BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 13/02/2006

Emma Rosenberg Colorni

IL POTERE DELL'ECONOMIA COME LUOGO DELL'INCONSCIO

Scheda di lettura di:
James Hillman, ll Potere, Rizzoli 2002

 

Il potere dell'Economia, come quello delle religioni, è stato interiorizzato, governa con mezzi psicologici, è il luogo dove oggi risiede l'inconscio: decide chi è incluso e chi marginalizzato, distribuisce premi e punizioni quali ricchezza e povertà.

Soltanto le idee del business sono realmente universali (profitto, proprietà, commercio, prodotto…) e concorrono a dare al business il suo potere.

L'aumento del potere deriva dall'allargarsi della nostra comprensione delle forme di potere e dal moltiplicarsi delle idee che abbiamo su di esso.

Es:

Bruciamo le idee troppo rapidamente, ce ne liberiamo mettendole in pratica. Trasformandole in qualcosa da usare blocchiamo la loro capacità generativa, concentrati sul 'come' e sul 'chi' evitiamo di giocare con il 'cosa' rigirandola nella mente vivendo un'idea come un piacere.

Un'idea che ostacola l'esame delle idee è la convinzione che siamo noi a crearle nella nostra testa, le attribuiamo alle presone che le hanno pensate, come se fosse il cervello umano a secernerle.

Met: (p. 39) buona parte del mobilio essenziale delle nostre menti è stato messo lì dai vittoriani, nei 60 anni compresi fra il 1830 e il 1890. Appartiene all'età eroica dell'industrialimo e dell'imperialismo, il suo stile è stato ispirato dalle macchine a vapore e dalle reti ferroviarie, dall'elettricità, dalla gerarchia di classe …

Probabilmente la capacità di far fare agli altri è la più semplice definizione di potere, che si nutre anche di concetti come efficienza e crescita. Questa visione, l' 'eroica del potere', può essere modificata dal Servizio, dalla Manutenzione che faranno pensare alla crescita e all'efficienza in maniera completamente diversa.

I concetti seguenti (efficienza, crescita, servizio, manutenzione) hanno un effetto decisivo sui nostri atteggiamenti e sul modo in cui le organizzazioni conducono i loro affari e progettano il loro futuro, sono dunque dei poteri a pieno diritto.

Efficienza

Nella Metafisica Aristotele individua 4 cause:

Se la causa efficiente viene scelta come unica causa, allora non importa più ciò che avviene, a chi avviene e per quale scopo, questi diventano dati subordinati in valore o persi dalla consapevolezza -> l'efficienza è uno dei modi principali della negazione , il lavoro efficiente si giustifica in sé, l'attenzione esclusiva all'efficienza difende dalla consapevolezza di ciò in cui effettivamente consiste il lavoro, e il lavoro non si può fermare in quanto 'funzionava' (es: Treblinka).

Elevare l'efficienza a principio indipendente porta a due conseguenze pericolose:

L'inefficienza diventa così uno dei modi preferiti della ribellione contro la tirannia dell'efficienza.

Oggi esistono dei business che si occupano di 'duble bottom line', profitto e responsabilità sociale.

Tentano di agganciare il profitto ad altre motivazioni riconoscendo che un'azienda non è un potere autonomo isolato entro i confini della sua proprietà.

Aspettarsi dall'amministrazione statale (poste, ferrovie, sistema carcerario, parchi …) un profitto significa dimenticarsi che è fondamentalmente un'industria del servizio, la sua efficienza può essere giudicata soltanto per i servizi che fornisce, se rispondono o no ai bisogni della gente che le delega il potere.

Crescita

Diventare più grandi non significa sempre migliorare.

Oggigiorno "più crescita = migliorare" non è possibile in quanto 'più' ,in realtà, può limitare le possibilità inerenti alla crescita.

La stessa idea di sviluppo, propria dell'urbanistica e della psicologia ('capitalismo psicologico' di uno Io sempre in crescita che tiene in mano il proprio destino), è cambiata. Oggi abbiamo bisogno di maestri della maturità che siano capaci di reggere la tristezza, che diano amore all'invecchiare, che possono manifestare l'anima senza ironia o imbarazzo, non di maestri della negazione, sostenitori capi-claque.

Non si tratta di rifiutare l'idea di crescita (archetipo per noi ineliminabile) ma di rielaborarla verso regioni più profonde correlate ai mutamenti delle nostre condizioni psicologiche e storiche:

Ciò che rende difficile la spoliazione è la paura. Si deve fare un lavoro di immaginazione il più possibile realistico:

La ripetizione è l'essenza del mestiere, non è priva di dignità, ma è un modo per curare la precisione che esprime la vocazione, è il modo attraverso cui le cose diventano belle.

Servizio

Non è possibile migliorare il servizio semplicemente rendendolo più efficiente (rapido, senza errori), in tal caso sarebbe sufficiente una buona attrezzatura digitale.

Per avere un buon servizio si richiede "qualcuno con cui parlare, che sappia fare bene e con cortesia quello che si chiede", 5 elementi: - persona umana - con facilità di linguaggio - e sensibilità - adeguata al compito - secondo il giudizio del destinatario

Il servizio e la produttività nascono da atteggiamenti psicologici radicalmente differenti, per il nostro modo abituale di pensare uno è simile all'arrendersi e sottomettersi e l'altro al conquistare e dominare.

La nostra idea di servizio rimane legata a dispositivi che fanno risparmiare lavoro (lavaggio panni, auto…). Fino a che un buon servizio significherà "eliminare ciò che non è necessario are" avremo un servizio arido, privo di fantasia, che limita in coloro che serve il potere immaginativo.

Un buon servizio invece fa quel passo in più, "esce dal suo normale percorso", trova il modo giusto per soddisfare.

L''ideale' implica qualità che vanno al di là di qualsiasi descrizione prestabilita. E' questo impulso spirituale la vera essenza del servizio.

Sensibilità estetica, coscienza di precisione: in quanto gesto estetico, il buon servizio offre a chi lo compie e a chi lo riceve, il piacere della bellezza dell'esecuzione, dando così intensità alla vita e aggiungendo valore ad un evento che altrimenti sarebbe soltanto transazione.

Ridurre in modo semplicistico il piacere, la gioia estetica che ciascuno di noi sente ogni volta che qualcosa viene fatta veramente bene, che trova l'uomo nel servire (prendersi cura, riparare, assistere, insegnare, pulire, rispondere, riordinare, accogliere, conservare, tranquillizzare, nutrire, guidare) non può che vanificare i nostri tentativi di migliorare la qualità da cui dipende l'economia.

Il servizio tratta ogni singola casa come portatrice di un proprio specifico valore, nella consapevolezza ecologica dell'unità dell'organismo Gaia che partecipiamo, ogni cosa diventa portatrice dell'anima del mondo.

Ri-spettareguardare ancora.

Il servizio diventa allora adeguata risposta ecologica, produce il minimo di danno e incrementa il valore o la bellezza.

La manutenzione è la particolare applicazione del servizio che richiede un'attenzione continua.

Il linguaggio del potere

Nella tradizione occidentale, che si esprime nel linguaggio che tutti ereditiamo nel momento in cui parliamo una qualunque lingua indoeuropea e che quindi rientra nel campo culturale della storia irrevocabile e inesorabile, crediamo che la capacità di fare, di agire, comporti l'autoritarismo, il dominio, lo spadroneggiare sulle cose, sulle persone, sull'ambiente.

D: come è possibile esercitare potere, fare qualunque cosa da agenti, senza per questo dominare?

Le teorie del potere rivelano spesso un approccio moralistico: l'ascendente (buono) la coercizione (cattivo), la persuasione (buono) la violenza (cattivo), il potere legittimo (buono) il potere usurpato (cattivo), affidato ai simboli (buono) alle armi (cattivo), condiviso e relativo (buono) dispotico e assoluto (cattivo).

L'approccio mitico di Hillman implica che il moralismo sul potere faccia un passo indietro: non ci sono figure assolutamente buone o assolutamente cattive.

E' davvero il potere ad essere sporco o è sporca l'idea che hanno del potere gli idealisti e i romantici?

Fino a che il concetto di potere è corrotto da una opposizione romantica con l'amore (con l'anima, con la bontà, la bellezza) il potere corrompe davvero. ((Ciò deriva dalla visione semplicistica che divide la Bibbia in Antico Testamento del potere e Nuovo dell'amore)).

Per uscire da questa competizione è sufficiente passare al plurale accorgendosi che il potere non è un'unica idea.

Lo stesso vale per il business: basta considerare non il profitto ma i profitti.

Affinché l'azione sia diretta e semplice il pensiero deve essere diversificato e plurale, quando il pensiero è troppo semplice per contenere l'ambiguità, si insinua nell'azione come ambivalenza.

Il 'pensare globalmente e agire localmente' diventa 'pensa sottilmente e agisci semplicemente'.

Sili di potere

Non si tratta di scegliere fra gli stili ma di percepirne la diversità e chiedersi quale sia il modello dominante in una data situazione, per rispondere:

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