BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 20/09/2004

IL MONDO SALVATO DAI PROFESSORI

di Virginia Fiume

Carissimi professori,

questa è una lettera d'amore. Sì, avete capito bene.

Una lettera d'amore per quel lavoro incredibile che è l'insegnamento.

Quel lavoro che dà la straordinaria chance di educare. Educare in senso etimologico: trarre fuori.

Avete la possibilità di fare grandi cose, forse molto più grandi di quelle che possono fare politici, giornalisti, registi, poeti e letterati, economisti e scienziati…

Perché voi potete usare quello che è il pensiero di altri, quelle che sono le nozioni che i programmi ministeriali impongono, per insegnare a usare il cervello a tanti ragazzi di questo tempo, che altrimenti proprio in questo tempo corrono un rischio troppo alto, quello di vivere nell'intorpidimento.

Ogni forma d'arte, di cultura e di pensiero è figlia della sua epoca, non potrebbe che nascere, formarsi e svilupparsi in quel determinato contesto, e in nessun altro.

E qualcuno sostiene che la storia sia ciclica, ogni vicenda nella sua struttura essenziale si ripete.

Qui entra in gioco l'educazione. Se al semplice nozionismo, che gioca sempre e comunque un ruolo fondamentale, si riuscisse ad aggiungere l'ingrediente della passione la mente potrebbe cominciare a muoversi nella direzione giusta, percorrendo la strada maestra, la strada della capacità di elaborare giudizi critici.

Vi prego, cari professori ideali, insegnateci a pensare.

Non usate il carisma che avete per esercitare una pressione terroristica ansiosa. Non usate i voti come armi per punire l'ignoranza. O non solo per quello, perché l'ignoranza va punita, in quanto generatrice di intorpidimento mentale, ma non è l'unica bestia da combattere.

Sfruttate la forza del vostro ruolo per appassionarci. Tutto può essere interessante se insegnato con energia, e passione.

E se riuscirete a interessare noi ai cicli della storia, alla cultura che è nata nelle diverse situazioni sarete davvero educatori.

Perché tirerete fuori da noi ciò che già abbiamo dentro, qualcosa che bisogna solo risvegliare.

Farete emergere dai nostri cuori il senso di giustizia, la voglia di conoscere la verità, quella assoluta o le verità di tutte quelle persone che hanno vissuto per esprimere le loro idee, non riuscendo a tacere di fronte a ciò che ritenevano sbagliato, frutto di stereotipi e luoghi comuni.

Farà capolino la voglia di conoscere e di lasciarsi incuriosire dal mondo, dalla prodigiosa natura, da tutto ciò che ci circonda. Un desiderio di porsi domande e cercare con costanza di dare delle risposte.

Come vedete l'educazione, l'insegnamento, insomma il mestiere di professore, sono lo strumento per dare una risposta a chi condanna la nostra generazione definendola troppo spesso priva di valori, superficiale, incastrata in un mondo vittima dello strapotere dei mass-media.

Come sempre quando si parla di amore si rischia di perdere il filo del discorso. Lo riprendo subito, torno alla mia lettera d'amore.

Il ruolo del professore è troppo spesso sottovalutato.

Io stessa ho sempre risposto con una smorfia strana a chi mi diceva: “Ah, studi lettere perché vuoi fare la professoressa…?”.

E invece quella smorfia altro non è che una maschera per una paura.

Paura di un ruolo fondamentale che può cambiare davvero tanto nella realtà che ci circonda.

Io non sarei mai capace di ricoprire quel ruolo. Ed è per questo che scrivo a voi. Vi chiedo di non smettere mai di avere quella passione che fa avere sempre la voglia di mettersi alla prova con ragazzi che possono essere ribelli, viziati, cattivi, bravi-ma.che-non-si-applicano o appartenenti a tutte quelle tipologie di persone che solo voi sapete identificare, e con cui solo voi sapete trovare il modo per confrontarvi.

E se non avete quella passione o l'avete persa e non sapete ritrovarla, per favore, cambiate lavoro.

 

Un'ammiratrice.

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