BLOOM! frammenti di organizzazione

Renato Votta

recensione di:
Fabio Metitieri, Giuseppina Manera
Dalla e-mail alla chat multimediale
Ed. Franco Angeli - 2000

Il business ama la Rete perché può rappresentare una macchina per far soldi.

Marketing one-to-one, registrazioni, banner interattivi, accessi gratuiti; le stanno studiando proprio tutte per accalappiare i polli del Web; ma le dinamiche degli affari non sempre e non per forza prevaricano l’anima sociale e non profit del "popolo di Internet", che naviga per conoscere, per sapere, per creare legami e relazioni.

Questo libro incuriosisce perché, stipato tra gli altri della Franco Angeli nel settore delle librerie dedicato al Management ed all’Economia, è in realtà una dotta ed appassionata carrellata su questo nuovo medium, che aiuta a riflettere piuttosto che limitarsi a fornire scarne ed impersonali indicazioni tecniche.

I due scrittori, entrambi operatori del mondo della Comunicazione, passano in rassegna una serie di opere su Internet per dimostrare la loro tesi di fondo: è il fattore umano la vera ricchezza della Rete e il saper padroneggiare questo strumento ha il duplice vantaggio di emancipare dal rischio di finire nella schiera dei nuovi "not haves" e di esprimere liberamente, senza censure e filtri di sorta, la propria personalità ed i propri sentimenti.

"Finchè si resta in rete, però, la geografia non esiste, e lo spazio non si misura in chilometri. Citando ancora Rheingold ("Comunità virtuali" di Howard Rheingold, Sperling e Kupfer 1994 NDR): "Il luogo è sociale e cognitivo, non geografico". Rheingold riprende il concetto di "terzo luogo" per spiegare il successo delle comunità virtuali in un mondo dove gli spazi per socializzare e per conoscere, i terzi luoghi, appunto, diversi dal luogo in cui viviamo e da quello in cui lavoriamo, sono sempre di meno".

La Rete come piazza, come luogo di aggregazione e come strumento per essere liberi; sono tutti concetti assolutamente condivisibili, ma è necessario fare i conti anche con l’altra faccia della medaglia e cioè la finzione: il Lato Oscuro della Rete.

Gli autori introducono un paragrafo del primo capitolo riportando una breve poesia di Emily Dickinson, una scrittrice nordamericana vissuta nella seconda metà del diciannovesimo; è bello leggerla mentre si dibatte di realtà e finzione nel Web.

"Io non sono nessuno! Tu chi sei?

Anche tu sei nessuno?

Bene, allora saremo in due!

Ma non dirlo a nessuno!

Ci caccerebbero- e tu lo sai!

Che orrore-essere-Qualcuno!

Che volgarità-come una rana che ripete il suo

nome tutto il mese di giugno a un pantano

che la sta ad ammirare!"

L’anonimato consentito (finora) permette di assumere più identità completamente differenti dalla propria, talvolta a seconda dell’ambiente in cui ci si trova. Spesso nella realtà virtuale si diventa meglio di quello che si è nella realtà reale o, semplicemente, diversi. Oppure, finalmente, si può scegliere di essere la persona o la tipologia di persona che si è sempre desiderato di essere. "Internet, in fondo è un mondo la cui esistenza è determinata da un interruttore che si accende, un collegamento via modem, un clic". Ma nella querelle tra chi vorrebbe schedare e censire ogni presenza in Rete, magari con la scusa dei rischi che comporta l’anonimato (vedi la pedofilia) e chi vorrebbe una Rete sempre libera prateria per le passeggiate di chiunque voglia esserci e con qualunque identità desideri, gli autori sembrano schierati per la seconda fazione: i deboli, gli emarginati solo grazie alla Rete possono esprimersi senza timori: si pensi solo per un attimo ad un malato di AIDS…Internet, rimane, nonostante tutti i rischi e le controindicazioni, rimane un grande strumento di democrazia e partecipazione.

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