BLOOM! frammenti di organizzazione

Grazie per la sua risposta alla mia lettera e sono contenta di aver centrato la filosofia di Bloom!.

Si, c'è un tema di carattere organizzativo(credo)che mi interessa particolarmente ed è il tema dell'ascolto.

Io mi occupo di comunicazione interna e oltre a lavorare, cerco di leggere e aggiornarmi e quando posso anche di confrontarmi con colleghi o persone vicine.

Ascoltare le persone dentro un'organizzazione è opinione diffusa che sia leva strategica per un'impresa(o ente pubblico)che consideri le risorse umane un patrimonio importante.

Ma a partire dall'esperienza che vivo- che non mi risulta essere tra le più arretrate- e sentendo qualche altro caso mi sembra che su questo terreno le aziende siano un po' disarmate, molto pigre, con poca fantasia e scarsa pazienza.

Certo ascoltare non è facile, richiede molto impegno e una forte determinazione, ma io credo che sia l'abc per fare un po' più di democrazia industriale e migliorare i rapporti all'interno dell'organizzazione.

MI piacerebbe sentire cosa pensate su questo argomento e che qualcuno intervenisse per aiutarmi a pensare e a ricercare.

Elena Nascimbene

02/03/2001


Ascoltare serve anche a gestire meglio l’azienda, perché permette di capire, attraverso i racconti, le voci, le richieste, lo stato di salute dell’organizzazione e di comprenderne le effettive capacità (di cambiamento, di miglioramento, ecc.).

Purtroppo, convengo con lei, spesso nelle organizzazioni si fa di tutto per parlare e apparire (presentazioni, comitati, progetti, …) e poco si pratica l’ascolto.

Ascoltare è difficile perché richiede tempo, risorsa sempre più scarsa nella vita organizzativa.

È difficile anche perché può richiedere la messa in discussione di proprie idee e convinzioni, perché ci porta i problemi degli altri (e ne abbiamo a sufficienza dei nostri), le loro ansie e paure, le loro certezze.

Il confronto è difficile, ma costruttivo, la base stessa del vivere organizzato, e per confrontarsi l’ascolto è indispensabile.

Spero che possano arrivare contributi su questo tema, perché ritengo sia centrale per chi si occupa di temi organizzativi e antropologici.

Grazie per la sua lettera,

Davide Storni

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