BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 04/02/2001

RI-COSTRUZIONE DELLA REALTÀ

Formazione, simulazione e modelli organizzativi

di Emanuele Fontana

Se l’azienda apprende dalle esperienze, codificandole in una sorta di linguaggio macchina, è all’organizzazione del processo, ai fini della generazione di un prodotto, che si deve la formalizzazione di un’esperienza di apprendimento.

Con l'introduzione di modalità organizzative efficaci la struttura si evolve verso una ottimizzazione dei processi per mandare ad effetto le istanze dell'azienda. Esistono diverse modalità di organizzazione ma tutte sono riconducibili a processi di interazione fra gli uomini: i progettisti dell'organizzazione.

Gli uomini dell’organizzazione agiscono, verificano, apprendono, riversando l’esperienza nella costruzione di sistemi relazionali che strutturano l’organizzazione. E' un processo che prevede elevate capacità creative, riconducibili a schemi interpretativi generati da scuole di pensiero e/o modelli stabilizzati.

Una sorta di convenzionalità del tutto simile a quella riscontrabile nell'arte. Dopo tutto ogni poeta, narratore, pittore - per limitarsi solo alle arti più diffuse - crea l'opera avendo presente la convenzionalità artistica del momento o della scuola di riferimento.

Se poi un artista è così geniale da crearsi un ambiente convenzionale suo, e se questo ambiente è riconosciuto e accettato da contemporanei o discendenti - in un rapporto di relazione di stile - il suo lavoro si imporrà come un vero e proprio modello del tutto nuovo. L'efficacia o meno di tale modello verrà poi evidenziata dalla concreta applicazione dello stesso in ambito puramente estetico.

Lasciando da parte il gusto estetico per ritornare alla realtà organizzativa di tutti i giorni è necessario considerare il modello organizzativo come quel sostrato di pratiche significanti, generate dagli uomini e suscettibili poi di trasformarsi in modelli di organizzazione che a loro volta generano relazioni.

Il processo è notoriamente circolare: l'effetto della relazione è a sua volta la strutturazione del modello.

I modelli dell'azienda efficiente ed efficace divengono poi indipendenti dal progettista. Cioè si astraggono: il che non vuol dire inibire la circolarità ma solo estenderla.

Assumono dignità piena di modalità di gestione ottimale, nell'ambito di un ambiente tecnologico e di conoscenze dato. A loro volta i modelli generano apprendimento per altri progettisti all'interno di una convenzione accettata.

Quello che più interessa in questa sede però è il fatto che i modelli generano apprendimento non solo nel momento in cui sono studiati ma anche e soprattutto quando sono vissuti.

I processi di apprendimento dell’azienda e del soggetto nell’azienda costituiscono esperienze di significazione di pratiche, relazioni, saperi e conoscenze ai fini dell’adeguamento alle condizioni dell’ambiente esterno e interno.

Tali elementi sono ricostruiti nella simulazione o, più in generale, in tutte quelle esperienze di apprendimento che prevedono la selezione di informazioni direttamente dall’azione.

Il processo in sintesi può essere rappresentato così:

Dove il modello di riferimento è la convenzione, in base alle condizioni date in quel momento, che serve da spunto per progettare un nuovo modello e confronto per verificare un'azione.

Ma il sistema da se non regge (entropia = perdita di informazione = perdita di energia). C'è bisogno della realtà esterna che gioca un ruolo di stabilizzazione e nello stesso tempo di messa in discussione del sistema stesso. Il tutto in estrema sintesi e semplificazione.

Il ruolo della realtà "esterna" perciò è quello dell'aumento della complessità.

Irripetibile fin nei minimi particolari ma pur sempre imitabile.

Si arriva perciò a verificare un processo di ri-produzione dell’esperienza vissuta che porta alla costruzione dei saperi dell’azienda.

Un sistema in generale apprende dalla ri-costruizione o riduzione , se passa la logica vattimiana del pensiero debole, del reale che lo integra facendolo evolvere ed evitandogli sconvolgimenti entropici.

Una simulazione al PC ma anche altri tipi di simulazioni - vedi il Role Playing, le esercitazioni analogiche e tutto quello che riguarda la manipolazione della realtà virtuale - che non prevedono la gestione attraverso strumenti tecnologicamente avanzati - sono gli strumenti operativi di un apprendimento generato dall’interazione fra il vissuto e il praticato.

La ri-costruzione del vissuto genera pratiche, cioè modi di lavorare, schemi, metodi di valutazione che informano la vita dell’addetto sul posto di lavoro.

Per avere un’idea della simulazione nei contesti di formazione bisogna aver chiaro questo schema interpretativo: la ri-costruzione della realtà a partire dall’esperienza realistica.

Un processo che integrato nella convenzione di un modello dominante segna i propri passi sulla manipolazione di una situazione quasi reale per andare a strutturare un apprendimento diffuso.

Pensando a queste cose mi ritorna in mente le discussioni con un mio amico esperto di vini.

Io, avvicinandomi a quel mondo fantastico, insistevo sul fatto che bisognava studiare tutto. Conoscere ogni etichetta, il nome e cognome di ogni singolo produttore, tutte le più piccole vigne delle più sperdute località della Francia. Lui, serenamente - come sicuramente lo è anche adesso mentre scorrazza nelle praterie celesti - diceva: "vuoi imparare veramente a conoscere il vino: bevilo!"


Bibliografia
C. Argyris – A. Schön, Apprendimento organizzativo, Guerini e associati, Milano, 1998.
G.C. Cocco – A. Gallo, Fare assessment, F. Angeli, Milano, 1999.
P. Senge, La quinta disciplina, Sperling e Kupfer Editori, Milano, 1992.

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