BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 04/07/2005

Emma Rosenberg Colorni

CHI UMILIA SI AUTOINGANNA

Scheda di lettura di:
Avishai Margalit, La società decente, a cura di Andrea Villani, Guerini e Associati, 1998

 

Mio commento: sembra che Villani non si accorga che ci sono valori di livello logico diverso.

Quelli della società decente sono ricorsivi, dunque fanno emergere qualità inesistenti nei valori lineari.

Il ‘non umiliare’ è ricorsivo altrimenti sarebbe fondamentalista, ecco perché è autoevidente e dunque postulabile.

Umiliare è umiliare l’umanità, che è ciò che puoi sentire quando ti senti umano. Umanità non è una caratteristica di un uomo ma di ciascuno rispetto a tutti, è dunque aspirazionale -> umiliare è in contrasto con questa aspirazione ad essere come qualità emergente dello stare insiemeconsapevolmente.

Umiliare significa frustrare questa aspirazione avvertita come già in atto da chiunque l’avverta. Non si umilia una persona. Chiunque umili (non consideri l’umanità di qualcuno) mi umilia in quanto umilia la propria umanità di cui io sono responsabile, non in quanto io mi sento umiliata.

Il rispetto di sé è un bene primario perché senza di esso non ha senso fare alcunché.

Umiliare => trattare gli umani come non umani, escluderli, portare mancanza di controllo.

Le circostanze sono umilianti solo se costituiscono il risultato di azioni o omissioni da parte di esseri umani.

L’appropriato concetto di onore è l’idea del rispetto di sé (fondamento per considerare in modo uguale le persone), come opposto all’autostima e all’onore sociale (fondamenti per gerarchizzare le persone).

Società decente => assenza di discriminazione istituzionale, accorda rispetto attraverso le sue istituzioni alle persone che si trovano sotto la sua autorità (mio commento: e le altre le tratta male rimanendo decente?)

Società civile => assenza di discriminazione individuale, le persone non si umiliano l’una con l’altra.

E’ necessario essere cauti nel limitare il modo in cui gli individui esprimendosi usano le rappresentazioni collettive che possono essere causa di umiliazione, mentre è possibile limitare fortemente le espressioni istituzionali.

AM con Nietzsche risponde: il mondo interno dello schiavo include il padrone, la moralità dello schiavo è il risultato di questa interiorizzazione vendicativa (porge l’altra guancia sicuro di mandarlo all’inferno) il cui risultato finale è l’atteggiamento cristiano che usa l’umiliazione per addestrare alla santità. Lo zio Tom è un esempio di un uomo buono che non ha rispetto di sé, considera la ribellione sbagliata perché solo Dio può redimere gli oppressi.

Ragioni per definire la società decente in negativo come ‘non umiliante’: asimmetria tra sradicare il male e promuovere il bene -> è più urgente rimuovere la sofferenza che creare benefici godibili; il rispetto non è un comportamento, mostriamo rispetto mediante atti compiuti per altri obiettivi, è più facile identificare un comportamento umiliante che uno rispettoso.

Giustificazioni dell’attribuzione del rispetto agli esseri umani:

AM: la caratteristica che giustifica il rispetto di sé è quella dell’appartenenza

mio: d’accordo purché:

Cosa giustifica il rispetto per gli esseri umani? Non può essere qualcosa di graduabile.

Le azioni passate non determinano il tracciato delle future, la loro interpretazione può cambiare in qualsiasi momento.

Vedere gli umani e umiliarli: chi umilia si autoinganna.

Non abbiamo bisogno di essere tristi per vedere e capire che una faccia è triste. Vediamo la faccia come triste direttamente, vediamo le labbra piegate in giù, non come risultato di un’ipotesi da verificare -> l’interpretazione è volontaria, ma ciò che vediamo non è volontario.

Vedo gli esseri umani nel loro aspetto umano non come un atto di scelta o di decisione, ma perché non posso fare altrimenti.

Vedere gli esseri umani come sfondo piuttosto che come figura, non dedicare loro attenzione, è un modo di ignorarli (es: padrone con servo, che è buon servo se rende facile ai padroni l’ignorarlo).

Paradosso dell’umiliare (simmetrico al paradosso dell’amare: l’amato vuole possedere l’amata desiderando al contempo che sia libera di sceglierlo): si umilia quando si fa ‘come se’ (nella consapevolezza che l’altro è umano) lo si escludesse dal consorzio umano, non ci sarebbe soddisfazione a escluderlo se non si sapesse che è incluso.

Sartre: vedere gli umani nell’aspetto umano significa vederli liberi di prendere le loro decisioni, trattarli inmodo che neghi la loro capacità di essere liberi (compreso il diritto di agire in modo non saggio) è rifiutarli come esseri umani.

Bernard Williams distingue tra emozioni rosse, che fanno arrossire, quando ci si vede con gli occhi degli altri es: vergogna, e emozioni bianche, che fanno impallidire, quando ci si vede con l’occhio interno della propria coscienza es: colpa.

Gli snob portano l’etichetta al livello dell’etica.

La finalità delle maniere è di escludere le persone dalla società signorile, ma di fatto ciò a contribuito allo sviluppo del concetto di privacy, che ha portato al concetto dell’individuo privato (es: nel Medioevo si sputava per terra, poi si usò passare il piede sullo sputo, poi sputacchiere, ora lo sputare in pubblico è disapprovato; es: pulirsi il naso sulla manica, poi con la mano sinistra, poi con solo due dita, infine con il fazzoletto => controllo delle secrezioni del corpo come preludio alla creazione di spazi separati tra pubblico e privato).

C’è una stretta connessione fra le lesioni della privacy personale e l’umiliazione: rispetto di sé e umiliazione sono basati su uno spazio privato la cui invasione lede gli interessi vitali della vittima, la sua capacità di controllo sulla propria vita.

Le burocrazie sono basate su relazioni impersonali, sono quindi indifferenti e lontane dagli individui e dalla loro unicità.

Una società con regole abbiette e funzionari corrotti è preferibile da una con regole abbiette e funzionari intransigenti.

Nelle società premoderne la stessa nozione di contare le persone era considerata un atto proibito, Re David fu tentato di fare censimento e questo peccato provocò pestilenza tra la popolazione.

Quando il pietoso non si crede immune da tribolazioni e difficoltà, la relazione si trasforma da pietà in compassione, ritornando simmetrica.

Rawls: una perfetta giustizia procedurale è un caso in cui esiste un modello giusto di distribuzione (es: porzioni uguali per tutti) secondo qualche criterio esterno alle procedure distributive (es: la persona che taglia la torta deve prendere l’ultimo pezzo).

ALTRO

La dignità è la rappresentazione del rispetto di sé, è l’espressione del rispetto di sé, si rivela nel comportamento di una persona sottoposta a umiliazione.

La vergogna include l’umiliazione, ma non viceversa.

Può essere che la società umili i suoi cittadini pur non violando i loro diritti umani.

La fraternità è parte del contesto di uguaglianza e libertà poiché è il legame umano su cui si basa la società, ma essa stessa non ha un contesto preciso. Mio: e se fungessero da contesto a vicenda ricorsivamente?

La non-umiliazione costituisce un criterio esterno di valutazione delle opere d’arte.

Es. distinzione colpa-responsabilità: i figli di nazisti possono sentirsi responsabili (es: desiderare compensare le azioni dei genitori) ma non colpevoli.

Quando parliamo di rispettare un animale, in realtà stiamo parlando di rispettare noi stessi, gli animali che ci sentiamo obbligati ad onorare sono quelli che nella nostra cultura sono diventati rilevanti simboli umani (aquila = libertà, metterla in gabbia è umiliarla di più che un pappagallo).

Perché fermarsi agli esseri umani nel garantire il rispetto fondamentale? AM: Il problema del nostro atteggiamento con gli animali non è l’umiliazione ma la crudeltà.


Avishai Margalit, The Decent Society, 1995.

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