BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 24/01/2005
PROCESSI DECISIONALI SEMPRE PIU' VELOCI? SOLO NEI LIBRI

di Renato Comes

Quotidiano “La Repubblica” di sabato 22 gennaio 2005. In America (e dove se no ?) esce l’ennesimo libro di management e dintorni che fa cassetta con una teoria affascinante. In questo caso il libro, fresco di stampa 2005, si chiama Blink: the power of thinking without thinking ed è di Malcom Gladwell.

Questi è reduce da un altro successo editoriale: The Tipping point: how little things can make a big difference, ovvero quanto spesso contino i dettagli nella comunicazione e nel comportamento e non solo i contenuti. Ma torniamo a Blink: l’articolo della signora Carlotta Mismetti Capua pone l’accento sull’aspetto neurologico della trattazione dando dignità al libro, ovvero a come l’esperienza porti le persone a maturare il famoso ‘colpo d’occhio’, ovvero il processo decisionale in tre secondi. Trascorsi questi tre secondi , è la tesi del libro, è solo un rimasticare una decisione già presa per cui, ragionerebbe un manager, non perdiamo altro tempo e soldi in consulenze o meeting ecc.

Un momento, ma io qualcosa del genere l’ho già sentita da qualche parte: ma sì! Vi ricordate venti anni fa il clamoroso successo della serie di libri di Ken Blanchard e soci sul One Minute Manager? Anche lui, autore americano, tradotto in Italia da Sperling e Kupfer, scriveva, con dovizia di esempi, che il vero manager sa, almeno per il suo dominio di competenze, prendere decisioni in massimo un minuto, il resto è perdita di tempo e questo vale sia nella vita professionale sia nella vita personale (sic!).

Ricordo anche il proverbio “Cosa fatta, capo ha” che si muove con vari distinguo sullo stesso stile ed argomento. E che dire delle teorie Zen: ci si mette davanti al proprio compito pensando intensamente ad essa e poi in pochi minuti, quando si è parte di essa, l’opera deve essere pronta. Ideazione preponderante sull’azione.

Che cosa non fa l’esperienza. Analisi e sintesi in pochi istanti! Analisi come paravento della sintesi! Sintesi e decisione come punta dell’iceberg. In questo gli americani sono impareggiabili, non solo i texani. Il mondo di oggi vorrebbe che fosse sempre così (togliersi il dente).

Mi verrebbe voglia di regalarlo a quei Manager che tante volte iniziano un processo esplorativo (discovery ed analisi), magari ne provano a fare una sintesi e poi ... non decidono nulla o rinviano la decisione a tempi migliori. Ma sì, decidono di non decidere.

Ciò accade a qualunque livello. Ben inteso, io parlo del settore che mi è più consono, ovvero quello dell’Information Technology. Una volta i processi decisionali erano contenuti nell’arco di qualche mese, anche per cose complesse. Oggi qualunque decisione, anche per qualche migliaio di Euro di spesa, viaggia come i treni durante gli scioperi: forse si sa quando parte ma di sicuro non si sa quando arriva.

E spesso il processo decisionale costa di più dell’investimento che deve essere fatto: studi, prove, offerte, confronti, analisi di mercato, dei fornitori ecc. un bell’esercizio di stile che coinvolge gente di varie professionalità sia lato cliente, sia lato fornitori. Spesso non si arriva ad alcuna decisione lasciando tutti nello scoramento generale. O, come ho già scritto in passato, le decisioni sono prese sulla garanzia del brand, del resto è anche questa esperienza, no?

Colpa del budget ridotto all’osso? Della complessità tecnologica e/o aziendaleColpa dei troppi impegni quotidiani che non ti permettono che di navigare a vista? Colpa della poca esperienza (quindi qualità) dei decisoriC’è chi dice tutte e quattro, altri dicono che la vera causa è il quarto punto che ingigantisce il resto.

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