BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 07/08/2006

UN APPROCCIO A COSE PIU' GRANDI DI NOI. A MARGINE DI UN'INTERVISTA A LUCIANO GALLINO

di Emanuele Fontana

Ho appena finito di leggere un’intervista a Luciano Gallino, emerito sociologo, su L’Unità (del 31/07/2006). Dico subito che per rispetto e gratitudine accademica ho letto l’articolo in piedi, come sempre quando vedo il nome di Gallino.

Il concetto di fondo che emerge dall’intervista è quello della disarticolazione fra universo lavorativo e attività orientata alla mera gestione finanziaria delle corporations a livello globale.

Per Gallino i manager che detengono forte potere decisionale all’interno delle corporations sono i nuovi capitalisti. Coloro che decidono le sorti dello sviluppo (concetto economico di sviluppo) mondiale declinando l’impiego di risorse finanziare nella prospettiva della “semplice” rigenerazione. Il lavoro, valore profondamente marxiano, risulta svuotato di significato e relegato ad accessorio del processo di generazione di ricchezza.

Analogamente Gallino cita i fondi di investimento che lavorano con ottica speculativa in tutto il pianeta. Anche in questo caso si tratta, secondo il professore, di un fenomeno di sganciamento dell’ambito finanziario dall’economia cosiddetta reale.

Con questi presupposti il professor Gallino avverte Bertinotti dei pericoli insiti nella sua prospettata apertura verso l’inclusione della borghesia illuminata nel percorso di sviluppo verso una nuova dimensione sociale del progresso economico.

Penso che la confusione sia più nella testa di Bertinotti che in quella di Gallino ovviamente. Segnalo allo scopo che l’interpretazione del grande sociologo è condivisibile ma non per questo completamente esaustiva. Non pretendo certo di completare il ragionamento di Gallino, ci mancherebbe altro, ma voglio cercare di introdurre un altro punto di vista.

Seguendo Druker, grande maestro di management, appare evidente come le stesse problematiche circa i criteri operativi dei grandi fondi di investimento affiorino rispetto al tentativo di analizzare nel profondo il modello economico del XXI secolo. La prospettiva di Drucker però è in alcuni punti più ricca. Il metodo è diverso ovviamente, Gallino è un sociologo, Drucker un esperto di management, e le osservazioni risentono di anni di pratica epistemologica.

In Druker si ritrova la dimensione organizzativa del ruolo dei grandi fondi di investimento. Diceva il grande maestro recentemente scomparso, che il ruolo dei fondi non era esclusivamente quello speculativo.

Propongono invece una rilettura della partecipazione in termini gestionali dei lavoratori alla vita dell’impresa. Il management di fatto di trova ad essere controllato dai fondi di investimento che sono emanazione dei lavoratori, l’insieme delle loro risorse. Nella prospettiva drukeriana è il lavoratore che diventa attore principale del sistema economico.

La relazione fra fondi di investimento, management, corporations e Bertinotti è innegabilmente complessa. Evidente è l’assunto che si possa interpretare in una prospettiva o in un’altra anche in conseguenza del momento storico o, più semplicemente, dell’opportunità.

Forse ricondurre ad un problema di governance può semplificare la vita di molti. Compreso Gallino che infatti, proprio nell’intervista, intravede prospettive di regolazione. Penso che qui risieda la sintesi. Anche Drucker non lesinava mai consigli di governance per le problematiche evidentemente inestinguibili dello sviluppo economico.

Questo flash non servirà ad altro che a fare ancora più confusione ma mi sembrava interessante riportare immediatamente un punto di vista da poter elaborare. Mi sembra anche opportuno accennare alle problematiche con uno spazio simile in termini di battute a quanto è stato concesso al professor Gallino. E’ un modo per dire grazie.

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