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Pubblicato in data: 15/10/2001

L’amico americano n. 10

America

di Gianfrancesco Prandato

L'America è al centro del mondo. E' sogno, incubo, miraggio e bersaglio. Lamerica, come citava il titolo di un film di Amelio, è una creazione o una proiezione, sovente di fantasia, di chi la conosce poco e la capisce ancor di meno; come quando usiamo il termine "americanate" nella lingua italiana per definire qualcosa di smaccato, con un evidente pregiudizio di fondo per qualcosa che non conosciamo.
Ma chi è l'America, qual'è l'identità di questo paese?

Perche' il giorno della inaugurazione del mandato di Bush alla Casa Bianca, al suo fianco sul palco c'era R.Martin, cantante di successo, nato, credo di ricordare, in Honduras e solo naturalizzato come Americano?

Sono domande alle quali è difficile rispondere. . Cercare di farlo in questo momento è rischioso, perché si rischia di sconfinare nella retorica. Ma un articolo del National Geographic1 ci aiuta a capire quale è e come cambia l'identità di questo paese, difficile da catalogare con stereotipi e sempre mutevole.

L'America è un melting pot, come abbiamo sentito spesso dire, ma poche volte vengono spiegate le componenti della "ricetta". L'utopia è che ogni uomo di ogni razza e origine ha una possibilità. La scuola è un ambiente in cui ben si rappresenta questa mescolanza di razze che vengono educate e cresciute con un modello uniforme, che è quello americano, complesso da definire. In qualche modo si parte da mille modelli diversi e si finisce per convergere su un unico modello omogeneo.

Il 10% delle persone che vivono in questo paese non è nato qui, ed è un numero di persone in crescita.

Ma chi sono queste persone e da dove vengono. Le persone che oggi vengono in questo paese sono diverse da quelle che ci venivano solo pochi decenni fa. Per esempio la comunità ispanica è ormai la maggiore tra le minoranze nel paese ed ha superato le persone di colore. Secondo i ritmi attuali di natalità nel 2050 sarà già il doppio, senza contare gli immigrati illegali. Dal Messico sono arrivate 131.000 persone solo nel 1998. Nello stesso anno la seconda e crescente quota di immigrati, sorprendentemente, viene dalla Cina, più di 42000, dall'India, la terza, quasi 37.000 o 17.000 dal Pakistan.

Non è più l'Europa quindi la primaria regione per gli immigrati in Usa; dopo le ondate di anglosassoni e di italiani, arriva il resto del mondo, perfino persone provenienti da paesi "ostili", o non omogenei, vengono accettate e naturalizzate, senza problemi insormontabili. Molti di loro hanno memorie orribili, spesso sono scappati da guerre o da situazioni di miseria, comunque vengono accolti e in molti, ogni anno. E'il primo paese al mondo che diventa un singolo paese fatto dei diversi pezzi e parti del mondo.

La cosa più straordinaria è che dopo una generazione i ragazzi attraverso il sistema educativo sono integrati e, generalmente parlando, la tolleranza è un sistema condiviso, spinto dal fatto che tutti sono minoranza e la diversità è sotto gli occhi, ogni giorno.
Il rispetto delle regole è poi l'ossessione del paese, rispetta le regole e sarai lasciato in pace, rompile e sarai perseguito; implacabilmente.
Questa è l'America che io ho conosciuto, con altri difetti, che ora mi piace dimenticare. E' tuttavia un paese che dà un'opportunità anche a chi è nato dalla parte sbagliata, una cosa apprezzabile, che ho visto in poche altre parti del mondo e che spero di continuare a vedere.
Spero che lo spirito positivo di questo paese sopravviva e non venga ridimensionato da questa ondata di terrore.


NOTE
1
National Geograpich, 9, 2001, Changing America

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