BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 28/04/2000

L'AMICO AMERICANO, numero 2
Carriera

di Gianfrancesco Prandato

Una delle prime espressioni di cosa sia l’America l’ho avuta quando, cercando di inserirmi e di passare il tempo nelle domeniche mattina, sono andato a giocare a basket con un gruppo di persone di mezza eta’. Presentatomi, come nuovo venuto, ho ricevuto più o meno questa risposta: non ci interessa da dove vieni e da quanto sei qui, l’importante è che tu sappia giocare bene a basketball. Se sei forte giochi con me, così vinciamo, altrimenti non ci interessi. Questa è la metafora più vicina alla vita in azienda che mi viene in mente. La carriera è dominare gli altri; se non si possono dominare: usarli, alleandosi con loro contro altri. Senza badare a chi sono, alle ideologie alle affinità, o a cose di questo tipo, il fine del gioco è il danaro e la carriera è il mezzo per ottenerlo in maniera scoperta e diretta.

Al contrario di molti di noi europei gli americani si preoccupano quasi solo del contesto, di piacere, di comunicare, della loro immagine; hanno inventato il marketing non a caso. La loro specialità è farsi influenzare, prendere e apprendere dagli altri. In questo modo, avendo maggiori informazioni, sviluppano strategie di comportamento che non dichiarano a priori come facciamo noi.

Sono più attenti e orientati all’ascolto non per curiosità, apertura mentale o istruzione, ma perché tendenzialmente usano quello che si dice loro. Questo atteggiamento viene definito come pragmatico, mentre gli europei esprimono maggiore rigidità, maggiore convinzione in quello che dicono e nel contesto da cui provengono. Gli americani, non sembrano più arroccati e radicati nelle idee e nei convincimenti degli europei; solo che in un contesto di lavoro, per via della carriera, esprimono meno i loro veri sentimenti, come rabbia o disaccordo: tendono semplicemente a seguire quello che gli si dice e a sforzarsi di piacere agli altri.

Le regole del gioco

Il gioco che si fa in azienda è il gioco regolato in tutto e per tutto dal capo azienda, da chi decide, da chi ha il potere di farvi fare carriera. Tutta l’azienda è rivolta a lui, alla sua leadership, il dialogo è prevalentemente con lui.

  1. In America si lavora da soli, si decide insieme (nel board degli executive), ma alla fine tutto è rivolto a piacere al capo. E tutti vengono informati di quello che succede.
  2. In Italia si lavora più in gruppo, c’è scambio più frequente con i colleghi, decide il capo. E l’informazione è spesso frammentata.

Il gioco

Il gioco è il dominio di più cose possibili e l’interscambibilità manageriale. Per cui in USA si cerca di avere il controllo su più funzioni possibili, e si crede fermamente che delle buone qualità della persona gli permettano di fare qualsiasi cosa; per cui dopo un periodo di tempo si cambia funzione, città… Tutte le relazioni sono orientate alla riuscita sul piano professionale, alla scalata, al successo, ai soldi: soprattutto cene, amicizie, spesso il sesso, tanto che il sexual harassment, come è concepito in America, può essere letto come una sua regolamentazione esplicita.

Ostentare sicurezza anche nelle situazioni più’ improbabili, senza chiedere mai aiuto; fallire con il business, ma provare fino in fondo, avere l’opportunità di giocare e subirne le conseguenze. Pensare positivo anche quando si vive in negativo; perdere da vincenti, ostentando certezze; sorridere il piu’ possibile. Dettagliare molto e scrivere molto, magari con una profondità di analisi che spesso non è supportata del tutto dalla realtà: spesso è più importante il come del cosa. Ragionare più sul profitto in sé , anziché sul come è costruito, cioè sul sistema azienda che lo genera. Il profitto è il loro FINIS TERRAE, nel senso che è il posto finale dove riposare, quasi la risposta a una domanda di religiosità.

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