BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 11/06/2001

L'AMICO AMERICANO, numero 7
The dark side of the moon, la crisi all’americana 1

di Gianfrancesco Prandato

Dopo anni di crescita l’economia americana è in stallo. C’è chi accusa il precedente presidente, chi l’attuale, chi il governatore della banca centrale, che peraltro, con manovra drammatica, ha tagliato i tassi di in tre mesi di quasi il cinquanta per cento. Poco importa sapere di chi è la colpa, la frenata, è visibile, come la reazione delle imprese. Vivere una "crisi"1 in questo paese è una esperienza molto particolare. Infatti in questo momento del ciclo economico si attivano meccanismi e reazioni a tutti i livelli con una rapidità che non ha confronti in Europa.

Vorrei qui brevemente commentare il comportamento delle imprese private, più avanti vedremo come reagiscono le persone, i media e le istituzioni.

Le imprese reagiscono alla crisi, anzi in alcuni casi la precedono. Ai primi segni di cedimento del GDP, il prodotto interno lordo, tagliano i costi di viaggio, bloccano aumenti, non ricoprono le posizioni scoperte con nuove assunzioni, mandano la gente in ferie. Questo avviene in questo momento, perché le aziende hanno avuto un rallentamento nei risultati del primo quarto di anno2. Questo è il segnale, l’anticamera dei licenziamenti, il temuto downsizing. In particolare quando questi provvedimenti sono attuati da aziende di prestigio.

L’avvio della crisi può essere un rallentamento delle vendite, dei profitti, ma anche la sola perdita del valore del titolo in borsa, per motivi non strettamente inerenti all’andamento dell’azienda. La reazione delle persone di fronte a questi provvedimenti è altrettanto immediata cercano un altro lavoro. La reattività di questa catena è sorprendente, la memoria organizzativa, la lealtà verso l’azienda davvero bassa.

Imprese più in crisi, con maggiori difficoltà effettuano manovre più pesanti e iniziano una riduzione dei costi che oltre al blocco delle spese prevede il licenziamento dei dipendenti. Questo può essere un trauma leggero in momenti di congiuntura economica positiva, drammatico in momenti di congiuntura negativa o in momenti in cui c’è l’aspettativa di una passaggio al negativo, come oggi.

Le paghe si riassestano all’ingiù quasi immediatamente, per le categorie più protette, in genere le più povere, ci mettono dai sei ai dodici mesi. Per le meno protette, le più pagate, l’aggiustamento è più rapido. Avviene oggi ad esempio per Tech Workers, le persone impegnate nelle aziende del settore tecnologico3. La stessa persona che trovava facilmente lavoro un anno fa, anzi più lavori, oggi fatica a trovarne uno al 25% in meno di salario. In aggiunta, spesso se lavora per una delle ultime Dot.com, viene pagata con stock options, che allo stato attuale si sa sono quasi spazzatura, visto l’andamento del mercato borsistico. Viceversa, nel settore delle costruzioni e della sanità, che stanno ancora crescendo si verifica la situazione contraria, molti lavori e poche persone, per cui una crescita delle retribuzioni. I mercati del lavoro risultano così molto segmentati. Queste differenze cambiano in periodi medi anche i flussi di immigrazione. Legato alla tecnologia è quello degli indiani e dei pakistani, ai latinos quello che viene richiesto per colmare il gap di manodopera nelle costruzioni.

’La crisi non fa prigionieri in questo paese, nel senso che non esistono barriere, non lo è la dimensione, l’importanza dell’azienda o del settore. Qualche esempio, la Crysler, con i suoi licenziamenti in massa, o un colosso come Psynet4, che ha dichiarato bancarotta. Chi viaggia vedrà pubblicità anche all’aeroporto di Amsterdam. Psynet è una azienda che produce fibre ottiche, la connessione vitale di internet, di infrastruttura, fattura vari miliardi di dollari e è con un importante datore di lavoro dell’area della capitale Washington. Il valore delle azioni è crollato da 70 dollari a pochi centesimi in pochi mesi nei primi due quarti del 2000, e viene da oggi in liquidazione. Un altro esempio è nel settore, nevralgico per gli USA, del trasporto aereo. Comair, una società minore della DELTA airline, è ferma da circa 3, dico 3 mesi per uno sciopero dei piloti. L’impatto è devastante per la città di Cincinnati, in cui l’aeroporto ha perso probabilmente il 40% del traffico. La società a causa di questo sciopero verrà probabilmente liquidata e nessuno se ne stupisce.

La sensazione è forte, non c’è rete, non ci sono barriere è il mercato, il mercato più vero che personalmente abbia mai sperimentato. Anzi nella crisi i predatori, le aziende più forti, diventano più aggressivi, attaccano le aziende in difficoltà per farle fallire o scalarle, nella crisi o della crisi si approfitta per ripulire l’economia dalle incrostazioni, dalle aziende non competitive.

Perfino nella fine delle aziende c’è una ideologia fortemente connotata al positivo. Si pensa semplicemente che sia giusto che chi non può sopravvivere soccomba e lasci spazio a altri soggetti economici. Questa mortalità nelle imprese libera risorse per iniziative più positive se si estinguono quelle che non creano profitto.

La riduzione di personale

La riduzione di personale in Usa può essere personale, una sorta di licenziamento motivato, o collettiva. C’è anche una via di mezzo, che è quello che sta accadendo oggi in questo momento di incertezza. Le imprese cercano di liberarsi di costi in maniera selettiva, licenziando i meno bravi.

Le imprese usano i sistemi di valutazione delle prestazioni, chiamata meritocrazia, nei momenti di congiuntura positiva per pagare di più, in quelli negativi per tenere i più bravi e licenziare i meno bravi.

E’ interessante notare come, anche i maggiori oppositori di questo metodo, criticano, non la poca umanità, la non tenuta in considerazione dell’anzianità delle persone, ecc.. che è implicita nel metodo, ma il fatto che non è abbastanza oggettivo, cioè che si presta a manipolazioni e premia spesso i più visibili anziché i più bravi. Per cui alla fine non offre garanzie di reale equità e corretto trattamento.

Anche qui gli esempi5 non mancano, la General Motors valuta i suoi 18000 manager mettendoli in gruppi di 50 e valutandoli con una curva che prevede che il 10% abbia un A, l’80% un B, il 10% un C. I manager C non ricevono aumenti, e se per due anni stanno nella C devono essere Arretrati, degradati in ruolo e stipendio o licenziati. Il settore delle nuove tecnologie sta seguendo lo stesso percorso, la SUN, la CISCO, guidano probabilmente questa tendenza. Secondo Steve Langdon portavoce della CISCO l’ obiettivo è di eliminare un impiegato su 20 seguendo la logica dei gruppi di valutazione: totale 8500.

Anche aziende floride come la conglomerata General Electric ha un piano di valutazione delle prestazioni con una struttura 20-70-10, i primi sono molto incentivati e difesi dalle lusinghe del mercato del lavoro. Quelli che appartengono al 10% di solito lasciano l’azienda in due anni se non aumentano le prestazioni.

Dal punto di vista economico questo sistema è ineccepibile, ed è garantito da un sistema di regole molto forti che contengono gli abusi nelle società. Anche socialmente viste le condizioni di benessere economico del paese continua a reggere. Tuttavia una amica americana che lavora in una azienda in cui si spinge questo modello di valutazione in questi giorni mi ha confessato che si sente come quel soldato che si salva facendo la roulette russa nel film Il cacciatore.


NOTE
1 Un esempio tra i mille che vengono riportati quotidianamente. “More firms cut workers ranked at bottom to make way for talent Rating systems trigger criticism, lawsuits as companies set sights on growing labor pool”. Titola così in prima pagina il numero del 29.5 di Usa Today, popolare quotidiano americano

2 ‘E-business: what is going to stay’,The Economist, ultima settimana di maggio,  .

3 ‘Welcome back to the real world’, titolava l’ inserto Business del Washington Post, il 21 maggio.

4 Washington Post, il 6 giugno, inserto business.

5 UsaToday, 29,5 2001

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