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Pubblicato in data: 03/05/1999

LE 'STORIE DI VITA' E L'ESPERIENZA DELLA LIBERA UNIVERSITÀ DELL'AUTOBIOGRAFIA DI ANGHIARI. UNA PROSPETTIVA DI RIFLESSIONE.

di Emanuele Fontana

E’ noto come la formazione aziendale rappresenti uno dei luoghi dove le metodologie per la trasmissione della conoscenza e quelle per la facilitazione dell’apprendimento trovino ostacoli di natura non solo organizzativa e procedurale ma anche e soprattutto tecnica. La difficile ottimizzazione della didattiche quando ci si misura con persone adulte diviene spesso un fattore determinante nel raggiungimento di risultati soddisfacenti. Metodi e tempi di apprendimento sfuggono spesso ad una precisa misurazione, trasformandosi magari in ampi campi da indagine da esplorare ma divenendo anche, spesso, ingestibili e limitanti per la dinamica aziendale. Una volta accennato, in modo molto marginale, alla universale difficoltà di trasmettere conoscenza, nel panorama aziendale poi, questa difficoltà diventa prepotentemente un costo, ritengo opportuno cercare di fornire spunti di discussione desunti da un’iniziativa che apparentemente non ha legami stretti con i processi di formazione aziendale ma che ad un esame più attento e specialmente misurato su un’ottica nuova - descritta dal percorso indicato dal Convegno Nazionale dell’AIF del 1998: "le nuove tendenze ci portano fuori dall’aula per scoprire l’intelligenza emotiva, l’esperienza esistenziale, il contatto con le emozioni, la dimensione etica e morale" 1- diviene un momento eccezionale di confronto.

Nel 1998, Saverio Tutino e Duccio Demetrio, l’uno giornalista famoso e scrittore profondo, l’altro docente universitario nel complesso ambito disciplinare dell’educazione degli adulti, hanno dato vita alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Un piccolo centro della Toscana orientale si è potuto così trasformare in fucina di un interessante esperimento di laboratorio attivo sulle dinamiche terapeutiche, analitiche e formative della scrittura di se.

Un laboratorio atipico, avulso dalle influenze limitative del ricorso alla sola opera di catalogazione e archiviazione di esperienze, aperto e flessibile, proteso alla sperimentazione su campi anche e spesso trasversali.

Proprio su questa trasversalità è stato impostato il Convegno Nazionale intitolato "L’autobiografia", svoltosi nelle giornate di giovedì 22 e venerdì 23 aprile 1999 ad Anghiari, alla presenza di illustri personalità del mondo del mondo accademico e di vari settori professionali. Fra gli altri il Ministro delle Pari Opportunità Laura Balbo, che ha aperto i lavori, i due animatori della manifestazione Duccio Demetrio e Saverio Tutino, il gruppo dei relatori fra cui Pietro Clemente, Marco Dallari, Vanna Iori, Paolo Jedlowski, Stefania Bergamini, Barbara Mapelli e Franco Cambi.

All’interno dell’iniziativa è stato sviluppato un progetto integrato di descrizione delle esperienze dei singoli, avvalorate dalla elaborazione in gruppo per trovare domande, aprire orizzonti, discutere.

Il legame con la formazione aziendale è risultato vincente nella prospettiva metodologica della raccolta di storie dei lavoratori.

La dinamica aperta della discussione ha prodotto visioni intrecciando memorie e progetti di vita che, nel caso specifico della formazione aziendale, consentono di avvalorare le prospettive di analisi con costrutti soggettivi improntati al movimento.

Un’analisi strutturale di un sistema azienda, costruita per progetti di formazione, recepisce valore aggiunto da una indagine qualitativa. Questa, a sua volta, può divenire più efficace attraverso un approccio che tenga presente le storie di vita dei protagonisti. Monitorare le storie dei protagonisti aggiunge elementi essenziali che forniscono equilibrio e dignità soggettiva ai partecipanti, aumentando il peso delle relazioni umane.

L’ambiente turbolento del luogo di lavoro, che ancora in alcuni si configura essenzialmente come luogo di analisi quantitativa, può recepire le istanze della ricerca del e sul se attraverso la descrizione autobiografica.

Educare ed educarsi alla sensibilità verso la scrittura di se può aprire prospettive di ricerca e di formazione con articolazioni orientate a "sviluppare l’incontro e il movimento delle diverse soggettività"2.

1 Dall’articolo di Enrico Auteri su FOR n. 38 Gen/mar 1999.

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