BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 10/01/2011

 

L'INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY AL SERVIZIO DELL'AZIENDA E LO SCENARIO EMERGENTE. RIFLESSIONI DI UN PROFESSIONISTA DELL'INFORMATICA

di Paolo Brunelli

Ecco qui una lettura, da un altro punto di vista, dei temi che proponevo il 9/08/2010 con il Contributo dal titolo L’Information & Communication Technology al servizio dell'azienda. appunti in merito allo scenario emergente (www.bloom.it/vara184.htm) F.V.

La digitalizzazione dell’informazione (accezione più generale di “content”) che è entrata nella  nostra vita quotidiana e la sta sta pervadendo,  impatta ovviamente i sistemi informativi aziendali, aprendo nuove aree di intervento nella vita delle aziende, nei loro processi, forse nel modo stesso del loro (delle aziende) formarsi. Siamo probabilmente all’inizio di un fase di discontinuità in cui gli attori che oggi fanno il mercato dell’offerta (Microsoft, Oracle, SAP, HP, IBM) possono cambiare o mutare radicalmente pelle per continuare ad esistere.  L’analisi dei driver di innovazione non è affatto semplice, ma la trovo appassionante, e, anche sull’onda di alcuni scambi di idee con amici, ho messo assieme considerazioni su alcuni temi dell’informatica per le aziende. Non c’è nessuna pretesa di sistematicità, la spinta è semmai quella della mia esperienza in aziende di system integration, a strettissimo contatto con i grandi vendor.

SAP
è uno dei massimi esempi di sistema multifunzione integrato.  I problemi che le aziende tendono a risolvere con i Sistemi Informativi Aziendali possono facilmente essere individuati  e scomposti in comparti. I più consolidati sono:

I sistemi che operano per ciascuno dei suddetti comparti deve eseguire operazioni che solo occasionalmente si devono integrare con informazioni gestite in altri comparti. È quindi lecito pensare di adottare, ad esempio, il prodotto di contabilità di una marca e il controllo di gestione di un’altra. Questo ha senso e viene fatto (soluzioni “best of breed) nel momento in cui fra prodotti diversi ci sono importanti differenze di prestazioni, ricchezza di funzioni, prezzo, qualità dell’assistenza, che giustificano la fatica e i rischi di far parlare assieme applicazioni diverse. (complessità e rischi notevoli, e non c’è SOA che tenga)
Ciò accade in genere su segmenti funzionali emergenti,  ma quando il mercato si stabilizza i vantaggi garantiti da un prodotto rispetto un altro diventano marginali e la facilità di gestione fa premio sui piccoli vantaggi funzionali. SAP sfrutta al massimo questa capacità di integrazione, garantendola in contesti organizzativi molto specifici ed articolati. È l’unione di questi due fattori che ha fatto il successo di SAP.
Poniti il problema di gestire ad esempio la contabilità integrata col controllo di gestione in una azienda strutturata in Divisioni che fanno prodotti diversi e che magari appartiene ad un gruppo e deve quindi gestire tutte le specificità amministrative delle partite intercompany. Il sistema informativo è complesso,la scelta buy/make è scontata verso il buy. E allora cosa compri? In un mercato maturo  come quello delle soluzioni gestionali sicuramente un prodotto integrato quindi SAP o Oracle App o poco altro; in genere SAP.

Questa visione sta cambiando? Credo proprio di no, se ci limitiamo al contesto delle funzioni IS tradizionali, quali quelle elencate sopra.
Quello che invece sta sicuramente cambiando è l’ambito funzionale ricoperto dai sistemi informativi aziendali:

È su questi fronti che c’è del nuovo e qui senza dubbio SAP mostra la corda: le caratteristiche che nel contesto a lui proprio configurano dei vantaggi, diventano dei limiti.
Anche SAP si sta muovendo: la nova architettura ECC 6, il componente per le SOA Netweaver, lo sviluppo di BW; ma soffre decisamente la competizione. Per fermarsi ad un tema facile, quale quello della dematerializzazione  e della cosiddetta archiviazione sostitutiva, credo che pochi scelgano la soluzione SAP, che pure esiste ed è ovviamente ben integrata con FI-CO e tutto il resto…

Sarei curioso infine di sapere che sistema di contabilità, HR, ecc  hanno Google o Amazon: sarei sorpreso, e sarebbe un caso di studio molto interessante, che non sia SAP o Oracle Application (o Baan o altro non fa grande differenza).

SOA
Le Service Oriented Architecture e gli application bus che le supportano sono indubbiamente un fenomeno importante nel mondo dei sistemi informativi complessi. L’impatto si misura sostanzialmente su due dimensioni:

Si tratta di due fattori di libertà e flessibilità formidabili, che accelerano l’evoluzione dei sistemi informativi aziendali, nel momento in cui consentono miglior controllo dei rischi di progetto, semplicità della soluzione tecnica, accesso ad un mercato competitivo.

Detto questo ritengo che difficilmente si torni indietro sui contesti funzionali consolidati: in altri termini non vedo nelle SOA un significativo attacco alla monoliticità del SAP “tradizionale”. Certamente invece è per SAP un attacco alle sue capacità espansive su nuovi territori funzionali.

SaaS
Software as a Service è un modello di business per i sistemi informativi aziendali e non, dove la logica dell’esternalizzazione è portata all’estremo:  viene ad esempio estesa alla proprietà degli asset che diventano inessenziali per la fruizione del servizio, in quanto controllati dal Service Provider che non deve rendere conto di quali siano, su quali macchine girino, ecc.
È l’evoluzione del modello degli ASP (Application Service Provider) nato, prematuramente rispetto alla disponibilità di tecnologie abilitanti e cultura informatica adeguate, alla fine degli anni 90. Oggi le prestazioni e la pervasività delle reti sempre più performanti e sofisticate, con la possibilità ad esempio, di implementare policy di priorità sul traffico in funzione dei servizi trasportati, le architetture basate su Web Services e orientate ai servizi (SOA), gli ambienti client sempre più device independent, e, da non dimenticare, soluzioni di system management e accounting solide, consentono la vendita di servizi informatici a clienti di cui si sa poco o nulla riguardo ad architetture informatiche, modelli di fruizione, personalizzazioni richieste.
L’esempio più significativo che conosco di questo tipo di approccio è Salesforce.com che vende una soluzione di supporto delle vendite via web.

La Fabbrica del Software e il controllo delle Applicazioni
Il modo di produrre SW cambia di continuo. Dapprima sono evoluti i linguaggi (dall Assembler ai linguaggi ad alto livello, ai linguaggi strutturati e indipendenti dall’ambiente). Poi è il concetto di “linguaggio” che è cambiato, con gli ambienti di generazione delle applicazioni, spesso dedicati a contesti specifici, e gli ambienti di sviluppo “object oriented”, che rendono la separazione fra piattaforma e applicazione sempre più labile. E con lo svanire di questa separazione diventano sempre meno necessarie competenze di informatica per realizzare,  mettere a punto  e gestire la soluzione basata su computer che soddisfa le proprie esigenze.
Quella dello sviluppo Open Source è un fenomeno parallelo, interallacciato alla evoluzione tecnologica, ma caratterizzato più come modello di business che come metodologia di sviluppo.  Linux è un sistema operativo costruito e gestito come Open Source, e non ha nulla a che vedere con tecniche ed ambienti di sviluppo orientati alle applicazioni ed agli utenti.

Detto in altri termini con un esempio: un sistema di content management è la piena espressione di un contesto che rende indipendente l’utente nel realizzare la propria applicazione. Dopodiché ci sono ottimi content manager proprietari e content manager Open Source altrettanto buoni. Io, che pure sono un informatico professionista, anche se di vecchio stampo, seglierei una soluzione di content management in base a considerazioni funzionali ed economico-gestionali, e magari anche cultural-politiche,ma certamente non in base alla prospettiva di poter mettere le mani (io o qualcuno vicino a me utente) sul codice.

Business Intelligence e Knowledge Discovery
Lo spartiacque tecnico (e anche concettuale) che ha dato l’avvio all’Information Management dedicato allo sviluppo del Business è la separazione fra dati ed applicazioni, reso possibile  dai Data Base Relazionali. La  loro nascita ha dato il via ad una radicale trasformazione dei sistemi informativi sia gestionali che di supporto alle operazioni. Si pensi ad esempio alla evoluzione del SW bancario negli anni 80 con al creazione delle anagrafi clienti come entità autonome, non più inserite (in genere) nell’applicazione Conti Correnti, o alla nuova generazione dei sistemi di network managment degli operatori Telco che ha visto la luce, a metà anni 90, attorno ai DB di rete.
Assieme a queste rivoluzioni c’è stata quella di poter considerare il dato, e non più la transazione che lo tratta, come l’elemento centrale di un sistema informativo. E’ a questo punto nato il filone delle soluzioni dedicate alla business intelligence, tecnicamente basate su:

Si tratta quindi di un filone di soluzioni informatiche ancora oggi in genere separate dai cosiddetti sistemi operazionali, molto più nelle mani degli utenti che non della funzione IT, con alcuni snodi importanti fra i due mondi, da gestirsi con molta attenzione, quale quello dei metadati, cioè della descrizione condivisa delle informazioni di base.

Search Engine
Sono la nuova frontiera dell’Information Management. Sono l’evoluzione dei DB testuali degli ani 80, che per  primi hanno consentito di trattare dati non strutturati, ovvero senza chiavi e indici. Abilitano la ricerca semantica, le interrogazioni in linguaggio naturale, la creazione di ipertesti dinamici,la profilatura della risposta in base alla storia delle interrogazioni… Un vero e proprio nuovo mondo dove possono nascere usi dell’informatica oggi forse sconosciuti.

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