BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 12/03/2001

L'AMICO AMERICANO, numero 5
I costi della flessibilità all’interno di un sistema rigidamente regolato

di Gianfrancesco Prandato e Francesca Prandstraller

Cos’è un lavoro?

La risposta a questa domanda sembra oramai una conoscenza consolidata, invece sta diventando uno dei temi di maggior dibattito della New Economy o meglio del lavoro nel nuovo mondo.

Diamo uno sguardo ad alcune notizie lette recentemente sui giornali.

AOL1 sta affrontando una spinosa causa di lavoro per un apparente "sfruttamento" del lavoro di personale volontario. Chi sono questi volontari?. Si tratta di centinaia di persone di tutte di età, tra cui molti minorenni sparse in tutti gli States che hanno prestato il loro servizio come "guardiani" delle chatroom, e che sono stati compensati per la loro attività con ore di libero accesso alla rete. Quel che è accaduto è che ,valorizzando l’uso gratuito di Aol scambiato con il loro lavoro, questi volontari risultano essere stati pagati meno del salario minimo dovuto per legge negli Usa ai lavoratori dipendenti. Il valore della causa è di quantificabile in mille miliardi di dollari, a tanto ammonterebbe il valore sommerso di questo lavoro se fosse riconosciuto come dipendente.

Il centro del problema è definire se una prestazione perché utilizzata dall’azienda all’interno del suo business, diventa automaticamente lavoro dipendente. In questi casi di solito è centrale la definizione del livello di supervisione e di libera iniziativa che le persone hanno nell’effettuare le proprie prestazioni. Ma come applicare queste vecchie regole al nuovo lavoro? Prendiamo il caso di questa stessa attività svolta da persone che si trovino fisicamente in altri paesi, fuori dagli USA. Quale legge si dovrebbe applicare?

Microsoft2 ha transato una causa di lavoro collettiva con dei dipendenti a contratto a tempo determinato. Il tema della questione era che questi dipendenti temporanei, in quanto tali, non si vedevano riconosciuto il pagamento dei benefits (cose come le ferie, la malattia, l’assicurazione sanitaria), che negli Usa a volte pesano più dello stipendio in sé. Il motivo che ha originato il contenzioso è il fatto che queste persone svolgevano le stesse attività dei loro colleghi a tempo indeterminato, alcuni con contratti che venivano rinnovati su base temporanea anche per due anni consecutivi.

Amazon è stata recentemente oggetto di una campagna di sindacalizzazione spinta, specie tra gli impiegati del customer service dopo che il valore delle stock options è caduto da 85 a 20dollari, riducendo drasticamente il valore del patrimonio dei dipendenti pagati in parte attraverso la distribuzione di azioni. Questa forma di remunerazione, utilizzata a piene mani da tutte le dot.com ha funzionato durante il periodo di crescita folle ed indiscriminata di qualunque titolo tecnologico, ma gli stessi dipendenti utilizzano ora i più tradizionali strumenti sindacali per proteggere la loro paga.

Nike, non è una impresa di tecnologia, ma è un’icona del global branding. Da anni sta subendo attacchi per il modello di decentramento delle sue attività produttive nei paesi in via di sviluppo. Per molto tempo è stata attaccata per le condizioni di lavoro dei dipendenti in questi paesi. Oggi questo tema sembra superato, ma la società viene scrutinata3 per la mancata applicazione delle politiche sul sexual harassement in questi stessi paesi. Si chiede una sorta di applicazione "extraterritoriale" delle politiche contro il sexual harassment e la discriminazione, tipicamente americane, in paesi culturalmente molto distanti .

Allora, quali leggi deve rispettare.un lavoro nella neweconomy globale?

Sembra che il lavoro assomigli sempre di più a un prodotto piuttosto che a un fattore produttivo. Il senso di questa affermazione sta nel fatto che ad una azienda con un marchio globale, alti profitti e alta visibilità viene richiesto di rispettare le condizioni di garanzia per i lavoratori legate al prestigio del suo marchio piuttosto che non alle sole regole dei diversi paesi in cui produce. In realtà dunque sono i paesi in cui si trovano i consumatori ad influenzare le regole per i lavoratori anche se questi si trovano dall’altra parte del mondo.

In altre parole è come quando si compra un prodotto, specie per l’elettronica: se non funziona il produttore cerca di ripararlo, indipendentemente dal continente in cui è stato venduto e dalle garanzie legali, perché difende il suo Brand, sa che un cattivo servizio di riparazione può danneggiare la sua immagine insieme alla propensione al consumo dei clienti più di qualsiasi altra cosa4..


1 Forbes, “,2, 2001”pag 19

2 Forbes, 2, 2001 pag 54

3 Financial Times,  2 , 28, 2001,  pag 27’

4 Ho personalmente sperimentato questo fatto, riparando una visiocamera digitale con standard europei negli  Usa

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