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Pubblicato in data: 22/10/2001

L’amico americano n. 11

Debiti

di Gianfrancesco Prandato

Gli attacchi alla politica economica delle istituzioni internazionali sono ormai cosa di tutti i giorni. E' quasi un assedio che viene da destra e da sinistra, unisce le fasce più radicali dei no global e i falchi del partito repubblicano americano.

"Cancellare il debito" dei paesi del terzo mondo è uno slogan che ha unito personaggi come Bono1 degli U2 a Jovanotti a Naomi Campbell, ma anche il Preside di Harvard, una delle universita' piu' prestigiose del mondo. Uno slogan che giorno dopo giorno ha finito per avvicinarsi al "non fare il debito", che viene principalmente dalla destra repubblicana americana, preoccupata di vedere dove sono "investiti" i soldi dei contribuenti.
Il dibattito che si sta sviluppando intorno a queste istituzioni è ormai di scala planetaria. Gli attacchi sono rivolti alle tre sigle di quella che è passata dall'essere una trinità portatrice di sviluppo ad essere sinonimo di una triade di dominazione: Imf
2 , la World Bank e lfc3 .

Tre sigle che chi vive a Washington sente spesso nominare e che sono in sequenza il fondo monetario la banca mondiale e il settore privato della banca mondiale. Queste istituzioni hanno scopi diversi, anche se sono nate dal tentativo comune di dare una possibilità di governo e controllo alle crisi economiche mondiali e per aiutare i paesi in via di sviluppo attraverso la concessione di prestiti e lo sviluppo di opere. Il lavoro se lo ripartiscono piu' o meno cosi': l'Imf interviene in casi "disperati" e in condizioni straordinarie in cui paesi, è adesso il caso dell'Argentina e della Turchia, rischiano il tracollo economico.
La banca ha un ruolo più istituzionale e interviene nelle situazioni di normalità, specie con il suo braccio operativo rivolto ai settori e alle imprese privati, lfc.

Nologo4 , la bibbia dei noglobal, pur essendo più focalizzato su un attacco ai grandi Brands mondiali, critica pesantemente gli interventi a supporto della globalizzazione economica che queste istituzioni hanno fatto, specie per quanto riguarda le politiche di sviluppo economico. Il punto è che gli errori si vedono sempre dopo, e ancor di più che l'economia non è una scienza matematica, ma una scienza che ha un forte connotato ideologico e politico.
Il contenuto ideologico e politico è ancor più evidente quando i paesi supportati sono paesi del terzo mondo caratterizzati al contempo da alti livelli di corruzione e da un importante ruolo da giocare nella mappa del potere mondiale.

Le due posizioni di critica sono apparentemente contrapposte. Da una parte i progressisti, che criticano le istituzioni per il loro sapore occidentale, per il tentativo di imporre politiche economiche, spesso di stampo liberista a paesi di tradizione diversa. Il caso di oggi è quello dell' Argentina. Questa è una critica al mercato, e alle logiche economiche che lo guidano: in fondo queste persone rifiutano un atto di fede, non credono a uno dei dogmi dell'economia moderna, quello della mano invisibile di Adam Smith.
Dall'altra parte stanno i falchi della destra che da posizione opposta muovono critiche simili. Questi alla mano invisibile ci credono ancora, e' per loro una fede incrollabile. In questa visione il ruolo di istituzioni come Imf, World Bank e l'Ifc è una turbativa al mercato puro. In questa logica i paesi dovrebbero fallire, chiedere soldi a banche private che devono prendere rischi e farsi pagare per questo e così via. In questa logica, ancora, si vedono nei contributi che gli stati pagano e nell' apparato che queste istituzioni mantengono, uno spreco e un ostacolo alla libera crescita e all'efficienza economica.

Da ultimo, anche se in maniera indiretta, si è aggiunta al coro delle critiche una istituzione di sicura tradizione moderata: l'accademia del premio Nobel.

Joseph E. Stiglitz5 , uno dei tre che hanno vinto il premio Nobel per l'economia del 2001, è stato tra gli altri incarichi, capo economista alla World Bank. Si è dimesso poco tempo fa, voci dicono forzatamene6 , dall'incarico in polemica con il presidente, in aperto disaccordo sulle politiche di intervento della Banca. Il Nobel gli è stato attribuito per i suoi studi sulle asimmetrie informative, che dimostrano come il mercato abbia un funzionamento imperfetto, per le diverse opzioni di accesso alle informazioni dei diversi attori.
Un premio che fa pensare.


Note:
1 Tutti citati nelle note di copertina dell’ultimo disco degli U2, What you can’t leave behind.
2 Giuseppe Schlitzer, Il Fondo monetario internazionale, Il Mulino, 2000.
3 Iternational Finance Corporation (vedi www.ifc.org).
4 Naomi Klein, Nologo, Flamingo (HarperCollins), 2000, trad. It. Nologo, Baldini e Castoldi, 2001.
5 Wall Street Journal;10,11,2001, “The great unknown”
6 Wall Street Journal,  articolo citato.

 

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