BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 19/03/1999

INTORNO AI VALORI
di Francesco Varanini

"Dico ch'ogni virtù principalmente/ Vien da una radice,/ Virtute intendo, che fa l'uom felice/ In sua operazione." (Convivio, IV). Così Dante introduce il tema dei valori. Precisa subito come "valore intender si possa per più modi", e come perciò sia opportuno partire da una definizione: "qui si prende valore quasi potenza di natura, ovvero bontà da questa data". Il latino valere, infatti, sta inzialmente per 'essere forte' (la radice indoeuropea wal- parla appunto di forza, potenza). Valor entra in uso solo nel tardo latino, ed anzi appariva ai tempi di Dante una parola nuova; esisteva infatti nel latino classico un'altro vocabolo che individuava un concetto molto vicino: virtus. La parola parola virtus si era però specializzata nel senso di 'condotta morale'. Un concetto elevato, che fa riferimento alle categorie del 'bene' e del 'male', del 'buono' e del 'giusto'.

Esiste dunque uno stretto legame tra virtù e valore, e infatti anche per Dante i valori sono virtù. Ma se le virtù rischiano di essere astratte, i valori si caratterizza per lo stare con i piedi per terra: fanno riferimento a come l'uomo si comporta "in sua operazione", e cioè alla 'attività produttiva', alla pratica lavorativa quotidiana.

Il valore è dunque la fonte della ricchezza collettiva, una ricchezza che può e deve esser misurata anche in termini di in denaro: non a caso già in latino si usava il verbo valere riferito alla moneta nel senso di 'avere valore'

Successivamente il verbo prende anche il significato di 'star bene'.

Dunque: alla radice della creazione della ricchezza e dello 'star bene' mentre si opera insieme, stanno i valori. E cioè le opinioni, gli atteggiamenti, i giudizi, gli obiettivi e le modalità di agire, che devono essere esplicite e condivise.

Eccoci così giunti allo Shared Value System, ai Comitati Valori ed alle Carte dei Valori. Si tratta, vale la pena di notarlo, di una tradizione europea. Reagendo al modello 'fordista' (un imprenditore buon padre di famiglia pensa per tutti), in questo dopoguerra si sperimentano in Gran Bretagna nuove modalità organizzative, fondate sull'idea di "introdurre la fiducia verso gli altri e verso se stessi nelle relazioni di lavoro": così, con Elliot Jaques, il nuovo modo di pensare l'uomo e la società nato con Freud arriva in azienda.

Valori e non virtù: virtus, scriveva Cicerone "è così chiamata da vir, dacché propria dell'uomo è sopratutto la forza, la cui massima funzione è il disprezzo della morte e del dolore". A ben vedere, questo disprezzo tutto maschilista può certo essere uno dei valori di riferimento della nostra azienda, ma non è necessariamente l'unico. Ne esistono di più femminili, 'politicamente corretti': forse, per fare business oggi, giova inserire nella nostra Carta dei Valori: trasparenza, orientamento alla cooperazione, Customer Care.

Non si tratta di cercare il 'bene' assoluto, ma un 'bene' adeguato alla nostra cultura ed al contesto in cui ci muoviamo.

Nel cercare il 'bene', l''eccellenza', in una logica di libero mercato, il punto di partenza è ancora quello indicato da Adamo Smith: perseguire il proprio interesse porta a risultato miglore per la società nel suo complesso.

L'argomentazione di Smith resta valida. Anzi sembra riuscire rafforzata dalla caduta dei sistemi comunisti dell'Est e dalla crisi dei modelli scandinavi (fondati sulla difesa e sulla conservazione dei privilegi).

L'idea del 'proprio interesse' deve però essere riletta in un contesto caratterizzato

Se si vuole avere successo nel nuovo quadro competitivo è necessario pensare in termini di coproduzione, di sviluppo congiunto, di sistemi e di software. Le nuove logiche industriali, insomma:

A ben vedere si tratta di sfide tutte giocate sul piano dei valori. In un quadro così complesso, dove gli obiettivi da perseguire sono diversi ed apparentemente contraddittori, e dove è difficile fare sintesi e stabilire priorità, diventa indispensabile avere valori di riferimento, attorno ai quali orientare le diverse azioni.

Saranno sufficienti due esempi:

E tutto questo –qui sta il difficile– deve essere integrato in un unico sistema omogeneo, chiaro, frutto dei contributi e degli apporti dei diversi attori, riconosciuto da tutti come 'cosa propria'. I valori infatti non possono calati dall'alto: sono riconosciuti come esistenti tramite un lavoro comune. Un lavoro che, in modo diretto o indiretto, deve coinvolgere tutti gli uomini,tutte le unità organizzative, tutte le sottoculture.

Non esiste quindi un Value System migliore, né un Value System tipico di un comparto produttivo, né un Value System italiano, statunitense o giapponese. Il sistema è un delicato ed unico mix di elementi, che solo un attento ed impegnato lavoro di gruppo può generare.

Insomma, si va verso un liberalismo dei valori, dove

Nel costruire il Sistema dei Valori si devono chiarire (a noi stessi) e poi contemperare tra di loro:

L'importanza della Carta dei Valori non si riduce però allo stabilire, una volta per tutte, di un punto di riferimento. La fine del bipolarismo e mondializzazione dell'economia hanno reso insufficienti gli indicatori basati esclusivamente sulle transazioni e sulla capacità di creare ricchezza.

Servono indicatori che permettano di cogliere elementi ed aspetti che gli indicatori economici non erano in grado di individuare e di monitorare. Indicatori che permettano di misurare e monitorare quello che potremmo definire l’andamento etico di una organizzazione. In questo senso si deve prendere insegnamento dalle organizzazioni prive di scopo di lucro. Anche su una Fondazione può essere fatto un controllo di gestione. Ma in questo caso il controllo riguarda innanzitutto la congruenza tra il fine istituzionale e l'uso delle risorse. La stessa logica, ed anche gli stessi strumenti di controllo possono essere applicati alle organizzazione con scopo di lucro, quando queste siano guardate dal punto di vista dei valori.

La priorità dello scopo di lucro non viene messa in discussione - ma non va dimenticato che oggi si fa profitto e si vince la competizione anche, o sopratutto, tramite comportamenti che non siamo abituati a misurare. Comportamenti che influiscono grandemente sull’atteggiamento dei nostri clienti ed in genere del mercato. Comportamenti che un constante riferimento ai valori può aiutarci a tenere sotto controllo.

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