BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 13/02/2002

CONTENUTI ED E-LEARNING

di Renato Comes

 

Parte 1
La gestione dei Contenuti (testi, immagini, spreadsheet, slide di presentazione, elementi multimediali, ...) ha una crescente importanza nell'economia del Web ed in particolare nelle applicazioni Knowledge Intensive della Rete (Portali, Sistemi di ricerca, sistemi di E Learning ...).
Nello scorso numero abbiamo descritto un generico sistema di CMS (Content Management System) e abbiamo dato un'idea del processo di produzione e delle tematiche affrontate. E' dunque chiaro che lavorare sui contenuti necessiti di un processo oganizzativo (non siamo lontani da una Redazione), di un'organizzazione e di specifiche risorse software e hardware.
D'altra parte, non è un mistero che un sistema di CMS dovrà alimentare (fig. 1) di contenuti "atomici" i vari sistemi di Knowldge Management (KM), di E Learning e di Web Publishing.


Il contenuto "atomico" è quello primario (nella figura 1 è il più piccolo rettangolo). Le contestualizzazioni sono tipiche dei vari Contesti, ergo dei vari sistemi (KM, E Learning, Web publishing) e nella figura 1 sono i vari rettangoli più grandi.
In questo articolo faremo un ulteriore passo avanti, ovvero, nell'ambito dell'E Learning faremo alcuni ragionamenti su un'ulteriore estensione della modalità di fare Formazione e la faremo partendo dai contenuti: non si tratta di una particolare questione tecnologica, fortunatamente, ma di un'ulteriore modo di creare attività formative andando a surrogare sempre più la realtà dei processi di apprendimento.
Nelle fasi di apprendimento processi continui e strutturati si alternano e accavallano con processi discontinui e non strutturati, sia sincroni sia asincroni.


Le necessità formative
Per evitare di sembrare troppo teorico, è bene partire da una breve analisi delle necessità formative. Oggi apprendiamo attraverso una serie di canali strutturati e non. Fra i primi ci sono corsi di qualsiasi natura, On Line (sincroni o asincroni), in aula, c'è la lettura di libri ecc. I canali strutturati vengono definiti tali poichè dietro la produzione di un messaggio educativo ci sono:

· la strutturazione (dallo storyboard all'indice)
· la fase di test o anche solo semplice riflessione guidata
· il riferimento ad altri elementi di apprendimento come estensione al web del concetto della bibliografia ipertestuale
· l'appartenenza ad un piano formativo, sofisticato o meno che sia (dal semplice catalogo all'elenco attività prodotte da una gap analysis)

Nei materiali meno strutturati non è tanto il medium che conta quanto il fine: ci sono materiali essenziali per quel che riguarda il contenuto, ma meno formalmente definiti.
Le necessità formative utilizzano entrambi i modi, si pensi a quante cose si apprendono alla macchinetta del caffé !
Al di là del gossip alla caffeina, ben difficilmente tracciabile, è necessario inserire e tracciare il "consumo" di documenti (multimediali o meno) che sono di fondamentale complemento per la formazione tradizionale.
Non sempre c'è tempo sufficiente per fruire di formazione formale, a volte c'è solo bisogno di "pillole formative" in un determinato momento e non quando il sistema formativo è disponibile.
E per la mobilità si parla infatti di Mobile Learning, ovvero di apprendimento (On Line e Off Line) per quelle persone che non sempre hanno a disposizione di un sistema tradizionale (PC, per esempio) di apprendimento.
Ritorniamo al problema dei contenuti e della loro adeguatezza rispetto alle necessità formative.
Spesso abbiamo a disposizione grandi quantità di contenuti "atomici" che potrebbero essere strutturati in corsi formali (magari anche AICC e SCORM); magari esiste una Course Factory interna o esterna in grado di sviluppare questi corsi; ci sono Docenti e Tutor, ma, a meno di non aver risorse infinite, non riusciamo a tradurre così velocemente in modo così formale i contenuti in RLO (Reusable Learning Object) e da qui in corsi standard.
Si pensi, per esempio, alla semplice rassegna stampa: ogni giorno qualcuno produce un documento cartaceo o, nel migliore dei casi, in un sistema di Knowledge Management, recante gli articoli più interessanti.
E' un lavoro continuo e tanto più le persone necessitano di notizie approfondite e aggiornate, tanto più il processo è essenziale.
E la Formazione ? Come inserire in modo veloce questo materiale nei percorsi formativi ? Se il processo di produzione corsuale è ben regolato uno specifico workflow e da un preciso utilizzo di standard, di template etc., è poco probabile che si riesca a essere così flessibili per un processo di publishing continuo.
Si tratta quindi di affiancare alla produzione corsuale formale una fase di build and publish meno formalizzata, certamente coerente nei contenuti formativi, meno tracciabile singolarmente (globalmente sì, è essenziale).
Qual è la distinzione che ci porta a suddividere i contenuti per i due modi di fare formazione ? Si utilizza un concetto caro a chi fa l'analisi dei sistemi: il ciclo di vita di un dato, di un contenuto. Per ciclo di vita s'intende il lasso di tempo che si ha dal caricamento nel sistema di un contenuto alla sua cancellazione.

Nota: per caricamento - cancellazione si pensi anche in termini ipertestuali, ovvero non si carica un contenuto ma s'inserisce nel Sistema il link a questo contenuto. E' ovvio che il Link aggiunge dinamicità alla cosa (non si ridigita e non si mantiene il contenuto, per esempio, ma bisogna fare "manutenzione" dei Link), però meno in termini di focalizzazione (il salto ad un'altra pagine, specie se esterna, può provocare defocalizzazione nel Discente).

Quanto più il contenuto avrà un ciclo di vita lungo, tanto più sarà trattato in termini formali.
Le esigenze formative dunque avranno un'offerta formale (con tempi produttivi, organizzazione, manutenzione, tracciamento etc.) ed una informale spesso con un ciclo di vita dei contenuti decisamente bassa (pochi giorni, poche settimane) che non giustificano la presa in carico della Course Factory.
Nella fig. 2 è ben evidenziata questa serie di concetti ed è altresì chiaro l'obiettivo di arrivare ad integrare i due processi, a dimostrazione del fatto che le differenze fra i sistemi di KM e di E Learning sono sempre più labili e questo spiega la crescente attenzione per tutti questi argomenti. Per questa ragione, il panorama tecnologico è decisamente in movimento.
E' un movimento tecnologico ? In parte, dal punto di vista degli standard di comunicazione e di rappresentazione buona strada è stata fatta, sebbene siano pochi coloro che ne sono a conoscenza. Dal punto divista sistemico ci sono i singoli pezzi, bisogna integrarli e bisogna fare un appello ai produttori di soluzioni software affinché proseguano con maggior vigore la strada dell'integrazione funzionale visto che avere "la suite" completa oggi è complessa da sviluppare poichè le competenze sono molto diversificate. Certamente se la big company decide di fare lo shopping, il discorso è diverso. Ciò avverrà solo alla maturazione del business.


Un'ultima considerazione sulle necessità espresse sull'asse delle X in figura 2. Il volume delle richieste "just in time" è considerato maggiore proprio in virtù della semplicità di accesso e di fruizione.
Oggi si può avere una produzione di contenuti a poco prezzo: videocamere, strumenti di animazione, word editor, sviluppatori di presentazione sono di uso comune, così come l'integrazione video, voce e testo o immagini.
La differenza fra "just in case" e "just in time". Fruire di attività jusdt in case è accedere ad un catalogo vero e proprio perchè si ha bisogno di un certo corso su un determinato argomento.
Ben diverso è il caso in cui si accede ad un "repository", una cartella (di gruppo o personale), organizzato con contenuti di varia natura e personalizzato per comunità, tipologia di discente etc. Ogni voce di questo repository rappresenta un evento formativo e magari solo l'iscrizione è tracciata a meno che non si vogliano porre dei test su piccole attività veramente formative.
Come ci si muove dunque nell'E Learning ? Quando privilegiare una soluzione formale e-o una informale ?
Quale strategia ? Risponderò a queste domande nel prossimo numero.

Parte 2
Nella prima parte abbiamo dato un primo sguardo ad un diverso modo d'intendere certa formazione, formazione meno strutturata ma che per brevità di sviluppo e di fruizione può affiancarsi alla formazione tradizionale. Vediamo come.

Approccio strategico, tattico o entrambi ?
Chi sente il bisogno di un sistema di E Learning non sempre vuole partire in modo strutturato (strategico), ma preferisce andare verso la parte non strutturata (tattico) sia per opportunità sia per paura verso un qualcosa che rischia di sfuggire di mano in quanto a complessità. In Italia le grandi aziende e quelle knowledge intensive partono dalla parte strategica, le altre preferiscono la parte tattica.
A questo punto resta da comprendere come può funzionare questo sistema integrato, almeno dal punto di vista macrofunzionale. In figura 1 riportiamo questa architettura. La comunità di Discenti sarà dunque raggiunta da un duplice flusso di contenuti, più o meno strutturati in cataloghi o in repository, documenti che al limite possono passare da un ambiente ad un altro solo in base al ciclo di vita o all'importanza nel contesto di un'attività formativa stabile.


Alla "base della struttura" ci sono le necessità corollario del processo di apprendimento. Nel caso di un approccio tattico solo la parte a sinistra sarà presa in considerazione. Ben più globale è l'approccio strategico. La parte centrale (Ruoli, Risultati etc.) deve essere comune poichè le logiche di utilizzo, sebben diverse, devono essere sottese da un unico disegno organizzativo. Da una parte (a sinistra) ci sono spesso attività per chi "sa già", a destra ci sono attività per chi deve formalmente imparare e quindi ben volentieri si sottopone ad un processo formale di apprendimento multicanale in quanto deve avere l'imprinting, i fondamentali. Dopo aver appreso tali fondamentali, tra cui anche il gergo e la terminologia o glossario dell'argomento, magari anche filtrata dalla comunità di riferimento, allora potrà sicuramente apprendere per piccole differenze attraverso pillole di conoscenza strutturata o meno e poi potrà a pieno titolo utilizzare i contenuti della parte di sinistra che a questo punto avranno pieno significato poichè il Discente avrà tutti gli elementi di base e sarà smart abbastanza per distinguere le cose interessanti e utili per la propria professione, il proprio vivere in azienda, il saper correlarsi con il resto dell'organizzazione, del proprio gruppo.
Certamente siamo al confine con il Knowledge Management e il Document Management. Siamo altresì ad un passo dai software agent di profiling e di proposizione contenuti (sistemi proattivi che operano in modalità push) che consentono al sistema di comprendere le necessità d'informazione ed i gusti del Discente sulla scorta delle scelte precedenti e sulla comparazione del singolo comportamento versus una serie di profili di comportamento precaricati. Tali modelli preditivi sono implementati in diversi prodotti e vengono applicati in applicazioni del tipo B2C di E Commerce (vedere miei articoli già pubblicati su Sistemi & Impresa già nel 1999).
Nel 2002 si vedranno fuzioni ed accordi in tal senso.
Dal punto di vista organizzativo, accanto al team di Docenti, Tutor, Call Center e quant'altro, ci dovrà essere una sorta di redazione knowledge intensive o esperti. Gli stessi Tutor o i Docenti. dovranno essere sempre più dei Product Manager di contenuto, di tema, di dominio di conoscenza (vedi fig. 4).


Dal dire al fare
Nel momento in cui l'E Learning sta diventando qualcosa che è più di una semplice parola à la page, già si pongono nuovi problemi da risolvere, nuovi obiettivi d'integrazione. E diversamente non potrebbe essere poichè con le piattaforme LMS (Learning Management System) stiamo ripensando i processi di gestione della Formazione, mentre con gli LCMS (Learning Content Management System) ed i sistemi strutturati e non stiamo ripensando al processo di sviluppo e di riutilizzo dei contenuti stessi.
Nella figura 5 c'è una debita schematizzazione. La comunità dei Discenti (interni od esterni) accede al sistema attraverso un portale della corporate intranet o come, per esempio, parte del sistema delle Risorse Umane (HR) dei dipendenti o ancora come parte di un sistema di tipo E Commerce con meccanismi di ricerca di contenuti più o meno sofisticati.
Indipendentemente dal tipo di apprendimento, si accede all'LMS che potrà o meno integrare pezzi di repository a seconda del tipo di organizzazione adottata.
Un tipico esempio: oggi si parla di Corporate Portal e di Personal Portal. Nel primo caso si tratta di informazioni che vengono pubblicate con precisi criteri e regole e con una specifica organizzazione complessiva. Nel secondo caso il singolo individuo ha a disposizione un'applicazione che lo aiuta a sviluppare il proprio portale personale scegliendo come contenuti quelli provenienti da una serie di canali informativi interni (aziendali) ed esterni (meteo, borsa, oroscopo etc.) resi disponibili o liberamente cercati sulla Rete.
Nel caso dell'E Learning si sceglierà se operare anche o solo con portali personali (chiamati anche Dashboard, lavagne) in cui il singolo Discente inserisce ed eventualmente mette a disposizione di altri propri contenuti insieme a quelli del repository caricati dai Tutor.
Questo step crea un ulteriore legame fra il Discente ed il resto del gruppo, della comunità ed è un ulteriore passo verso il Knowledge Exchange base del Knowledge Management.
Si definisce ciò primo passo poichè in questa fase è il singolo che mette a disposizione di qualcun altro le proprie esperienze senza filtri di un sistema di gestione-amministrazione che deve valutare il valore del contributo: è un approccio molto più basico, molto più spontaneo. Dopo anni di tassonomie e di relative organizzazioni ci sono gli strumenti per avvicinare non solo in termini di teoria organizzativa anche quello smalltalk (chiacchiericcio) che permea di conoscenza ad hoc le organizzazioni. Che queste dashboard prima o poi ci aiutino a scardinare il mito di conoscenza è potere ? Che ci aiutino ad andare verso un modello di carriere e retributivo basato non solo sulle attività e competenze ma anche sulla capacità di condivisione delle medesime ?


Pagina precedente

Indice dei contributi