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Pubblicato in data: 28/11/2005

IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI, III: GLI OBIETTIVI DI LIBERTA'

di Nicola Antonucci

Maturità dell’Essere Umano: significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giochi

Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male,Aforisma n. 95, 1886. 

PREMESSA

Come può l’Essere Umano arrivare, tra le tante bizzarrie a cui lo conducono talvolta gli obiettivi, a ... comprare 1 Euro pagandolo 3,40 Euro ?!Provate il seguente gioco di simulazione psicologica analizzato da Martin Shubik nel 1971 nell’ambito della Teoria dei Giochi: mettete all’asta 1 Euro, partendo da 1 centesimo e utilizzando le normali regole di un’asta, fatta salva la semplice regola aggiuntiva che il secondo miglior offerente perde la cifra offerta.

Verificherete come tutti partecipino facilmente alla possibilità di vincere 1 Euro con 1 centesimo, e quanto rapidamente crescano le offerte. Intorno ai 50 centesimi iniziano a ritirarsi i giocatori e chi ha espresso la seconda miglior offerta si ritrova ad avere il famigerato ‘cerino in mano’; per non perdere quanto offerto, esprimerà la nuova miglior offerta.

Tra i due giocatori che rimangono in gioco s’innesca un’escalation che li porta rapidamente a offrire 1 Euro per comprare 1 Euro – ma non è finita qui. Su tale soglia, il secondo rischia di perdere tutti i 99 centesimi offerti e razionalmente decide quanto appariva irrazionale all’inizio del gioco, ossia offrire 1 Euro e 1 centesimo. Ovviamente anche l’altro giocatore (“non sono mica idiota!”)preferirà vincere 1 Euro offrendo 1 Euro e 2 centesimi, piuttosto che rinunciare all’Euro già offerto senza nulla in cambio.

I risultati delle ricerche psicologiche effettuate con svariati e rigorosi protocolli mostrano che persone adulte, mature e razionali comprano, in uno stato di crescente stress e imbarazzo, 1 Euro per, mediamente, 3,40 Euro!Il banditore guadagna ancora di più perchè, a fronte dell’Euro offerto, incassa sia dal miglior offerte, sia dal disperato secondo – guadagna quindi mediamente6,80 Euro!

Simulazione artefatta e irrealistica? E’ vero, perchè la realtà è tipicamente ancora più drammatica: in una competizione o in una gara d’appalto, tutti perdono tutti gli sforzi e gli investimenti preparatori profusi, salvo il miglior offerente; in uno sciopero prolungato o in una lunga relazione sentimentale in crisi, il danno per chi si ritira è ben maggiore di ...3,40 Euro!

Questo fenomeno psicologico è noto come ‘effetto Macbeth’, dal testo tratto appunto dal “Macbeth” shakespeareano: “Ho fatto tanta strada nel sangue, che, se non dovessi guadarne altro, l’arretrare costerebbe tanta pena quanto il proseguire”. Esso si presenta molto spesso, in tutti i contesti esistenziali, quando viene pregustato uno scenario allettante, il cui onere si rivela, troppo tardi, superiore alle aspettative iniziali (“tanto, costa poco provare”).

E’ proprio l’effetto Macbeth responsabile in buona parte per: la economicamente fallimentare impresa franco-inglese del Concord; l’immane costo umano ed economico della guerra americana nel Vietnam;l’incredibile voragine in cui la Parmalat ha seppellito se stessa e l’immagine dell’Italia; l’invischiamento di tante persone in lavori o matrimoni perennemente stressanti.

Non è un eccesso d’orgoglio, seppure un fattore importante, a innescare e sostenere tali derive, bensì radicate leggi fisiche, psicologiche e cognitive.Questi comportamenti, che meritano il titolo di Irrazionalità, sono di esclusivo appannaggio degli Esseri Umani, essendo gli Animali dotati di rigidi meccanismi istintuali che inibiscono qualsiasi escalation eccessivamente dannosa.

A quale scopo questo esclusivo lusso dell’Irrazionalità, non concesso agli Animali?

Inoltre, quali sono le leggi, spesso ignorate, che potrebbero prevenire il degrado di obiettivi ragionevoli in assurdi circoli viziosi alimentati dall’effetto Macbeth?Come distinguere gli obiettivi che invischiano e, persino, schiavizzano rispetto agli obiettivi di libertà?

Un piccolo ‘indizio’: se uno dei due offerenti, al crescere dello stress durante il gioco dell’asta, avesse ceduto emotivamente, o psico-somaticamente, con una crisi d’ansia, di panico o di pianto – anziché “tener duro” … -non avrebbe forse limitato le perdite per sé e per l’altro, nonché il guadagno per il ‘malvagio’ banditore...?

E tu: come pensi che ti saresti comportato nel gioco dell’asta? Hai già vissuto situazioni analoghe scampando da dannosi ‘circoli viziosi’? Come?

GLI OBIETTIVI DI LIBERTA’

A un’utopica libertà di obiettivi e a una sterile libertà dagli obiettivi, contrappongo gli Obiettivi di Libertà che arricchiscono e rinforzano i propri mezzi mentali, psicologici e fisici, anziché indebolirli e danneggiarli.

La prima legge da considerare nella definizione di salutari obiettivi di libertà è quella, fisica, della ‘circolarità’, o del ‘caos’, che pervade anche i sistemi apparentemente più semplici con potenziali perturbazioni che possono svilupparsi in modo significativo e impensato.Qualsiasi azione provoca effetti, ossia ‘perturbazioni’ lievi o meno, nelle attività di altre persone che, a loro volta, avranno motivo di reagire con una variazione della loro operatività anche nei confronti dell’azione originaria, deviandola, con risultante ‘circolo virtuoso’ o, più spesso, ‘vizioso’…

La prevenzione dai dannosi ‘circoli viziosi’ comporta la necessità e l’onesta di definire per ciascun obiettivo primario almeno un obiettivo antagonista, che agisca da feedback, ossia da ‘controllore’, sui risultati inerenti l’obiettivo primario, riducendoli se eccedono, stimolandoli se languono.

Obiettivi primari, senza alcun meccanismo di feedback, istigano gli interessati a spingere i risultati garantiti dalla parte opposta ai reali interessi aziendali, assicurando invece maggiori margini operativi per sé e migliori chance di ottenere il riconoscimento pattuito.In tali casi è necessario fondare l’attività non su semplicistici e spesso controproducenti obiettivi, bensì sull’Etica – ‘regole del gioco’ condivise e da rispettare nella operatività quotidiana.

Un obiettivo primario per un venditore in termini di valore degli ordini acquisiti (“il fatturato”) potrebbe essere associato a un obiettivo antagonista di reale guadagno netto su ciascun ordine (“il margine”), e anche a un altro obiettivo sui tempi di pagamento dei suoi clienti (“il cash flow”) – fin qui è ovvio e non sufficiente! E’ invece assolutamente necessario, nel meccanismo degli obiettivi ‘circolari’, assicurare all’interessato autonomia decisionale nel risolvere gli inevitabili dilemmi tra obiettivi primari e antagonisti: accettare, nell’esempio proposto, margini minori e/o pagamenti dilazionati dal cliente pur di fatturare di più, o viceversa, in base alle semplici formule (‘modello d’incentivazione’) con cui l’azienda legherà questi tre parametri alle commissioni pretese dal venditore.

Qualsiasi interferenza in tali dilemmi provoca disorientamento con conseguenti nocive discussioni, recriminazioni, alibi per vendere meno, e quant’altro possa danneggiare la stessa azienda...

I danni alla Salute psico-fisica dipendono proprio dai frequenti dilemmi paradossali insiti in obiettivi importanti per la propria carriera e retribuzione, e per le quali tali dilemmi rappresentano quindi delle minacce.

Un primo livello di paradosso si supera concordando con i colleghi interessati alcuni obiettivi antagonisti.

Un secondo livello di paradosso si disinnesca soltanto attribuendo agli interessati autonomia decisionale su entrambe le fattispecie di obiettivi – primari e antagonisti.

Hai già vissuto spiacevoli tensioni nelle tue attività legate a obiettivi che prescindono da tali criteri? Hai notato concomitanti dolori alle articolazioni, infezioni o problemi di pelle?

La violazione di queste semplici leggi conduce, infatti, allo stesso ripetibile risultato: lo stress, che ha una matrice standard di ripercussioni sulla corteccia surrenale (iperattività, con rilascio di ormoni corticoidi che riducono alcune funzioni del timo, dei nodi linfatici e della pelle), sull’apparato gastrointestinale (ulcerazioni, con conseguenti difficoltà alimentari) e soprattutto sul sistema immunitario (indebolimento mediato dal rilascio di cortisone, con conseguenti maggiore ‘permeabilità’ ad agenti virali e insorgenza di disturbi anche nuovi).

Questo comportamento umano sorprendentemente costante s’innesca da specifici stati emotivi derivati da situazioni di minaccia, che richiedono quindi una reazione, un cambiamento.

A quale scopo si attiva questo meccanismo interno che assomiglia più a una procedura diautodistruzione del Corpo che a un sistema di difesa e protezione da minacce esterne?Coerentemente all’intuizione di Friedrich Nietzsche (1844-1900), secondo la quale “C’è più ragione nel tuo Corpo che nella tua migliore sapienza”, è proprio il Corpo a suggerire prima, e a gridare poi, alla Mente tiranna: CAMBIA !!

Purtroppo, una cultura che da millenni ha denigrato, intriso di peccato e infine degradato il Corpo a ‘stupida’ macchina, ha insegnato alla nostra coscienza a considerare tali comportamenti come ‘sintomi’ di guasti, difetti, malattie da ‘riparare’.

Non sono solo sintomi, ma soprattutto segnali - da ascoltare!

Finalmente, a legare le domande della Premessa agli obiettivi ‘dilemmatici’ e ai segnali dal Corpo, arriva la Teoria dei Giochi:l’emotività, l’irrazionalità, gli stati d’animo e i disturbi psicosomatici sono necessari all’Umanità per realizzare una ‘strategia ottimale’, ossia una sequenze di comportamenti efficace in un dato contesto per avere un vantaggio sugli altri ‘partecipanti’ o ‘avversari’.

La migliore ‘strategia ottimale’ per massimizzare la probabilità di successo dei propri obiettivi consiste, come dimostrato matematicamente, nel perseguire ‘strategie miste’.Le ‘strategie miste’ sono quelle che esprimono diversi comportamenti, anche in contrasto tra di loro, e la cui sequenza, soprattutto, non è predefinita.Queste si differenziano quindi dalle più intuibili e razionalmente pianificabili ‘strategie pure’ basate su sequenze prestabilite di comportamenti in funzione dei possibili riscontri dall’ambiente.

Dal punto di vista teorico-matematico, una strategia mista richiede l’uso di un dado con un numero di facce che varia a seconda del problema.Facce che vengono associate ai diversi possibili comportamenti, la sequenza dei quali dev’essere casuale, ma rispondere, al contempo, a una ben determinata probabilità con cui ciascun comportamento deve verificarsi.

L’irrazionalità, l’emotività e i disturbi psico-somatici sono i ‘dadi’ vincenti con cui Madre Natura ha dotato soltanto noi; essi ci coadiuvano nelle decisioni difficili, concedendoci un’estrema flessibilità nello sperimentare comportamenti alternativi e un’acuta sensibilità nell’evidenziare ‘trappole’ in termini di dannosi ‘circoli viziosi’.

Gli effetti controproducenti di taluni obiettivi sono tanto più dannosi, quindi, quanto più si perseguono in modo coerente – con ‘strategie pure’ - e quanto più le menzionate “ragioni del Corpo” rimangano represse da Menti irrigidite da un eccesso di razionalità, un abuso della quale è la vera responsabile di possibili conseguenze eccessivamente irrazionali.

La liberazione dallo stress nocivo degli obiettivi irrealisticamente impostati passa per la costruzione di obiettivi reali che stimolano invece l’eustress, lo stress benefico. L’eustress deriva dalla sfida come lo stress dalla minaccia, e a questi due stati corrispondono rispettivamente: sensazioni di stimolo e di eccitazione, provocati dal rilascio di adrenalina e noradrenalina, nel primo caso; sensazioni di paralisi e di sofferenza, con azione debilitante del cortisone nei confronti del sistema immunitario, nel secondo.

La profonda consapevolezza di questi legami, studiati da moderni psicobiologi, rende possibile la riconfigurazione mentale di stress in eustress, mediante la reinterpretazione intenzionale delle minacce in sfide. Si salvaguarda così il sistema immunitario e si stimolano invece vitali funzioni psicofisiche.

La propria Salute Professionale – e non solo! – migliora quindi circoscrivendo il più possibile attività e obiettivi al ‘territorio’ dell’eustress. Pertanto, è bene:

Facile a dirsi, meno da realizzare - ma è già salutare esserne consapevoli e avere modo di stimolare il dubbio e l’attenzione su questi aspetti nei propri interlocutori.

 

La seconda legge da considerare è quella, psicologica, del ‘doppio legame’, dalla quale dipendono possibili patologie comunicative, che includono le ‘comunicazioni paradossali’ e i conseguenti disturbi, quali: la catatonia stuporosa (quando la paralisi decisionale si maschera dietro una paralisi di attività mentale); la catatonia agitata (quando la paralisi decisionale si maschera dietro l’iperattività, un fare per non pensare – quanti managers ne soffrono inconsapevolmente…); l’ebefrenia (quando la paralisi decisionale si sottomette a una esecuzione acritica di qualsiasi ordine o richiesta – anche qui, quanti …..); la paranoia (quando la paralisi decisionale si giustifica con l’impossibilità di agire contro una onnipresente persecuzione ai propri danni).

Le patologie sopra elencate non vanno viste solo nei loro aspetti estremi, bensì comprese nelle forme intermedie presenti in ogni ambiente umano – lavorativo o familiare.Nascono comunque sempre da difficoltà decisionali relative a dilemmi che risultano difficili da affrontare.Dilemmi che portano agli stessi stress biologici accennati sopra a proposito degli obiettivi ‘circolari’ mal gestiti.

Dilemmi accentuati però da situazioni di doppio legame, che si caratterizzano per:

Quando un obiettivo è richiesto da chi esercita un potere frutto di uno dei legami emotivi menzionati, tale obiettivo risulterà difficile da rifiutare qualora se ne intuiscano possibili risultati negativi.Ne scaturisce un paradosso: sia la scelta di un’immediata opposizione all’obiettivo richiesto, sia la scelta di affrontarlo pur paventando un futuro insuccesso, peggiora inevitabilmente la tensione emotiva già presente, compromettendo quellapositiva (amore, carisma, autorevolezza), ovvero acuendo quella negativa (timore, soggezione, autorità).

Il dilemma diventa in tale circostanza molto gravoso ed è plausibile una ‘fuga’ da tale sofferta tensione con uno ‘stallo’ psicologico e/o fisico.Tale stallo, non giustificabile dalla ‘comunità’ nella quale si vive o lavora, diventa comprensibile se risultasse essere la conseguenza di un evidente disturbo mentale o fisico.

La prevenzione anche dei più lievi di tali ‘segnali muti’ passa soltanto attraverso la consapevolezza della propria dipendenza non tanto dalle esigenze materiali ed economiche, quanto dalla stima, fiducia o affetto altrui, e dalla conseguente difficoltà a trovare un modo appropriato per esprimere, per esempio, la nostra sfiducia verso la sua opinione o visione, senza compromettere la sua fiducia in noi…

In termini più decisivi, occorre vedere il più profondo paradosso insito in tali situazioni, ossia che il problema deriva dalla necessità della stima, fiducia o affetto di una persona che, col suo comportamento, non merita assolutamente stima, fiducia o affetto.

Facile a dirsi, ma …… la sola consapevolezza può già aiutarci molto anche nella ‘difficile realizzazione’.

 

La terza legge, cognitiva questa volta, è quella del ‘condizionamento culturale’, ossia dell’asservimento inconsapevole, ma comunque fedele, a obiettivi che vengono inoculati con svariate forme di persuasione.

Questi ‘idoli’ ristrutturano mentalmente il malcapitato in modo da: fargli credere in obiettivi e missioni che non gliappartengono; fargli ignorare il reale beneficio e/o danno che ne deriverà alla fine; mascherargli il reale beneficiario del suo impegno profuso in nome di tali obiettivi-idoli.

Il nostro vero ed essenziale obiettivo esistenziale – ossia comprendere chi siamo realmente – è evidentemente un ‘compito’ molto arduo e ambizioso se gli è stata prestata tanta cura da due ‘padri’ della nostra Cultura, quali: Socrate (“Conosci te stesso!”) e Nietzsche (“Diventa ciò che sei!”).

Tali esortazioni ‘filosofico-paternalistiche’ dimostrano purtroppo una scarsa efficacia contro i profondi condizionamenti culturali che si ‘incorporano’ per mezzo dei virulenti memi – ossia “unità di replicazione culturale” che trasportano, da una Mente all’altra, Idee mediante parole, immagini, comportamenti.

I memi si sviluppano, si propagano, invadono e soprattutto modificano gli organi ‘mentali’, analogamente a quanto avviene per i virus e il DNA nei confronti degli altri organi ‘corporali’ – ammesso di poter scindere in modo netto la Mente dal Corpo…

Sarebbe quindi presuntuoso e superficiale dare per scontato che noi siamo sempre realmente …noi stessi!

A fronte di un obiettivo profondamente ‘incorporato’ in forma di condizionamento culturale, il compito di liberarsene diventa arduo, perché si ‘gioca’ qui con la propria presunta identità individuale.

L’affrancamento da tali identità che ‘ci posseggono’, e che ci spronano verso obiettivi non necessariamente nostri, richiede l’appello a una risorsa che va ben oltre la Ragione: la Fede, laica e filosofica, nell’esistenza di una nostra natura più profonda, vera, sotterrata da strati di orgoglio egotico, di educazione imposta, di abitudini sclerotizzate, di ambienti rigidamente convenzionali …

Questa Fede va esercitata sempre su ciascun obiettivo con una semplice domanda: a quale scopo?A chi giovarealmente questo obiettivo? Al ‘me-vero’oppure a quel ‘me-riprogrammato’ funzionale a …… ?!

La libertà definitiva da qualsiasi ‘idolo’, richiede la comprensione del proprio asservimento a ideali positivi che si ipertrofizzano poi in ‘idoli’.‘Idoli’ che schiavizzano attribuendo missioni talvolta impossibili, con inevitabile senso di colpa.Senso di colpa che incatena al peggior nemico dei salutariobiettivi di libertà : la neo-schiavitù.

A presto, con la ‘bestia’ capitalistica della neo-schiavitù!

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