BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 11/04/2005

SFONDI COMUNITARI...

di Emanuele Fontana

Il quadro finanziario 2000-2006.

La Politica Regionale della Comunità costituisce uno dei principali strumenti per consentire un intervento diretto all’interno degli Stati membri per orientare lo sviluppo degli stessi.

In questa prospettiva si ritrovano due articoli di fondamentale importanza nel Trattato Istitutivo della Comunità Europea, l’art. 158, che prevede che la Comunità agisca per promuovere uno sviluppo armonioso degli Stai membri, in vista del successivo rafforzarsi della politica di Coesione Economia e Sociale, e l’art. 159 che prevede che la Comunità possa perseguire questi obiettivi attraverso fondi a finalità strutturale in grado di colmare ogni divario esistente fra le varie regioni europee.

Per Fondi Strutturali si intendono:

· Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)

· Fondo Sociale Europeo (FSE)

· Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG)

· Strumento Finanziario per la Pesca (SFOP)

I Fondi Strutturali congiuntamente all’azione della Banca Europea per gli Investimenti e agli altri strumenti finanziari esistenti, contribuiscono, ciascuno in maniera appropriata, al raggiungimento dei Tre Obiettivi prioritari. 

L’Obiettivo 1 ha la finalità di promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo. Per determinare le aree dell’Obiettivo 1, la Commissione ha deciso di applicare rigidamente il criterio del PIL (Prodotto Interno Lordo), in base al quale l’aiuto sarà accordato solamente alle regioni il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media comunitaria. L’ammontare dell’aiuto considererà anche la popolazione, la differenza fra prosperità regionale e media comunitaria e la presenza di consistenti frange di sottoccupazione. 

L’Obiettivo 2 è diretto a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali; la Commissione ha previsto questo "nuovo" Obiettivo 2, che ricomprende le regioni facenti già parte degli Obiettivi 2 e 5b della passata programmazione, per tutte le regioni che necessitano di importanti ristrutturazioni economiche e sociale. Si fa in sostanza riferimento alle zone che subiscono grandi mutamenti nei settori dell’industria, dei servizi e della pesca, delle zone rurali in grave declino causato da una mancanza di diversificazione economica e dei quartieri urbani in difficoltà per la perdita di attività economiche.

L’intervento comunitario deve combinare ogni forma di aiuto strutturale, in particolare le misure legate alla gestione delle risorse umane. Questo obiettivo terrà in considerazione soprattutto il tasso di disoccupazione, il livello e il ritmo dei cambiamenti nell’occupazione industriale e agricola, compreso il settore della pesca. 

L’Obiettivo 3 è diretto a favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Lo sviluppo delle risorse umane, grazie all’intervento del Fondo Sociale Europeo, costituirà la base per gli interventi del nuovo Obiettivo 3 che sarà applicato alle regioni non rientranti nelle aree Obiettivo 1, al fine di aiutare gli Stati membri ad adattare e a modernizzare i loro sistemi di educazione, formazione e accesso al mercato del lavoro. In tutte le attività dei Fondi Strutturali in favore delle risorse umane, uno sforzo particolare verrà sostenuto per modernizzare il mercato del lavoro, conformemente ai piani pluriennali per l’occupazione.

L’Obiettivo 3, in particolare, incoraggerà le attività che costituiscono le linee direttrici nel quadro della strategia europea per l’occupazione e, cioè, le misure di accompagnamento ai cambiamenti economici e sociali, i sistemi di istruzione e formazione lungo il corso della vita professionale, la politica attiva per la lotta contro la disoccupazione e la lotta contro l’esclusione sociale.

I quattro Fondi Strutturali, oltre alle azioni previste nell’ambito del raggiungimento dei tre Obiettivi prioritari, finanziano anche quattro iniziative comunitarie che riguardano i seguenti settori:

a) Cooperazione transfrontaliera, transnazionale interregionale volta a incentivare uno sviluppo armonioso, equilibrato e durevole dell’insieme dello spazio comunitario (INTERREG)

b) Rivitalizzazione economica e sociale delle città e delle zone adiacenti in crisi, per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile (URBAN)

c) Sviluppo rurale (LEADER)

d) Cooperazione transnazionale per promuovere nuove forme di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze di ogni tipo in relazione al mercato del lavoro (EQUAL)

Il quadro finanziario 2007-2013.

Nel corso del primo semestre 2005 il Consiglio Europeo sarà chiamato ad adottare una decisione sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 e sulla proposta presentata dalla Commissione nel febbraio 2004.

Il Parlamento e il Consiglio potranno allora approvare congiuntamente i nuovi regolamenti e successivamente il Consiglio adotterà gli “orientamenti strategici della Comunità per la coesione”. Su tale base la Commissione, gli Stati membri e le Regioni definiranno i “Quadri nazionali di riferimento strategico” e nel corso del 2006 sarà preparata la nuova generazione di “programmi operativi”, in modo da poter avviare le azioni già all’inizio del 2007.

Il 3° Rapporto sulla coesione offre elementi di analisi sul futuro della politica regionale europea per il 2007-2013 all’interno dell’Unione allargata, tracciando il quadro finanziario della politica di coesione dopo il 2006 ed evidenziando le risorse a disposizione, allocate sui tre nuovi obiettivi prioritari: Convergenza (ex obiettivo 1), Competitività regionale ed occupazione (ex obiettivi 2 e 3), Cooperazione territoriale (ex programma Interreg).

Insomma cambia tutto. In particolare cambia fortemente l’approccio alla programmazione territoriale ed alla distribuzione di risorse negli stati membri. Vuoi per la presenza di 10 nuovi entranti, vuoi per l’effetto di due sessenni di programmazione e spesa che hanno permesso un “pareggio” delle condizioni di partenza di alcuni territori rispetto ad altri. In fondo la filosofia dei fondi strutturali voleva ottenere questo: tutti gli stati membri devono avere le migliori condizioni possibili per rendere effettiva l’integrazione europea in un proto stato.

Ad ora le informazioni sono queste. C’è anche una grande confusione in giro. C’è allarmismo, insicurezza per il futuro, specialmente per chi lavora con i fondi comunitari. Non so come andrà a finire è inutile fare previsioni adesso. Aspettiamo di vedere cosa ci viene proposto da governo, regioni e…. lobbisti.

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