BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 02/12/1998

I PROBLEMI ORGANIZZATIVI DELLA SCUOLA STATALE ITALIANA

Di Beatrice Ferri

I° Liceo Artistico Statale S. Marta, Milano

Il problema principale è che un solo organo centrale non può organizzare e controllare il funzionamento di migliaia di scuole dove lavorano migliaia di insegnanti e studiano milioni di studenti.
Se penso alla scuola mi viene in mente l’impero romano e i motivi del suo crollo, era troppo grande e non riusciva a controllare la rete di governanti a cui erano affidate le province.
Il concetto è semplice. Il ministero si basa sui provveditorati, ma nei singoli provveditorati, troppo spesso, si ripropongono gli stessi problemi. Quelli piccoli che si occupano di poche scuole rimangono più a contatto e si trovano più facilmente soluzioni. Quelli grossi, come quello di Milano, devono occuparsi di troppe persone e di troppi problemi. A questo punto dovrebbero intervenire i presidi, ma gli stessi presidi hanno troppi alunni e troppi insegnanti a cui badare. Gli stessi professori, che dovrebbero aiutare il preside, molto spesso non eseguono i loro compiti e non c’è un controllo sulle loro prestazioni.
Molti pensano a una scuola come a una grande azienda ma secondo me questo paragone è sbagliato. Possiamo rappresentare una grande azienda come una piramide con a capo l’amministratore delegato e sotto di lui c’è una struttura di dirigenti e capi intermedi che si occupano di fare funzionare il proprio settore secondo gli obbiettivi della azienda. Oltre a questo, la differenza sta nel fatto che c’è un controllo sulle prestazioni. Nella scuola invece c’è un solo capo, il preside e non ci sono capi intermedi, e il controllo delle prestazioni degli insegnanti è solo parziale, e quindi buona parte del funzionamento della scuola è lasciato al senso di responsabilità dei singoli insegnanti.
Di fronte a questa situazione è difficile per dei ragazzi trovare e proporre soluzioni che lo stato non riesce a individuare.
Però le manifestazioni che stanno avvenendo questi giorni, come ormai da molti anni all’inizio dell’anno scolastico, hanno almeno il grande ruolo di far sentire il disagio e la preoccupazione che gli studenti vivono tutti i giorni, e di porre all’attenzione di tutti i problemi che loro verificano, che vanno dalla carenza di aule al disimpegno didattico dei professori.
E se anche una piccola parte degli studenti si mobilita e manifesta con serietà e consapevolezza di questi problemi, questo indica la preoccupazione diffusa per la qualità dello studio che gli si prospetta.

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