BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 05/02/2007

OCCIDENTE VS. CINA. MODELLI A CONFRONTO

di Emma Rosenberg Colorni

 

 

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Efficienza: costruisco un modello ideale e agisco in base ad un piano per raggiungerlo, prima modellizzazione/intelletto, poi applicazione/volontà. Anche se fosse irraggiungibile il modello non perde il suo valore (es: Costituzione; es: la matematica è il linguaggio con cui si può leggere il libro della natura).

Efficienza: faccio attenzione non ad un modello e alla sua applicazione, ma alla configurazione della situazione e al suo potenziale. Il potenziale della situazione che in Occidente è compreso in fisica, in Cina è usato in strategia: stratega è chi è sempre in grado di trovare una pendenza per sfruttare il potenziale, i fattori favorevoli dai quali farsi portare.

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Efficienza in termini di mezzi-fini: individuato l’obiettivo si individuano i mezzi più economici per raggiungerlo, la strada più breve che ci si sente di intraprendere.

Efficienza in termini di attenzione al terreno: azione indiretta e discreta, appoggio non soffocante ad un potenziale che si dispiega da sé.

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Prevedere per controllare.

Accorgersi delle opportunità per farsi portare bene dal potenziale della situazione.

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Più si sale nella gerarchia, meno il modello funziona.

L’attenzione al potenziale funziona ad ogni livello gerarchico, se la modalità di direzione è condivisa.

 

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In guerra si pianifica per prevedere la situazione, anche se sappiamo che la guerra reale non si svolge come il piano, che la sua essenza è deviare dal piano a causa delle circostanze impreviste.

La guerra è diretta considerandola il prodotto del variare del potenziale della situazione, le circostanze sono assorbite dal potenziale per far emergere da esse le opportunità.

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La circostanza è un inciampo nel piano che fa deviare dal risultato atteso.

La circostanza è un’opportunità, la variabilità viene integrata al potenziale. La vittoria non devia, è la risultante del potenziale della situazione che si ridefinisce nel corso delle operazioni.

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L’arte della guerra comincia con una pianificazione.

L’arte della guerra comincia con una valutazione del potenziale della situazione: individuando i fattori favorevoli a entrambi i campi e tracciando diagrammi per descrivere per ogni punto quali rapporti di forza vengono a crearsi, e riconoscendone l’estrema variabilità.

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Si punta alla distruzione del nemico.

Si attende operando per la destrutturazione del nemico.

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Uso della divinazione, ricerca di una logica esterna allo sviluppo dei fatti.

Divieto esplicito della divinazione (la circostanza non è mai innaturale, e non esiste un piano divino N.B. i cinesi non si sono cristianizzati).

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Ci si impegna eroicamente in battaglia affrontando con coraggio enormi rischi e perdite.

Non mi impegno nel combattimento se non quando l’avversario è già sconfitto e dunque ho già vinto senza rischi di costi e resistenza (non ho bisogno di invocare gli dei).

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Culto della difficoltà: chi ottiene le vere vittorie non ottiene riconoscimento. Anzi quanto più sono effettive, tanto più sono integrate alla situazione e dunque invisibili (es: la crescita appare venuta da sé), come fossero facili. L’efficacia è proporzionale alle difficoltà incontrate -> emerge l’eroismo, si parte dall’io soggetto e si arriva all’ego.

L’efficacia è proporzionale alla facilità:la grande vittoria non si vede, accompagnata dal non fare. Il saggio opera allo stadio della facilità. -> si parte dalla spontaneità dei processi, assenza di ego e attenzione alla situazione.

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Forzando un effetto diventa appariscente, ma è forzato, uno pseudoeffetto, frutto di un’azione di fretta diretta.

Lasciando maturare appare il vero effetto, non trascurando il processo ma non forzandolo direttamente (es: muovendo la terra intorno alla pianta per favorirne la respirazione). Inerzia <- cura -> impazienza, aiutare ciò che procede da solo.

 

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Azione, eroismo, epopea, per attenersi al piano costi quel che costi (andar sempre dritto per uscire dal bosco).

Non fare nulla in modo/ma* che niente sia fatto (*una sola congiunzione che oscillando articola le due parti per entrare nella logica dei processi).

 

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Aristotele: la natura è come l’uomo industriosa, deliberante, volontaria, si attribuisce obiettivi.

Cina: il fare umano è pensato sulla base dei processi di generazione naturale e in continuità con essi. La Cina non ha isolato il concetto di natura, non avendo un concetto da opporle.

 

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Si crea una gerarchia di fini in cui ogni livello è fine di un livello inferiore e mezzo di uno superiore.

Il pensiero cinese dissolve il concetto di finalità, non si concentra sull’obbiettivo perché distrarrebbe dal presente, ma sul vantaggio della situazione per sfruttare una disposizione (go) lavorando a ridurla se è sfavorevole, o a curarla (come una piantina) se è favorevole.

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Si parla di progresso, con l’attenzione a una finalità.

Si parla di processo, con l’attenzione alla sua capacità di rinnovamento e al suo rendimento.

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Più facciamo più emerge il non fatto.

 

Più curiamo il processo più emerge il suo potenziale.

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L’azione è momentanea, locale e rinvia ad un soggetto, dunque si smarca dal corso delle cose, si nota e può essere oggetto di un racconto. L’azione è appariscente ma effimera e superficiale.

La trasformazione è progressiva e continua, globale, procede nell’intero processo. La trasformazione è effettiva, meno si vede più è reale, essendo ciò che non si vede che fa il reale.

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La storia è raccontata per eventi e cause.

 

La storia è concepita secondo i tempi lunghi della trasformazione.

 

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Essere e divenire.

Il processo è l’intera realtà, la logica della sua evoluzione non devia.

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Da qui la presunta cattiva fede attribuita ai partner cinesi dagli occidentali.

In Cina la firma del contratto non arresta la trasformazione delle relazioni, (perché fissarsi su uno specifico rapporto di forze?).

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L’amicizia è fondata sulla sincerità, da qui la difficoltà a creare contesti di fiducia se la si basa su ciò che deve avvenire invece che sulla parola data. Storiella su onestà (fare quanto promesso) e saggezza (non promettere).

  • L’amicizia è fondata sull’affidabilità (attenersi a ciò che si dice) che è la ‘viabilità’ non‘che conduce a’ ma ‘attraverso cui qualcosa passa’, il lungo processo di fiducia che garantisce senza bisogno del collante dei contratti che congelano il processo.
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L’occasione è la fugace finestra sul presente attraverso cui l’eroismo dell’azione impatta sul corso delle cose tentando di farsi integrare in esso, trovandosi il soggetto agente in quel momento dentro il mondo, in fase con esso.

L’occasione è il termine del processo, quando il frutto è maturo, quando il potenziale è al suo culmine e bisogna agire cogliendo il frutto. L’attenzione è riportata al punto iniziale in cui il processo è solo in abbozzo e lo stratega già lo cura.

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Il fiuto (metis), concetto greco schiacciato poi dal modello e dalla sua applicazione. Relegato da Cartesio fuori dal cogito.

Attenzione al potenziale della situazione e al suo variare, nessuna necessità di eccepire dall’accorgersi della situazione.

 

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Lo stratega fa appello alla magica intuizione quando i ragionamenti non hanno presa sul caos per recuperare il controllo,

Lo stratega svolge le conseguenze di un fattore minimo, anticipa (non progetta) il dispiegamento, non controlla, è nella situazione.

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Il coraggio è del singolo, impegnato a fare, in un crescendo di passione e accanimento per la libertà.

Il coraggio è la percezione del potenziale della situazione (non mi chiedo se i miei soldati siano coraggiosi, ma come influire sui fattori portanti della situazione) e fluisce con la spontaneità dei processi.

 

 


1 - Lo schema oppositivo qui presentato è una lettura modellizzata di François Jullien, Pensare l'efficacia in Occidente e in Cina, Laterza 2006. Non colloco questo testo in 'Schede di lettura' perché mi sembra che qui prevalga sul processo mentale di lettura, e anche rispetto allo stesso contenuto del libro, la costruzione di un modello che finisce per risultare utile di per sé. Sul filosofo francese in Bloom si vedano: www.bloom.it/bonsi39.htm e www.bloom.it/candreva1.htm. (Nota di F.V.).

 

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