BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 28/07/2003

L'APE CROSS E IL BRUTTO ANATROCCOLO (1)

di Fabrizio Badiali

Neanche un mese fa stavo camminando lungo una strada di un paese vicino a Belluno, in montagna.

Avevo da poche ore lasciato alle spalle il brusio di Milano con i suoi clacson impazziti, quando dalle spalle sento un rumore assurdo, simile a quello della mia vespa elaborata quando avevo 15 anni.

Mi volto e con grande stupore vedo sopraggiungere “a tutta velocità” un Ape Cross, rosso con i roll bar gialli e i fanali maggiorati.

All’apparenza tutto normale, alla guida del “bolide” un adolescente-tipo con ciuffetto ingellato, maglietta colorata e occhiali da sole.

Passano dieci minuti e ne vedo un altro, un po’ più vecchio, ma sempre smarmittato.

Poi arrivo nella piazza del paese, S. Gregorio nelle Alpi, forse 2000 abitanti a essere generosi e vedo alcuni ragazzi, chi a piedi chi in bicicletta, attorno ai due Ape, in adorazione…

Ne ho fermato uno e gli ho chiesto a cosa fosse dovuta quell’ammirazione sfrenata per il fortunato padrone dell’Ape Cross e mi ha risposto: “in inverno qui fa freddo, non abbiamo la patente e se vogliamo fare le nostre cose con le ragazze, almeno lì stiamo appartati…”.

Ero felice, quel giorno l’Ape, il brutto anatroccolo, aveva surclassato l’invidiato e biondo cugino scooter…

Se fermassi un ragazzetto-stampino in C.so Buenos Aires a Milano e gli chiedessi un parere sull’Ape…probabilmente mi direbbe di tornare in campagna o forse con meno parole, mi darebbe del pirla.

Troviamo la morale, in risposta all’intervento del compagno (di scrittura) Ofelio; lui giustamente mostra come oggi si sia persa la misura…water a due ruote che costano più di un  enduro nuovo, una Moto vera…convengo pienamente; parla anche di mode, come di un qualcosa che è così e basta, c’è e si può solo decidere se farne parte o meno.

Vorrei allora integrare le sue osservazioni, dicendo che quel che oggi si è perso è il valore d’uso di una tecnologia, a favore dell’apparire per quello che forse non si è, altrimenti non ci spingeremmo in una ricerca osannata della differenza, pena poi annullarla omologandoci nei gusti e quindi privandoci della scelta: la scelta di essere noi stessi.

Parallelamente una dose eccessiva di critica può irrigidire un approccio che voglia essere invece esaustivo: non si può smontare senza proporre un’alternativa, o come diceva anni fa un mio caro docente universitario, prima viene la pars destruens, poi la pars costruens.

Quindi dire che uno scooter di 150 cc che costi € 10.000 è un’aberrazione funzionale, è vero, ma non basta a crearci un antidoto mentale, a dotarci di una strategia che ci preservi, mettendoci al contempo in gioco.

Se si vuol fare una rivoluzione (anche solo nei gusti) occorre partire dal sistema predominante, negarlo e basta ci relegherà sempre e solo ai margini.

Allora perché negarlo: io stesso che ho avuto una moto da enduro spartana, il vecchio e caro Yamaha TT600, ammetto che se devo andare al lavoro un giorno che piove, con la moto dovrei portarmi un cambio, gli schizzi d’acqua arriverebbero fin’oltre le ginocchia, con lo scooter no.

Esistono scooter intelligenti, con un costo di € 3500 è possibile averne uno targato; certo non avrà il cursore tipo “Supercar” o il fendinebbia di un Boeing, ma servirà per il suo valore d’uso: farmi arrivare asciutto in ufficio quando piove…

Purtroppo quello che ci ostacola, è che ci troviamo in un mondo dove quasi tutto ci è venduto all inclusive…tra un po’ le lavatrici saranno integrate ai fax e il vecchio frullatore verrà sostituito da uno spremi elettroni…vogliamo tutto a portata di mano e subito.

Vogliamo le carte di credito, spendere oggi per pagare domani…suona quasi come uno slogan per “scendere in campo”; oggi possiamo avere il Mercedes (appannaggio dei “signori di una volta”) a portata di mano per soli € 270 mensili…domani potremo ipotecare i nostri sogni quando il Grande Fratello non avrà più argomenti per un delirante palinsesto…

“ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare: navi da guerra imperiali in fiamme al largo dei bastioni di Orione e raggi B balenare nel blu al largo delle porte di Tannoiser, e tutti questi ricordi andranno persi come lacrime nella pioggia…”

(tratto da “Blade Runner” di Ridley Scott)



L’Ape Cross e il brutto anatroccolo è (anche) una risposta a Ofelio Liberati, Contrari e non detti

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