BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 28/04/2003

IL NUOVO ORDINE MONDIALE SIAMO NOI

di Bruno Bonsignore

Mi pare che nessuno tra quelli che scrivono e che io abbia letto, tranne Bernard Lewis, [1] si sia preso la briga di risalire quanto piu' possibile alle origini per avere una visione non miope del contrasto occidente-islam, e tentare delle spiegazioni meno banali dell'imperialismo, del petrolio, dei buoni contro i cattivi e di chi sono i buoni e chi i cattivi. E anche dell'ipocrita opportunismo  col quale adesso proclamiamo -francesi tedeschi russi italiani- che tutti devono partecipare alla ricostruzione.. ma certo, i soldi uniscono più delle Nazioni Unite.

Anche la nostra buona, saggia Europa, e non solo gli americani, ha praticato con cinismo le sue guerre ed ha avuto la sua brava Guerra Civile.

Anzi ne ha avute due, a distanza di poco più di vent'anni, e talmente furiose da coinvolgere tutto il mondo. Due guerre una dopo l'altra che le hanno preso tutti i giovani più un bel numero di adulti, e se li è portati via.

Così il Continente più vecchio ha sacrificato le sue nuove generazioni per spostare qualche linea di confine, rinunciando non solo allo sviluppo futuro ma all’immaginazione, ai sogni, agli ideali, alla visione. Tutto quello che non abbiamo oggi.

Mentre gli americani hanno combattuto per crescere, geograficamente e umanamente, per abolire la schiavitù e sancire il diritto alla libertà e anche alla privacy!) dei suoi cittadini, e il diritto al voto per tutti, donne comprese (e duecento anni prima della ricca, europea Svizzera calvinista), per costruire un "impero" continentale mettendo insieme cinquanta Stati, due oceani  dandogli una sola lingua e una sola Costituzione, la nostra amata Europa ha bisticciato per un impero che non aveva più per rubarsi spazi che erano già suoi, per imporre una supremazia razzista immorale e disumana ricusando l'umanesimo che era il suo primo Valore.

Così l'Europa che stava già perdendo se stessa ha perso le forze giovani e rinnovatrici e con esse la capacità dello slancio incosciente, quello che va verso il nuovo e il rischio, senza troppi calcoli –come constatiamo puntualmente- e si e' ripiegata sulle speculazioni filosofiche circa la morte e la morale, facendo largo -facendo largo- alla prorompente vitalità dei Nuovi Continenti. Vitalità capace di dare anche alla morte il senso e il valore eroico che noi europei, non possedendolo più, non siamo in grado di comprendere e quindi di accettare.

Per difenderci non abbiamo altra arma che opinare, utilizzando quel che ci resta del perduto slancio, mentre i "nuovi", i californiani, i brasiliani, gli australiani, lungi dall'essere guerrafondai, sono appena nati e vanno al galoppo, e anche chi cade è la dimostrazione dell'essere e del divenire, la morte è ella vita.

Sentire ed essere in questo modo non ha nulla a che vedere con l'imperialismo, il potere, la globalizzazione, e meno che mai col volere la guerra.

E' l'ebbrezza della vita, della voglia di fare e di scoprire, la stessa che ha animato i nostri grandi navigatori, e' il persistere romantico dell'ideale e dell'illudersi anche quando non sei più ragazzo, è il continuare a sognare e fare senza rassegnarsi all' "ormai" che domina l'Europa.

Vecchia, certo. Piena di valori che non riesce più ad esprimere perché s'intestardisce a contrapporli invece di integrarli.

L'era dell'Epica non è più nostra, appartiene agli altri, ma questa non è una buona ragione per criticarla o peggio cercare di combatterla sfilando con le bandierine. Noi Europei dobbiamo cercare di capire la nuova Epica altrui, abbandonando il rimpianto e liberandoci dell'invidia, e disarmarla non strappandole le armi (chi?) ma canalizzandone la potenza e l'energia vitale verso una nuova visione etica che sta comunque nascendo.

A noi Europei spetta di contribuire  addolcendola e indirizzarla con la saggezza che il tempo milleniale ci ha dato e che il tempo presente ci sta imponendo.
E che rifiutiamo.

Il nuovo ordine mondiale non e' americano e non sarà cinese ne' indiano.

E' quello che mezzo mondo già esercita da casa sua collegandosi con miliardi di altri universi individuali, è dei globalizzati che sfilano contro la globalizzazione e la usano tutti i giorni con superficiale inconsapevolezza.



[1]   Bernard Lewis, professore emerito a Princeton, esperto di storia mediorientale.

What Went Wrong, bestseller US nel 2002,  pubblicato in Italia da Mondadori col titolo Il suicidio dell’Islam”. Altri libri di Bernard Lewis: presso Rizzoli Semiti e Antisemiti, 2003 (ristampa), e Islam, la Guerra e la Speranza, Intervista di Fiamma Nierenstein, 2003.

Pagina precedente

Indice dei contributi