PER UNA DEFINIZIONE
DELLA NUOVA BASE
IMMATERIALE DELL'ORGANIZZAZIONE
di Francesco Varanini
1.
Premessa
In una epoca ormai dominata dall'Information & Communication Technology, la
stessa idea che sia necessaria una organizzazione -intesa come struttura permanente e
visibile- perde forza. Andando a descrivere uno scenario che si caratterizza per essere
privo di fondamenti (di regole di funzionamento univoche e riconducibili a modelli) non
potremo procedere che smascherando immagini dell'organizzazione che appaiono ormai
tendenzialmente false. Le nuove organizzazioni possono essere descritte solo a partire del
substrato (digitale, virtuale, reticolare) sul quale poggiano.
2.
Interconnessione
Qualsiasi luogo dove l'uomo possa vivere é collegato, in un modo più o meno
agevole, ad ogni altro - garantendo così gli spostamenti di persone, materiali e
informazioni. Nel corso della storia abbiamo conosciuto reti diverse: reti di sentieri, di
strade, di corsi d'acqua, reti virtuali tracciate nel cielo e sulla superficie dei mari,
reti di segnali di fumo e reti di segnali veicolati lungo onde elettromagnetiche. A
partire dal 1700 lo sviluppo tecnologico ha garantito una serie successiva di salti nella
capillarità delle reti; nella velocità di collegamento tra punto e punto; e
contemporaneamente ha portato ad un incremento nella specializzazione. Il nostro
territorio é coperto oggi da sistemi diversi di trasporto (reti stradali, ferroviarie,
aeree), da reti specializzate nella circolazione di fluidi (dagli oleodotti agli
acquedotti alle reti fognarie), da reti di distribuzione di energia (gasdotti,
elettrodotti). Nell'ultimo secolo si é affermato un ultimo tipo di rete: i sistemi
specializzati destinati alla circolazione delle informazioni: dal telegrafo al telefono,
dalla radio alla televisione, fino alle reti che collegano tra di loro i computer. 'Ultimo
tipo', nel senso che in una certa misura la possibilità di spostare in tempo reale e a
basso costo informazioni rende meno necessario spostare uomini e cose. La pervasiva
presenza di reti in grado di interconnettere tra di loro i luoghi nei quali sono
archiviate le informazioni fa passare in secondo piano la capacità elaborativa delle
singole macchine, e la dimensione della loro memoria. Gli oggetti meritano meno attenzione
dei sistemi di interconnessione. La fonte delle informazioni non sono i nodi della Rete,
ma la Rete stessa, la Rete intesa come sistema di interconnessione tra le diverse reti
operanti. I sistemi organizzativi nati in un contesto precedente all'affermarsi della Rete
appaiono, nel nuovo scenario, tutti tendenzialmente obsoleti. Di fronte a ciò, non si
tratta ovviamente di riprogettare ex novo: a parte l'improponibilità in termini di costi
e di impatto sull'equilibrio del sistema, ciò sarebbe contrario alla filosofia della
Rete. Non si tratta di riprogettare ex novo, ma di comprendere come il contesto reticolare
impone di 'leggere' le organizzazioni. La filosofia della Rete dice innanzitutto una cosa:
la distribuzione sul territorio degli elementi (gli stabilimenti, le concentrazioni di
risorse umane in uffici, i magazzini ed i sistemi logistici), la distribuzione è
irrilevante. Il substrato costituito dalla rete di interconnessioni permette una
distribuizione casuale sul territorio del ciclo di produzione, e in genere dei 'pezzi'
dell'organizzazione. Una scelta 'razionale' dei luoghi non porta vantaggi, perché è
azzerata dall'efficacia nella circolazione dei flussi informativi: basterà che il grafo
dei collegamenti sia memorizzato dal sistema informativo aziendale, ed attivato nei
momenti e nei modi necessari. Emerge un nuovo rilevante parametro in base al quale
misurare efficacia ed efficienza: la qualità dei sistemi informativi. Se tutti -volenti o
nolenti, magari solo tramite il telefono, siamo wired, connessi- potremo esserlo in modo
più o meno economico e più o meno coerente con ciò che l'organizzazione richiede.
L'azienda stessa, in questa ottica, appare come sistema di interconnessioni - ed in quanto
tale é priva di confini necessari e prescritti a priori. Infatti la Rete, coprendo il
territorio, si offre come il tessuto connettivo sul quale disegnare le organizzazioni. Le
organizzazioni appaiono i questa luce un web, una ragnatela un grafo che indica i
collegamenti tra i luoghi dove 'pezzi' dell'organizzazione agiscono e producono. La forma
del sistema di interconnessioni é 'ipertestuale'. In luogo di una, ed una sola, sequenza
migliore dei flussi e delle operazioni, il modello prevede la possibilità di enne
percorsi tra punto e punto, ovvero di enne modalità operative, tutte efficaci e tutte
attivabili senza nulla togliere alla certezza dell'organizzazione. Il sistema di
interconnessioni é potenzialmente infinito, in perenne crescita: più telefoni per
famiglia, più computer per azienda - il limite non è nemmeno dato dal numero di abitanti
del pianeta, perché ad ognuno saranno date sempre più specifiche possibilità di
comunicazione attraverso punti di contatto fissi domestici e sul posto di lavoro (sui
diversi posti di lavoro), punti di contatto mobili (cellulari), modalità di contatto
specializzate - siano o non siano realizzate attraverso apparati diversi: un unico mezzo o
macchine specializzate per veicolare voci, immagini, suoni, parole scritte, informazioni
codificate. Il sistema di interconnessioni è totalizzante: esiste solo ciò che ne fa
parte, e tutto può farne parte. Alla Rete non appartiene solo la parte visibile delle
organizzazioni, ma anche quella sotterrnaea -quella costituita dai comportamenti devianti
e irregolari, che sfuggono ai sistemi di controllo e violano le leggi. La Rete é acefala,
la Rete é sempre attiva, al di là del giorno e della notte e delle differenze di fuso
orario. La Rete azzera le distanze tra luogo e luogo: in qualsiasi posto mi trovi,
connetto il mio computer portatile e 'scarico' la posta elettronica giunta alla mia
casella postale, casella che sta il un luogo virtuale, sulla Rete. La Rete non ha tempi
morti. La Rete toglie senso al modo tradizionale di intendere l''orario di lavoro',
perché essendo ogni soggetto collegato, sfuma fino a scomparire lo stesso confine tra
tempo libero e tempo di lavoro. La Rete contiene tutto, e attraverso la rete tutto appare,
allo stesso modo, visibile. Del grande sistema di interconnessioni fanno parte il 'buono'
e il 'cattivo'. In questo senso la Rete fa emergere, dando loro la stessa dignità, tutte
le informazioni che riguardano ogni organizzazione. Se l'organizzazione può farlo,
sceglie sempre di oscurare parte delle informazioni, rendendole invisibili. Ma la Rete,
imponendo un unico sistema di interconnessione, mette in circolo anche le informazioni per
le quali la fonte prevedeva un accesso selettivo. Le tradizionali categorie
pubblico/privato, e gli atteggiamenti rispetto alla sicurezza ed alla trasparenza devono
di conseguenza essere ripensate. Ciò che le organizzazioni tradizionali sceglievano di
confinare nei sotterranei viene così riportato alla luce. Valga questa metafora:
sull'organizzazione del servizio della metropolitana di New York influiscono, di fatto, le
migliaia di persone che ne abitano abusivamente le gallerie, e che costituiscono di fatto
una organizzazione dotata di fini propri che all'interno dell'organizzazione
caratterizzata dall'obiettivo di garantire una rapida mobilità ai cittadini della
metropoli. Ogni organizzazione, del resto, ha i suoi sotterranei, la sua 'comunità dei
perdenti' e i suoi comportamenti ignorati e rimossi. La Rete impone una nuova trasparenza.
3. Non
permanenza
Un modello potrà apparire ad ogni evidenza superato ed inadeguato; eppure
resistere al mutamento. Accade che la natura 'fisica' della organizzazione, frutto di un
raggiunto equilibrio, ne garantisca la sopravvivenza. La struttura, anche se inefficiente,
non teme interventi e ristrutturazioni: monolitica, non può essere né azzerata né
rimossa. I comportamenti quotidiani si ripetono senza che nuove direttive riescano ad
incidere sulle prassi consolidate. Il modello è codificato in disposizioni scritte su
carta, il cui aggiornamento é lento e macchinoso. I Centri Elaborazione Dati conservano
un sapere ripetitivo. I muri, con la loro stessa presenza, e con la loro disposizione
immutabile, parlano metaforicamente di solidità, di durata, di certezza. Nemmeno l'open
space riesce a contraddire questa immagine. La modularità é vincolata, costretta sempre
all'interno di confini predefiniti. Simili organizzazioni caratterizzate dalla permanenza
potranno vivere a lungo - ma la loro vita si svolgerà lontano dal territorio dove si
giocano i nuovi rapporti sociali ed economici - un territorio, la Rete, dove la capacità
di durare è irrilevante. La solidità e la resistenza appaiono superflue, ma é invece
fondamentale la capacità di procedere a rapide aggregazioni delle risorse necessarie nel
luogo e nel momento. Ciò che conta é apparire sulla scena nel posto giusto ed al momento
giusto. Poi si potrà sparire, per riapparire altrove, nel nuovo momento opportuno, magari
con una diversa immagine. La Rete, in un qualsiasi luogo, sicuramente offre le risorse
-uomini, know how, software, apparati logistici- utili a costruire la specifica macchina
organizzativa al momento necessaria. In un certo senso, é quindi in partenza
avvantaggiata l'azienda che rinuncia ad essere -in un modo definito a propri- visibile:
l'azienda che non ha sede, che non ha muri, che non ha investito in strumenti di futuro ed
incerto utilizzo. Essendo tutto il resto reperibile sulla Rete, il nocciolo duro -ovvero
la dotazione necessaria per esistere in quanto azienda- può al limite ridursi ad una idea
di prodotto, ad un know how, ad una tecnologia di base, ad una specifica filosofia
(preferiamo parlare di filosofia piuttosto che mission e/o vision) - a partire dalle quali
creare organizzazioni di volta in volta adeguate ad un progetto produttivo.
L'organizzazione aziendale apparirà così, di fatto, una galassia di aggregazioni che
nascono e che muoiono, tra di loro diversamente interrelate. Che nascono e che muoiono: la
pretesa di forzare la permanenza in vita -tramite ristrutturazioni, interventi chirurgici
o di mero maquillage- di organizzazioni vecchie o inutili appare fallace. Appartenendo
tutti i sistemi ad un sistema di più vaste dimensioni, ed essendo le risorse globalmente
limitate, alla nascita ed allo sviluppo di un elemento del sistema non può non
corrispondere la morte di un'altro. Lo stress non può essere azzerato, ma circola sulla
Rete - ognuno tendendo ad allontanarlo da sé. Sebbene la Rete sia per sua natura
infinita, nemmeno la Rete può giustificare l'ideologia della crescita e dello sviluppo
permanente. La Rete stessa è un organismo vivente che cerca l'equilibrio, e lo cerca,
appunto, in una perenne evoluzione fatta di vita e di morte, di vittorie e sconfitte, di
accensioni e spegnimenti. Due situazioni esemplari, legate a quanto ognuno di noi ha
potuto sperimentare dell'Information & Communication Technolgy potranno aiutarci ad
avvicinare ulteriormente la natura 'non permanente' dei legami organizzativi. La
segreteria telefonica ha cambiato il nostro stile di comunicazione personale: con la
possibilità di filtrare le chiamate noi siamo presenti e assenti allo stesso tempo -
diventando liberi di scegliere il momento essenziale come viene definito dai maestri Zen.
Il computer ha cambiato per sempre il flusso della scrittura. La scrittura a video,
rispetto alla scrittura su carta, ci offre la possibilità di alterare ed espandere in
qualsiasi momento il testo- Il testo non é mai già scritto, e appare sempre fluido e
riconfigurabile. Essendo possibile ogni configurazione, nel mentre scriviamo siamo più
liberi di giocare con i pensieri, perché perde prescrittività la 'voce dell'autorità'
-la voce che ricorda ciò che, tecnicamente, si può e ciò che non si può fare. Dunque,
legami sempre attivabili e disattivabili; fluidità degli insiemi; processo ininterrotto
di disorganizzazione riorganizzazione. Il montaggio/smontaggio/riassemblaggio del sistema
avviene in tempo reale, se i sistemi informativi permettono in ogni istante di descrivere
l'organizzazione in ogni sua articolazione, e di attivare in modo nuovo i legami tra gli
elementi. L'organizzazione così intesa può apparire oggetto troppo complesso,
ingestibile. Le nostre menti, influenzate dal secondo principio della termodinamica,
tendono a sentirsi rassicurate dal pensare che l'evoluzione tenda verso la diminuzione
della complessità e l'aumento della stabilità. Ma l'informazione sempre crescente,
tipica della Rete, se é fonte di disordine, contiene in sé una grande ricchezza: know
how e capacità delle risorse presenti in ogni organizzazione, ma che l'organizzazione non
sapeva leggere, o che non voleva leggere, vengono alla luce. La non permanenza, nel
contesto della Rete, appare così -al di là delle apparenze- fonte di stabilità: il
comportamento aleatorio di una singola organizzazione appare, nell'ambito dei processi
vitali, l'effetto perfettamente regolato di un sistema di organizzazione superiore, di un
insieme più grande comprendente il precedente come sotto insieme o parte.
4.
Relatività
Nei fatti, tuttavia, ci si è a tutt'oggi solo parzialmente allontanati dalla
cultura organizzativa tipica della prima metà del secolo, secondo la quale per produrre
c'era bisogno di luoghi simbolici e visibili. Grandi edifici, grandi cattedrali della
produzione: pensiamo al Lingotto o a Mirafiori, o risalendo più alle origini a Behrens e
allo stabilimento AEG. Eppure il territorio é coperto da autostrade percorse da camion e
autostrade delle informazioni; da reti ferroviarie e reti distributive; da concentrazioni
di capacità produttive e logistiche; da fabbriche di oggetti (l'automobile) e fabbriche
di immagini (la pubblicità e la promozione dell'automobile); allora sarà sempre meno
significativo disporre in modo permanente ed esplicito e rigido di strutture proprietarie.
E non solo il funzionamento dell'organizzazione è slegato dalle cose materiali, ma la sua
stessa immagine simbolica: l'immagine della Pirelli non é sminuita dall'assenza del
grattacielo, l'immagine della Gft non è migliorata dalla facciata di Aldo Rossi.
D'altronde, il palazzo Mondadori funziona come simbolo anche se é in realtà un leasing
delle Assicurazioni Generali. Delle strutture visibili conta oggi innanzitutto l'aspetto
di simulacro, di apparenza spettacolare; le immagini funzionano prescindendo dalla
presenza materiale di strutture fisiche. La presenza e le dimensioni della strutture non
corrispondono alle esigenze della produzione, ma alle esigenze di imprenditori e manager
che hanno bisogno di riconoscersi in strutture: non avendo compreso il mondo virtuale nel
quale vivono e prosperano le organizzazioni, hanno bisogno di muoversi -e ri-conoscersi-
in un mondo di 'cose tangibili'. Eppure, la metafora che rappresenta lo scenario emergente
-la Rete- dimostra come l'aspetto visibile dell'organizzazione scompare dietro una sua
immagine -immagine che può essere mutata, sdoppiata, costruita e ricostruita, senza che
l'effettivo lavoro di produzione ne venga toccato-. E' ormai a disposizione di ognuno la
possibilità di costruire organizzazione a partire da un sistema informativo in grado di
garantire tutte le interconnessioni necessarie. Tutto ciò che serve per organizzare un
ciclo produttivo e una rete distributiva può essere acquisito sul mercato. Lo stesso
output produttivo può essere raggiunto in un luogo qualsiasi del mondo, dove magari solo
una delle condizioni che favorivano l'insediamento è massimizzata (vicinanza al mercato
di consumo, basso costo di mano d'opera). Ognuno dei fattori che tradizionalmente
presiedevano alla localizzazione è in fondo irrilevante, perché le condizioni di favore
possono in ogni caso essere progettate artificialmente e replicate. A partire da una
organizzazione data, è sempre possibile ricorrere a una struttura più snella, o a un
outsurcing. In virtù delle tecnologie legate alla circolazione e alla gestione delle
informazioni, ad ogni modello corrisponde, in ogni caso, una alternativa praticabile. Il
reale processo progettuale-produttivo-distributivo é sempre più fungibile, costruibile
modularmente, reperibile in porzioni discrete sulla Rete - che mette in ogni caso a
disposizione porzioni residuali di strutture e di risorse esistenti, sempre
tendenzialmente sottoccupate. Sul mercato di consumo arrivano i prodotti con uguali
caratteristiche prescindendo dalla distanza dal luogo di produzione. Le transplant delle
industrie automobilistiche giapponesi lavorano in un posto qualsiasi del pianeta: ciò che
conta é che esse siano efficacemente inserite in una struttura di interconnessioni (di
semilavorati e di informazioni). Come nell'esempio banale dei souvenir di città italiane
made in Hong Kong, la produzione avviene sempre 'altrove'. Ma l'altrove non é il luogo
dove l'immaginario del pubblico, il posizionamento del prodotto farebbero pensare che la
produzione avesse avuto luogo. La produzione si realizza in un luogo casuale, che é anzi
un non-luogo. Qualsiasi esso sia, il luogo della produzione è virtuale: la produzione
avviene, di fatto, nel 'ciberspazio', un 'luogo' costruito attraverso le informazioni che
viaggiano sulla Rete. Così oggi non di rado i conti economici nascondono costi di
struttura e di controllo resi necessari dalla stessa dimensione e dall'architettura del
sistema aziendale, e dalla tendenza alla perpetuazioni del proprio ruolo da parte di
funzioni aziendali che i modelli tradizionali vogliono necessarie. Costi che però la
disponibilità di informazioni e competenze offerte dalla Rete permette di mettere in
discussione. I break even normalmente presi in considerazione in termini di benchmarking
non sono infatti veri per il solo fatto che sono da tutti dati per scontati, condivisi dai
competitori, ed in genere dagli operatori di uno specifico mercato: esiste sempre la
possibilità di sfruttare in modo innovativo le opportunità offerte dalla Rete,
costruendo una organizzazione più snella e più efficace. Ogni conto economico potrebbe
dunque essere rifatto daccapo, a partire da ciò che è veramente necessario a permettere
la progettazione, la realizzazione e la distribuzione del prodotto. La Rete, al contempo,
tende ad azzerare i vantaggi legati a posizioni dominanti fondate sulla logistica, la
distribuzione ed il trade. E le stesse strategie sono clonabili -sono in fondo porzioni di
codice conservate in un sistema informativo che possono essere simulate, replicate,
iterate. In questa ottica, le stesse grandi dimensioni dei grandi grandi gruppi non devono
trarre in inganno. Si osservino i grandi agglomerati frutto recente di merge &
aquisition nel settore del software, delle telecomunicazioni, dell'informazione e
dell'intrattenimento. Essi sono solo relativamente grandi: sono galassie provvisoriamente
interrelate di sistemi ognuno dotato di una propria autonomia, di una propria capacità di
vivere ed operare in quanto sistema autonomo. Non a caso il processo é fatto di fusioni
quanto di scissioni, i confini trai singoli sottosistemi rimangono sempre sfumati, e la
lettura stessa delle operazioni lascia margini di ambiguità: si deve vedere l'alleanza
strategica o piuttosto l'operazione finanziaria? Si deve vedere il fatto che sono stati
posti in relazione risorse umane e know how? Oppure che si è cercato di creare risonanze
positive tra marchi diversi? Ogni elemento del conglomerato, così come il conglomerato,
appaiono come rete fondata sulla interconnessione delle informazioni. Nell'infinito
sistema di interconnessioni che é la Rete, la singola organizzazione appare dunque come
una porzione provvisoriamente definita, un sottosistema 'frattale' che replica al suo
interno la stessa architettura della grande Rete. La singola organizzazione, prosciugata
dei suoi quasi-effimeri aspetti 'materiali' appare, in essenza, come nocciolo duro di un
know how, di una tecnologia di base, di una specifica filosofia. Questi tre sembrano gli
elementi chiave, gli elementi che definiscono l'identità della singola organizzazione, e
che appare importante proteggere anche nel mondo virtuale della Rete. Perché in questi
elementi -in questo codice genetico- risiede la riconoscibilità dell'organizzazione. E
quindi la possibilità di trovare, nella Rete, le interconnessioni adeguate. Le
organizzazioni -e in genere i soggetti: quindi le aziende produttrici così come i
consumatori- nella grande tela della Rete, sembrano collegarsi ed apparentarsi proprio in
base a questo: all'autosomiglianza. Si creeranno di fatto -prescindendo da dimensioni e
distanze - collegamenti tra 'sistemi viventi' che si riconoscono come capaci di rispondere
alle reciproche aspettative, ai reciproci bisogni, ai reciproci desideri.
5.
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