BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 01/06/2000

IL FUTURO DEI DOCUMENTALISTI

di Teresa Ferrari

Talvolta mi chiedono: “Ma a cosa servono ormai i Centri di documentazione quando, con Internet, chiunque può accedere all’informazione prodotta nel mondo?”. Altri, spingendosi oltre, affermano con sicurezza: “Con la possibilità aperta a tutti di reperire notizie direttamente dalla Rete, tra non molto gli addetti alla documentazione saranno destinati a scomparire”. Ovviamente non è così. Al contrario, è proprio il fenomeno Internet a esaltare, rafforzare e giustificare sempre più l'esistenza di figure professionali esperte in ricerche avanzate.

Vorrei introdurre alcune considerazioni che aiutano a seguire un filo rosso che lega e attraversa oggi il problema dell'overload dell'informazione e la figura professionale del documentalista. Per "overload dell'informazione" s'intende l'eccesso di dati resi disponibili dai vari mezzi informatici e telematici; eccesso che genera difficoltà di organizzazione, selezione e validazione dei dati stessi. Un fenomeno particolarmente grave laddove l'informazione assume valore di risorsa strategica.

Problema non nuovo, come tutti sappiamo. Nella breve storia della Rete questo è stato un problema sollevato sin dall'inizio. Chi non ricorda l'immagine che paragonava l'accesso alle informazioni via Internet al cercare di togliersi la sete bevendo da un estintore?

L'utente finale è assediato e sempre più solo di fronte a processi tecnologici incalzanti. Su di lui si stanno rovesciando inondazioni di informazione, spesso mero veicolo per aprire la strada a strategie di marketing e pubblicitarie sempre più sofisticate.

Oggi va molto di moda la navigazione in rete, agli utenti piace seguire rotte nuove, spesso suggestive e affascinanti, ma è facile perdersi. E anche quando si approda all'obiettivo desiderato, si scopre di aver impiegato moltissimo tempo. Al punto che le energie investite per trovare le informazioni giuste superano quelle investite nella cernita e nell’utilizzo del materiale raccolto.

A ciò si aggiunge che sempre più spesso gli utenti cominciano a rendersi conto che l'accesso diretto ai servizi d informazione finisce, dal punto di vista del concreto utilizzo dello strumento tecnologico, col creare più problemi di quanti ne risolva.

Proprio per le caratteristiche più innovative di Internet l'informazione risulta imprecisa, confusionaria e spesso irrilevante; a volte persino falsa al punto che non è possibile fare a meno di un intermediario esperto, che agisca da filtro, che sappia individuare le fonti interrogarle efficacemente e selezionare le informazioni necessarie. Insomma che sappia, fornire la documentazione necessaria con tempestività.

Questi esperti che si chiamano "reintermediations" o "documentalisti", compongono lo staff dei Centri Documentazione. Specialisti certamente non immuni dai pericoli sopra esposti. Ma in misura molto minore di chi specialista non è. Perché possono fare affidamento su una tecnologia collaudata; perché hanno accumulato, negli anni, un cospicuo patrimonio di esperienza, interrogando banche dati nazionali e internazionali; perché padroneggiano linguaggi e metodologie di interrogazione che consentono loro di raggiungere gli obiettivi di ricerca con efficienza velocità e accuratezza.

Questo è probabilmente è uno dei periodi più delicati nella storia della gestione dell'informazione, di cui i documentalisti possono considerarsi a pieno diritto protagonisti, perché concorrono alla costruzione della conoscenza. Eppure la Documentazione stenta a farsi conoscere per quello che è e deve riconquistare continuamente la propria posizione, pur senza averla mai perduta.

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