BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 12/04/2010


PARI OPPORTUNITA': ETICA O RETORICA RETRO'?
Dopo mezzo secolo le nuove donne tornano alla ribalta contra la disparità della differenza

di Bruno Bonsignore

Qualche tempo fa a New York mi hanno parlato di Jane Jacobs e della sua intrepida e vittoriosa battaglia contro l'assatanato spianatore di città Robert Moses , rampante urbanista newyorkese. Uno che pretendeva di cancellare un bel pezzo di Manhattan per farci passare sopra un'autostrada a 6 corsie (il sistema della viabilità assorbe circa il 20% dello spazio urbano a Londra, Parigi e Tokio ma quasi il 70% a Los Angeles!). È grazie alla Jacobs e al suo preveggente libro The Death and Life of Great American Cities (1961) se oggi possiamo ancora goderci il Greenwich Village con tutti i suoi umori, odori e sapori.
Una donna con le palle viene da dire, diciamo invece una dotata di tette che ne affermano il femminino e respingono al mittente o meglio alle mittenti la sua sprovveduta collocazione nell'empireo femminista.
Io conoscevo, di nome, solo Betty Friedan, diventata alfiere delle femministe sessantottine e della loro travagliata transizione, secondo me mai compiuta, verso l’emancipazione.
La citavano le copy e le art director delle agenzie di pubblicità e il suo nome spuntava sui cartelli università occupata. Ricordo bene che era un girone esclusivamente femminile e rigorosamente esclusivo, proprio off limits per noi maschi con l'eccezione, ai tempi, di qualche radicale di comprovata fede. Io lavoravo in agenzia e facevo campagne per vendere cioccolato, panettoni, birra, jeans mentre la Friedan attaccava duramente i pubblicitari manipolatori di gusti e falsi bisogni che imponevano al pubblico lo stereotipo della brava donna-mamma consumatrice, per poi travestirla da venditrice e svestirla fino all'indecenza. Ma ho sempre pensato che le donne almeno in quegli anni '60 non abbiano capito la portata della visione di Friedan (The Feminine Mistique, 1963) una rivoluzionaria e consapevole personalità carica di femminilità imprigionata con superficialità proprio dalle sue sostenitrici nel generico contenitore "femminista".
Intanto arriva Rachel Carson col suo Silent Spring (1962) che propone una visione di ecosistema da contrapporre alla frammentazione della scienza e della conoscenza, alla specializzazione ossessiva che impedisce la comprensione del tutto, alla fede assoluta nella scienza, un tema che riprende anche Zygmunt Bauman in molte sue opere. C'è tutta la natura, ci sono tutte le risorse del femminile, della sua lucida saggezza nella premonizione della Carson e nella sua capacità di immergersi nell'allora ignorato mondo dell'ambientalismo.
La grandezza di questo fantastico terzetto femminile che s'incontra ed esplode negli anni '60 mi colloca su una posizione critica dell’attivismo odierno delle donne per i loro diritti che rischiano di essere ricondotti, e ri-ghettizzati, come rivendicazioni femministe, facendo così tornare indietro il fronte di combattimento di mezzo secolo.
Le donne dovrebbero secondo me adottare la strategia del "jumping" come fecero gli americani nel Pacifico durante la 2a Guerra Mondiale: anziché conquistare col sangue isola per isola ne attaccavano una saltando poi le due o tre successive, tagliando loro i rifornimenti e lasciando che s'arrendessero per mancanza di viveri ed armi. Saltate il "frammento", ignorate la battaglia parziale come esortava la Carson e concentratevi, per vincerla, sulla guerra dei diritti dell’Essere Umano, lasciando perdere la retorica delle pari opportunità.
Non fatevi distrarre dagli obiettivi parziali che ancora ci sono da conquistare sul fronte della parità ma piuttosto attrarre da tutto quello che dovete difendere sul fronte della disparità della differenza, perché qui l'uomo ha abdicato e ha perso la strada, intrappolato com'è nel "suo".
Il suo lavoro, la sua auto, la sua carriera, la sua squadra, la sua seconda casa...
E la sua donna? Ha bisogno di ben altro che le tette e lo sanno benissimo anche le donne in carriera: ad esempio 6 su 10 iscritti ai Corsi di Business Ethics per Ethics Officer sono donne. E poi c'è il nuovo che avanza, quella che Jeremy Rifkin chiama Erasmus Generation che ha intercettato la strada da percorrere: anche qui 6 su 10 partecipanti al progetto sono ragazze di vent'anni o lì intorno che hanno deciso di andarsene in giro per l'Europa da sole per diventare donne senza i limiti della geografia, delle culture arretrate e dei pregiudizi e dei ruoli pre-assegnati.
E così facendo si portano appresso pure i maschietti. Appunto.

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