BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 13/12/2010

LA TIGRE CELTICA SI E' FERMATA

di Emanuele Fontana

“Meglio formarci qui. Ma è indubbio che la Celtic Tiger non si fermerà per un bel pezzo.”. Concludevo in questo modo un mio articoletto apparso su Bloom nel 2004. Dopo una intensa visita di studio a Dublino mi accinsi a fare tesoro di quell’esperienza parlandone, sempre in modo frammentario e incompleto, sul sito. (www.bloom.it/fontana27.htm)
La Celtic Tiger era allora scatenata. Una sorta di portaerei in mezzo all’atlantico, vino all’isola che un tempo era fulcro di un impero mondiale.
Le grandi corporation americane hanno tutt’ora lì i loro quartieri generali europei, attirate da una tassazione incredibilmente agevolativi per gli insediamenti industriali e di servizi. Ad integrare i redditi il turismo: veicolato dal grande fascino dell’isola celtica.
Ricchezza dunque più che abbondante per gli oltre 4,5 milioni di abitanti.
Questo stato di cose, che erroneamente prometteva una ciclicità perlomeno decennale, si è infranto sulla crisi mondiale dopo appena un quinquennio di progressione. L’avvio della crisi finanziaria del 2008 ha messo in evidenza uno stato di cose che poi nel 2009 e nel 2010 si è acuito, portando la nazione dentro la crisi nera di questi ultimi mesi.
Senza scomodare teorie avanzate, senza troppa enfasi, il mio interesse si rivolge alla mancanza di lungimiranza, scusabile in quanto comune a tutti i governanti europei e occidentali, della governance nazionale per trovare le ragioni della problematica che l’Europa intera si trova oggi ad affrontare.
La speculazione edilizia in una terra florida di nuova ricchezza ha messo sul mercato un numero elevato si alloggi. Per acquistarli, e magari affittarli poi a funzionari e dirigenti delle multinazionali delocalizzate, i cittadini si sono indebitati. Anche troppo.
Dopo una prevedibile e nemmeno troppo brusca stagnazione dell’economia locale, compreso una calo evidente del flusso turistico, con conseguente perdita di posti di lavoro le banche hanno iniziato a mettere a sofferenza i crediti esigibili ma non più onorabili dai debitori.
Lo Stato si è reso disponibile ad aiutare il sistema, proprio per la poca consistenza delle entrate, dovuta ad una tassazione leggerissima, non ha potuto far niente altro se non aumentare il debito pubblico a livelli record lasciando il campo ai soliti investitori internazionali che hanno saccheggiato il saccheggiabile.
Ora tutti dobbiamo correre in soccorso della tigre ferita. Non avrei mai pensato ad una cosa del genere e i miei toni entusiastici di fine 2004 lo testimoniano.
 
  

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