.
Riprendendo, nel suo percorso di analisi, il metodo di Aristotele, Hackney si rifà alle tre parole greche télos, eudaimonia ed aretè.
Télos si traduce con “fine”, “obiettivo”, scopo”. In sintesi, per comprendere il télos occorre porsi una domanda: a cosa serve questo? Si può applicare ad un oggetto, ma anche all’essere umano. E qui si apre un varco importante a cui ognuno può tentare di dare una risposta: quale è lo scopo, il fine ultimo. Potremmo dire anche il senso dell’esistenza?
Eudaimonia è la via migliore a perfezionarsi per raggiungere il télos. Per diventare un individuo migliore, occorre sacrificio e duro lavoro.
Aretè è la virtù. Indica le qualità il cui possesso consente all’individuo di raggiungere l’ eudaimonia e la cui assenza è destinata a vanificare il suo movimento verso il télos. Le virtù sono quei tratti, che potremmo definire caratteriali, che consentono alla persona di “funzionare” al meglio e dispiegare le sue potenzialità in armonia e nel rispetto degli altri.
Hackney, setacciando la tradizione e le principali scuole di pensiero, individua cinque tratti ricorrenti che tendono ad essere approvati ed esaltati: coraggio, giustizia, temperanza, fortezza, benevolenza.
Queste sono le qualità del buon guerriero, e il testo ci racconta come ognuno di noi può coltivarle dentro di sé, migliorando noi stessi e il rapporto con il mondo circostante.
Alcune qualità, nel caso di specie il coraggio, spesso sono tema dei lavori di aula. Il coraggio, come tutte le virtù, si acquisiscono e si perfezionano mediante l’esercizio e la sperimentazione. Il rischio è il fallimento, ed il conseguente danno all’autostima. Ma senza coraggio, senza rischio, non c’è espansione, crescita, sviluppo.
Quest’ultimo è uno degli spunti che possiamo trovare nel testo e che fanno riferimento alle attività di formazione e di coaching. Ce ne sono molti altri.

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