BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 15/11/2004

LA VERITA' VI PREGO SULLA CONSULENZA
Si può sapere cosa facciano i consulenti e le società di consulenza?

di Paola Barzaghi

Ce n’è per tutti i gusti: i consulenti d’immagine, i consulenti on-line di web marketing, i consulenti per la vendita d’arte, i consulenti organizzativi, quelli finanziari, i consulenti legali (ve ne vengono in mente altri?…ah! quelli di Programmazione Neuro Linguistica). Sono imparentati questi signori? Cosa li accomuna? E perché oggi come non mai, in questa Società dell’informazione, nella quale siamo tutti - o quasi -knowledge worker fessi e indefessi, attenti alla linea, i consulenti spuntano come i funghi? E perché c’é una forte domanda di consulenza e di esperti che risolvano i problemi sia ai singoli che alle organizzazioni?

A questi quesiti non ho risposte, che continuo a cercare, non si sa mai, anche perché opero in una società di servizi di consulenza, offerti nello specifico alla Pubblica Amministrazione.
Propongo qualche dato e una suggestione sul contesto nel quale un consulente può lavorare, sfiorando i temi del chi-fa-cosa-come:

Chi…
La teoria. Il dizionario ci ricorda le origini latine della parola “consulente”. Da Consulere deliberare/provvedere/consultarsi/consigliare. Il consulente può essere colui che assiste col consiglio. Ovvero è un professionista a cui ci si rivolge spesso (sempre) a pagamento per pareri e chiarimenti relativi a un determinato ambito di interessi (il diritto tributario o l’arredamento country) di cui egli è competente.
E va bene. Sennonché le cose si complicano, perché chi viene assistito con il consiglio può cambiare (anche idea), così come i motivi che spingono a chiedere consulenza sono differenti, ed i contesti nei quali viene chiesta… tutto ciò rende insufficiente per il consulente essere semplicemente esperto di un certo ambito di interessi…

fa cosa-perché…
La prassi. Il mio punto di vista è quello di chi si trova ad osservare la Pubblica Amministrazione cercare supporto esterno. Questa ricerca di consulenza avviene per motivi diversi. Provo ad elencarne qualcuno, ricordando che non necessariamente sono autoescludentisi :
Bisogno interno della PA “definito”. Es. Sono richiesti dal Comune X servizi di formazione del personale su temi o competenze specifiche;
Risoluzione di problemi urgenti. Es. Sono necessari studi di fattibilità per impegnare e utilizzare entro una certa scadenza quote di Fondi Europei, pena il ritorno nelle casse dell’Unione;
Volontà delle alte sfere della PA. Es. il Direttore Generale della Direzione X ritiene “opportuno” affidare servizi di ricerca alla società di consulenti Y;
Impossibilità di gestione interna. Es. per realizzare un servizio pubblico viene coinvolta, la società Z esterna, le cui risorse sostituiscono quelle della PA nell’esecuzione di una parte del servizio .

I diversi motivi alla base della richiesta di servizi da parte della PA svolgono un ruolo rilevante sulla realizzazione della consulenza (e sull’umore delle persone coinvolte).

Come…
Qualunque sia il motivo che ha condotto la PA alla ricerca di consulenza, nelle situazioni professionali si ritrovano consulenti che, come i clienti, portano nel lavoro bisogni e storie personali individuali, esperienze e obiettivi dell’organizzazione di appartenenza. Tutto ciò contribuisce/ostacola/alimenta la realizzazione dei processi di consulenza, e rischia di diventare un guazzabuglio, una mezcla, nel quale il consulente deve sapersi orientare per non perdere il filo…

A proposito di filo… allora i consulenti come sarti? O come corteggiatori che inseguono il potenziale cliente? Facciamo la prima che ho scritto.
I consulenti hanno idee proprie sui colori e i tessuti dei vestiti nonché sui tagli dei vestiti adatti per le diverse situazioni, ma devono incontrare i gusti e i desiderata, la corporatura e i bisogni del cliente e sapere per quale occasione il cliente vuole l’abito.
I consulenti a volte non possiedono gli strumenti e le stoffe adatte al lavoro commissionato…
A volte non sono nemmeno molto bravi.
A volte comprano il vestito già confezionato invece di realizzarlo su misura.
O devono fare saldi per svuotare il magazzino...
I consulenti a volte sono dediti al “taglia e cuci”… ma questa è un’altra storia ...

Suggestioni
Alla luce di ciò che ho sperimentato nella professione, il servizio di consulenza per la PA può essere rappresentato attraverso un continuum ideale. Ad un estremo di quest’ultimo, si pone l’intervento di consulenza il cui obiettivo è la costruzione di un progetto condiviso con il cliente come conseguenza di quel processo che è stato definito "analisi della domanda". Sull’altro estremo del continuum si pone l’intervento nel quale si verifica la completa sostituzione del cliente da parte del/i consulente/i nell’esecuzione del servizio (alterando cosi la natura della consulenza?). In mezzo al continuum si trovano le situazioni intermedie, forse le più reali e frequenti: studi di fattibilità, ricerche, valutazioni, proposte di soluzioni strategiche, interventi di formazione nei quali c’è un lavoro comune e un movimento oscillatorio continuo tra i due estremi descritti, e il consulente cerca di preparare il vestito “su misura”.

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