BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 27/01/2003

LE CANTINE DEL WEB

di Maurizio Carrer

I programmi di file sharing come Winmx, Kazaa, Limewire, Bearshare, Imesh, eDonkey, Direct Connect[1], solo per citare i più diffusi, permettono la creazione di grandi comunità di utenti, costituite da milioni di individui, che si incontrano per scambiarsi file, programmi, film, videoclip e musica attraverso la rete peer to peer (p2p). Il procedimento per far parte della comunità è  molto semplice: si installa il programma client sul proprio computer scaricandolo gratuitamente dai siti di riferimento, ci si identifica con un nickname ed è tutto. Possiamo subito entrare e curiosare fra le bancarelle virtuali degli utenti. Qui tutti cercano e offrono bit, con la logica del baratto. Attenzione però: il baratto ha delle regole precise, non scritte ma condivise da tutti, perciò non cercate di sedervi al tavolo delle trattative e cominciare a barare pensando di essere più furbi degli altri, o saranno guai.

La prima regola dello scambio è avere roba buona da offrire, da barattare. Per le vostre richieste è inoltre a disposizione un motore di ricerca molto efficiente, che vi restituirà un elenco dettagliato di risultati, con nomi di file e nickname dei proprietari. Se c’è qualche cosa che vi interessa, un doppio clic vi porta nella sessione transfer, per avviare il download.

A quel punto molto probabilmente vi troverete in fondo ad un elenco di utenti che hanno avuto la vostra stessa idea, solo che vi hanno anticipato. La prima considerazione da fare è che sembra che gli utenti della rete siano tutti qui, e nello stesso istante! E non sono arrivati attirati dalle offerte pubblicitarie, sono qui per scambiare, per mettersi in contatto, per ricercare e offrire, o per semplice curiosità. Chi arriva qui con l’idea di scaricare l’ultimo film di Spielberg o l’ultima canzone del gruppo preferito e non ha pazienza, esce dopo 10 minuti con un’esperienza negativa, cioè non riesce a concludere nulla. Le regole delle comunità di file sharing non sono scritte dicevo ma si fondano su un fondamentale principio: tratta gli altri come vuoi essere trattato. Da qui tutta una serie di comportamenti.

Ad esempio: se vuoi scaricare software (download) accetta di buon grado che qualcun altro faccia lo stesso dal tuo computer (upload), non condividere file privi di senso, programmi non funzionanti, falsi video, finti mp3 ecc., non interrompere un upload avviato da un altro utente sul tuo computer,  rispondi ai messaggi, aiuta se puoi chi ti chiede qualche consiglio. Tuttavia anche l’attività di scambio molto spinta ed interessata (trading) non è vista molto bene dalla comunità, mi riferisco agli utenti che avviano la trattativa di scambio esclusivamente con chi è in grado di offrire pari capacità di banda e di programmi.

Serve buon senso, a voi non piacerebbe che gli altri si comportino così nei vostri confronti? Seconda considerazione: la comunità cresce e funziona proprio perché segue questi principi ed esclude senza appello chi non si comporta in modo decoroso.

A disposizione di tutti esistono elenchi compilati da utenti della comunità che contengono nickname di persone poco affidabili e quindi da evitare, segnalazioni di file civetta che contengono virus, commenti sulle bufale circolanti, articoli sulle ultime novità in tema di software, film, videogiochi,  sezioni “tips & tricks” con i trucchi svelati sui software più diffusi, le ultime patch disponibili su Internet, ecc.. Il tutto pubblicato e diffuso in tale rapidità da fare impallidire qualunque piano di marketing: e questa è la terza considerazione. Il sistema p2p permette in sintesi la condivisione di qualunque tipo di risorsa presente in un personal computer connesso ad Internet , basta che sia in esecuzione il programma client e che l’utente lo voglia [2] .

Nella configurazione infatti occorre decidere quali cartelle del nostro disco vogliamo rendere pubbliche, quindi occhio a fare qualche errore: nel giro di poche ore le vostre foto del matrimonio (o di qualche amante segreta..) o delle vacanze potrebbero fare il giro del mondo senza che ve ne rendiate conto. Per favorire lo scambio p2p talvolta spuntano dei server pubblici gestiti da qualcuno (privato o società) con l’intento di superare i due problemi più evidenti: la garanzia di una certa velocità di trasferimento e la cessazione improvvisa degli scambi dovuta a spegnimento del computer da parte degli utenti. Non tutti infatti si possono permettere di tenere acceso il computer 24 ore su 24, e le connessioni dsl o cable non sono ancora così capillari (tra l’altro non tutte le offerte dsl garantiscono la stessa larghezza di banda, né una connessione permanente). Napster ad esempio era organizzato in questo modo, e anche Audiogalaxy e proprio perché si trattava di un p2p improprio, l’autorità giudiziaria è potuta intervenire chiudendo queste realtà per violazione delle regole di copyright e nessuno ha più potuto utilizzare quei canali per gli scambi, o perlomeno non gratis.

Recentemente è emerso un fatto di cronaca legato ai sistemi p2p: è stato fatto circolare un video amatoriale contenente scene di sesso fra una quattordicenne e il suo fidanzato appena maggiorenne. Il filmato è stato girato in privato, ma a quanto pare a seguito di un litigio con conseguente fine della relazione amorosa, il protagonista maschile ha diffuso il filmato in rete (contro la volonta di lei) nel circuito file sharing per vendetta nei confronti della sua ex. Il video, intitolato “Forza Chiara da Perugia” in pochi giorni è stato visto da centinaia di migliaia di persone (probabilmente milioni) di tutto il mondo, il ragazzo è stato arrestato (poi rilasciato credo), ma alcuni server pubblici nati per veicolare i file degli utenti sono stati chiusi (tra cui “vulcano”, famoso tra gli utenti fastweb). È stato impossibile tuttavia fermare il processo di diffusione del video incriminato, proprio perché avviene tra i computer degli utenti e quindi dipende dalla loro volontà, che come nelle normali vicende umane a volte è in malafede, o compie azioni discutibili. Le giuste denunce fatte dai genitori della ragazza hanno consentito alla Guardia di Finanza di intervenire dove potevano e quindi di chiudere quei servizi pubblici nati con l’intento di favorire lo scambio.

Oggi purtroppo il video di Chiara e altri circolano ancora, ma gran parte della comunità degli utenti dei sistemi file sharing ha reagito molto bene, ad esempio mettendo in rete numerosi articoli di denuncia di fatti del genere, ma anche appelli per disincentivare la duplicazione di questi materiali,creando gruppi di discussione. Le comunità di questo tipo si autoregolamentano, è una regola di convenienza e opportunità, se così faranno nel prossimo futuro avranno un ruolo sempre più importante nella rete. Tim O’Reilly [3] per esempio, come risulta in un recente articolo apparso su http://openp2p.com/ [4] , sta seriamente pensando ai sistemi p2p come veicolo commerciale per la distribuzione editoriale, partendo quindi dal basso, dalla cantina. Senza dubbio un rivoluzionario sistema di e-commerce. [5]



[1] Winmx: http://www.winmx.com

Kazaa: http://www.kazaa.com

Bearshare: http://www.bearshare.com (protocollo Gnutella)

Limewire: http://www.limewire.com (protocollo Gnutella)

Imesh: http://www.imesh.com

eDonkey: http://www.eDonkey.com

Direct Connect: http://www.neo-modus.com/

[2] La condivisione delle risorse non si limita al software, ma anche all’hardware dei computer connessi alla rete p2p. Esistono progetti in rete che sfruttano i cicli di attesa dei microprocessori degli utenti per effettuare calcoli complessi, per la ricerca di vita extraterrestre (SETI: http://setiathome.ssl.berkeley.edu/) ma anche per ricerche mediche o scientifiche (ENTROPIA: http://www.entropia.com)

[3]   Uno dei più grandi editori IC&T mondiali, presidente della O’Reilly & Associated (http://www.oreilly.com), e sostenitore delle tematiche opensource.

[5] Altri esempi: Imlive (http://www.hotcomm.com/imlive.asp)  è un sistema di messaggistica dedicato all’e-commerce che utilizza la rete p2p per mettere in contatto gli interlocutori. Prunebaby (http://www.prunebaby.com) è un grande mercato in rete p2p.

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