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Spread

di Francesco Varanini 28 Gennaio 2012

Ho da poco pubblicato il libro Nuove parole del manager.
Ho cercato di essere attuale: si trovano lì l’etimologia e la storia di default, bancarotta, liberilizzazione, privatizzazione, responsabilità. Ma manca la parola spread. Colmo qui la lacuna.

Speíro: verbo greco, significa ‘seminare’. Da qui in greco e in latino sperma ‘seme’. In origine la radice indeuropea sper-, contenente una idea sia di ‘seminare’ che di ‘germogliare’. Di qui il tedesco spriessen e l’inglese sprout, ‘germogliare’, ‘spuntare’. Di qui anche, a quanto pare, in tedesco spreite e in inglese spread. Qui l’idea è: ‘distendere’, ‘allungare’, ‘espandere in varie dimensioni’. Qualcosa di disteso, aperto. Magari una lamina, una coperta. O cibo da spalmare, burro o marmellata.
Si devono attendere gli anni ‘20 del secolo scorso, non a caso, per trovare attestato il senso di “degree of variation”. Ecco il quadro: la Gran Bretagna durante la crisi economica che si affaccia nella seconda metà del decennio. Crisi dura, tanto che re Giorgio V, durante lo sciopero generale del 1926, chiude la bocca a chi critica gli operai: “Provate a vivere con le loro paghe prima di giudicarli”. Il Partito Liberale, l’oppositore dei Conservatori nel tradizionale bipartitismo anglosassone, sta perdendo il suo ruolo, scavalcato dall’emergente partito laburista. Guidati da David Lloyd George, i liberali tentano di reagire proponendo scelte politiche forti. Ecco così che si promuove una ricerca, nella quale sono coinvolte le migliori menti vicine al partito. Tra gli altri, John Maynard Keynes. I risultati sono contenuti in un libro pubblicato nel 1928: Britain’s industrial Future, being the report of the Liberal Industry Inquiry. Qui è lo stesso partito liberale a proporre la pianificazione economica. La tesi è ribadita un anno dopo, in We can conquer unemployment, una sorta di manifesto elettorale. Si ammette che “at the moment, individual enterprise alone cannot restore the situation within a time for which we can wait.” Perciò “the State must therefore lend its aid and, by a deliberate policy of national development, help to set going at full speed the great machinery of industry.”
Lo spread, per la prima volta inteso in un senso vicino alla minacciosa attualità dei nostri giorni, appare in Britain’s industrial Future: “the spread between the producer’s and the consumer’s prices is unjustifiably wide”.
Ritroviamo l’espressione in un diverso senso, all’interno di una parola composta, nel 1982. Curiosamente, sempre di calcolo economico, anzi finanziario, si tratta. Con i primi Personal Computer, appare VisiCalc, precursore di Lotus e di Excel, il primo spreadsheet. Si legge su Micro Software Magazine di un nuovo “perfect package for financial modelling”.

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