In un progetto di crescita, risulta interessante e ricca di spunti l’immagine del Giano bifronte. Giano, divinità pagana, è un “dio” ambivalente: spesso è rappresentato sulle porte e ne troviamo una bella raffigurazione nel Foro Boario a Roma. Il nome stesso evoca la porta: in latino ianua, e januarius è il mese che apre l’anno e dà inizio alle stagioni, ed infatti il primo giorno di gennaio veniva dedicato alla festa del dio. Presiedendo alle porte, aveva la chiave e il bastone: sorvegliava tutto ciò che stava all’interno della città o della casa, non perdendo però di vista quello che accadeva all’esterno, e quindi era rappresentato con due facce.
La prima preghiera nell’intraprendere qualsiasi impresa o attività era sempre rivolta a Giano, che proteggeva anche il concepimento e la nascita, principio della vita individuale.
La porta metaforicamente rappresenta un passaggio, dal passato ad un presente ed un futuro possibile. Giano presiedeva agli inizi e tutti gli esseri umani sono sempre in una condizione psichica di inizio. Qualunque azione venga intrapresa, questa è l’inizio di un qualcosa. Ogni compimento è un inizio. Passare una porta significa passare altre porte. Il passaggio è un continuo riprodursi di passaggi che portano l’individuo a modificarsi nella direzione di un possibile futuro.
Nella religione pagana politeista il “farsi Giano”, voleva dire essere padrone ed artefice del proprio futuro, partire dalle esperienze accumulate nel proprio passato ed essere consapevole di ogni sua azione che va a costruire un futuro possibile.
Portare l’emblema di Giano significava spingere le persone ad agire “costruendosi” da sole ed essere promotrici ed artefici del proprio futuro.
Giano nel suo essere bifronte è spesso utilizzato anche nella scienza politica e nella sociologia per rappresentare conflitto e consenso, movimento e calma, sviluppo e omeostasi. Nella nostra lettura ci è utile per comprendere il nostro approccio: puramente adattivo o, come altra faccia della medaglia, teso al fluire, al movimento, allo sviluppo ed al progetto.
In un percorso di crescita, occorre danzare tra conservazione ed espansione, leggere il passato e coglierne gli insegnamenti, ma al contempo guardare con fiducia al futuro. In questa prospettiva, dobbiamo anche essere disposti ad aspettare, comprendere il momento opportuno e verificare con cura ogni piccolo passo verso l’obiettivo sperato. E’ importante vivere il presente con un futuro progettato, ma è altrettanto importante ricordare che l’aquilone vola se è tenuto ben saldo a terra.
(Tratto da Giulio Scaccia, Centrare il bersaglio, CDG edizioni, 2016)